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Ager Falernus (southern Italy): interventions for preserving the Falciano lake

Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 3, Pages 323-324 (2006)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0400-0003
Published: Sep 20, 2006 - Copyright © 2006 SISEF

Commentaries & Perspectives

Abstract

Some interventions are described for the restoration of Falciano lake, Agro Falerno, Southern Italy, which is a site of interest for its naturalistic value and the persistence of important traces from Roman times.

Keywords

Lake, Restoration, Falciano, Southern Italy, Roman times

 

Gli antichi Romani denominarono Ager Falernus il territorio della Campania Settentrionale compreso tra il fiume Volturno, il crinale del Monte Massico, la costa Tirrenica e il fiume Savone, importante via fluviale, che a quei tempi costituiva l’arteria di comunicazione tra la costa e i territori interni; in quest’area sono localizzati insediamenti di strutture agrarie che ancora marcano il territorio.

Queste tracce delle strutture produttive sono testimonianze della matura fioritura dell’ordinamento centuriato e della proprietà contadina ad esso organicamente collegata; le numerose arterie viarie che tutt’oggi innervano l’agro secondo uno schema di estrema dinamicità territoriale, derivano dalle vicende agrarie di epoca romana.

L’Ager Falernus è una campagna singolare dove frutteti, vigneti, uliveti, campi di grano e boschi disegnano un paesaggio di rilevante interesse ambientale; per l’antica civiltà romana, le ricchezze fondiarie e immobiliari costituirono la base economica del processo di crescita delle attività imprenditoriali, mercantili e finanziari. La produzione agraria romana veniva organizzata da piccole proprietà contadine e da ville a gestione diretta; nell’Ager Falernus le tracce di questa organizzazione agraria sono riscontrabili nei resti archeologici delle numerose ville connesse alle attività agricole localizzate in collina e in pianura. La villa di campagna dell’Antica Roma non era un concetto architettonico ma un’affermazione di carattere economico: la villa rustica era ideata per la gestione del fondo e per la dimora, abitualmente temporanea, del proprietario.

Il territorio dell’Ager Falernus è una testimonianza della continuità storica dell’insediamento antropico; nonostante il particolare valore culturale e ambientale, l’Agro Falerno è un territorio a rischio, dove le continue trasformazioni territoriali compromettono testimonianze millenarie storico-culturali ed importanti emergenze naturali quale ad esempio il lago di Falciano.

Per poter contrastare tali fenomeni e innescare processi di tutela ambientale è necessario realizzare indagini conoscitive in grado di monitorare con rigore scientifico lo stato ambientale.

Il lago di Falciano, di origine vulcanica, viene a trovarsi nella zona dell’Ager Falernus posta alle pendici sud-orientali del Monte Massico, l’attuale assetto del lago (Fig. 1) con immissario e emissario, si deve alle bonifiche fatte eseguire dal Governo Borbonico iniziate nel 1839, dopo che nel 1830 furono dismesse le Cacce Reali di Mondragone istituite nel 1777; altri lavori di bonifica vennero eseguiti dopo la seconda guerra Mondiale. Fino al 1970 le acque provenienti dal Monte Massico e dai centri abitati, non interessavano lo speco del Lago e le ricche sorgenti naturali assicuravano un efficace ricambio delle acque e un costante apporto idrico. Nel 1970 il Consorzio di Bonifica, al fine di permettere alle sorgenti si svolgere al meglio il ricambio idrico, effettuò il dragaggio del Lago, ripulendo le sorgenti ostruite dai depositi sabbiosi; ma sciaguratamente, nell’intento di favorirne l’alimentazione, vennero dirottati due canali, l’alveo vicinale lago e il rio Fontanelle nello specchio lacustre. Questo riassetto idrografico ha provocato un impatto ambientale negativo, aggravato dalle forti ricariche di materiale sabbioso ammassato sulle sponde; inoltre l’apporto di detriti e l’eccessivo apporto di sostanze nutrienti trasportate dai due emissari ha comportato gravi danni all’ecosistema del lago.

Fig. 1 - Il lago di Falciano del Massico in Campania Settentrionale.

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In particolar modo l’eutrofizzazione ha reso precario l’equilibrio idrogeologico del lago di Falciano; tale fenomeno, causato dall’inquinamento idrico, consiste nello sviluppo eccessivo di piante acquatiche provocato dal massiccio apporto di sostanze nutrienti trasportate dai due immissari: l’enorme proliferazione di vegetazione sommersa impoverisce d’ossigeno l’acqua creando vari danni a tutto l’ecosistema del Lago.

Per ovviare ai gravi danni provocati dalle deviazioni dei canali nel 1970, sono stati realizzati e ipotizzati una serie di interventi mirati a salvaguardare dall’inquinamento il lago e a tutelare le zone circumlacuali esposte a grossi rischi ambientali in occasione degli eventi meteorici; nel 1988 viene realizzato, a richiesta del Consorzio di Bonifica del Bacino del Volturno, lo studio relativo alla sistemazione del Lago e del relativo bacino imbrifero e viene proposto un intervento di ripristino dell’assetto idrografico, mirato ad alleggerire il lago dell’enorme carico idraulico.

Il Lago viene bonificato negli anni Novanta, dall’Amministrazione Comunale di Falciano del Massico che realizza l’impianto di depurazione delle acque del Canale Lago, diventato uno sversatoio. Un’ulteriore opera, realizzata dalla Regione Campania, ha inteso tutelare il lago da sversamenti e da anomalie di funzionamento dell’impianto depurativo realizzato dal Comune. Inoltre la Regione Campania ha realizzato una vasca di colma al fine di salvaguardare le sorgenti poste sul fondale lacustre dal fenomeno dell’interramento.

Nel 1993, la Regione Campania, considerata la ricchezza floreale, faunistica e archeologica dell’area del lago, istituisce la Riserva Naturale Lago di Falciano; il lago viene, finalmente sottoposto ad un particolare regime di tutela e viene riconosciuta l’importanza del suo ecosistema nel quale vive una folta vegetazione, formata prevalentemente da cannuccia, tifa, coltellaccio e falasco e il cui paesaggio è caratterizzato da boschetti di salice bianco, ontano nero e pioppo e dove sono ospitati ben 88 specie di volatili tra stanziali, migratori e svernanti.

Il recupero del Lago viene realizzato con la deviazione delle acque reflue che con il ripristino dell’assetto idrografico ante 1970 restituisce l’andamento originario al Rivolo Fontanelle e al Canale Vicinale Lago che vengono incanalati nel rivolo Forma, “bypassando” il lago.

La prossima tappa per l’effettiva tutela della Riserva Naturale del Lago di Falciano è la stesura di un piano ambientale, ma questa è un’altra storia.

 
 
 

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