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Climate change and pollution: effects on southern Italian forests

Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 2, Pages 17-18 (2005)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0257-0020017
Published: Mar 10, 2005 - Copyright © 2005 SISEF

Editorials

Guest Editors: Matera Meeting (2004)
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Collection/Special Issue: Elena Paoletti

 

Cambiamento climatico e inquinamento atmosferico sono due aspetti del così detto “cambiamento globale”, che è oggi considerato tra le più serie emergenze ambientali. Il gas "serra" più importante e diffuso è l’anidride carbonica (CO2), il cui continuo aumento nell’atmosfera è la causa principale del riscaldamento del globo (circa +0.8°C negli ultimi 150 anni), noto come “effetto serra”. Il cambiamento climatico indotto dall’effetto serra è ormai una realtà: in Italia i periodi di siccità sono diventati più frequenti dal 1950 ad oggi, senza sostanziali differenze tra Nord e Sud del Paese. L’aumento dei periodi siccitosi si manifesta in modo discontinuo (ad annate siccitose si intervallano annate più piovose della media) a causa della posizione intermedia del Mediterraneo (tra il clima tropicale e sub-tropicale africano e quello delle medie latitudini europee), che ci porta a fluttuare tra regimi climatici diversi.

Nei prossimi 60 anni, si prevede un riscaldamento generalizzato nel bacino del Mediterraneo, con diminuzione delle precipitazioni invernali (che rimpinguano le riserve idriche nel sottosuolo) e aumento dei temporali estivi (che erodono il suolo), accentuando quindi il rischio di desertificazione cui molte delle nostre regioni meridionali sono già esposte, anche a causa di un errato uso del suolo e delle risorse del territorio.

Per scongiurare questo scenario climatico, dovremmo ridurre l’immissione della CO2 in atmosfera, e aumentare lo stoccaggio del carbonio da parte delle foreste. Ogni Paese che ha ratificato il protocollo di Kyoto (Italia inclusa) può usare la variazione della superficie forestale rispetto al 1990 (le così dette "Kyoto forests") per soddisfare i propri obblighi entro il 2008-2012 (8% di riduzione dei gas serra).

La combustione dei combustibili fossili, oltre ad essere la causa principale dell’aumento della CO2, libera altri inquinanti atmosferici, quali i precursori dell’ozono (O3), considerato l’inquinante atmosferico più pericoloso per la vegetazione. L’inquinamento da ozono è in continuo aumento nel mondo e in particolare nei climi a forte irradiazione, come il bacino del Mediterraneo. La direttiva 2002/3/CE, di prossima applicazione in Italia, impone agli stati membri di valutare la qualità dell’aria del proprio territorio, di individuare le aree in cui sono superati determinati limiti di concentrazione di ozono, e di adottare le misure per riportare i valori entro i parametri. Purtroppo l’Italia ha una rete insufficiente di centraline automatiche per il monitoraggio dell’ozono in aree remote, soprattutto nel Mezzogiorno. Un’altra forma di inquinamento minaccia gli ecosistemi costieri del Mediterraneo e deriva dai tensioattivi (principi attivi dei detergenti commerciali).

Il ruolo che le foreste possono esercitare nel contrastare il "cambiamento globale" è al centro di un ampio dibattito internazionale, come pure gli effetti che le alterazioni del clima e della qualità dell’aria inducono sull’equilibrio degli ecosistemi forestali. Il problema può essere affrontato a scala globale o regionale.

Questo numero di Forest@ pubblica gli atti del convegno nazionale “Cambiamento climatico e inquinamento: effetti sulle formazioni boschive meridionali”, tenutosi a Matera il 5 maggio 2004, al quale hanno partecipato un centinaio di intervenuti. Gli atti inquadrano in termini generali le problematiche forestali connesse a cambiamento climatico e inquinamento atmosferico e riportano casi di studio ed esempi relativi alle realtà forestali dell’Italia meridionale.

Dalle ricerche effettuate e presentate al convegno, per migliorare la risposta delle foreste meridionali ai cambiamenti in atto e favorire il rispetto degli impegni italiani in sede UE, sono emerse le seguenti priorità:

  • studiare l’evoluzione del clima, aggiornando i modelli climatici.
  • migliorare la gestione dei boschi, facendo riferimento ai metodi della selvicoltura “su basi naturali”; in particolare, ove possibile, favorire le conversioni all’alto fusto e i rimboschimenti;
  • quantificare lo stoccaggio del carbonio negli ecosistemi forestali;
  • monitorare e migliorare lo stato di salute dei boschi (che influisce sulla loro capacità di stoccaggio del carbonio) e degli ecosistemi costieri;
  • monitorare la desertificazione, attraverso la redazione di carte di vulnerabilità ambientale;
  • ampliare la rete di aree permanenti per seguire gli effetti dei cambiamenti climatici sulla vegetazione;
  • studiare i meccanismi adottati dalle piante per fronteggiare la siccità e l’aumento di temperatura;
  • migliorare la conoscenza delle risposte all’ozono nella vegetazione mediterranea;
  • mappare la distribuzione dell’ozono in aree remote.

Il convegno è stato organizzato come riunione congiunta dei gruppi di lavoro “Inquinamento e foreste” e “Cambiamento climatico” della Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale (SISEF - ⇒ http:/­/­www.sisef.it/­sisef/­gdl.php) ed è stato realizzato grazie all’interesse della Provincia di Matera, e in particolare di Enrico de Capua, e all’aiuto degli altri colleghi del comitato promotore: Giovanni Nicolotti (Di.Va.P.R.A. Università di Torino), Andrea Rettori e Maria Lodovica Gullino (AGROINNOVA Università di Torino), Christos Xiloyannis (Università della Basilicata) e Paolo De Angelis (Dipartimento di Scienze dell’Ambiente Forestale e delle sue Risorse, Università della Tuscia).

Diverse altre istituzioni hanno inoltre patrocinato il convegno: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio; Società Italiana di Fitosociologia; Centro di Ricerca Interuniversitario "Biodiversità, fitosociologia ed ecologia del paesaggio"; Istituto per la Protezione delle Piante del CNR (sezione di Firenze); Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Un ringraziamento particolare va agli oratori, che hanno determinato il successo dell’iniziativa con il loro impegno e la loro competenza, e alla Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale; in particolare, per la collaborazione nella redazione degli atti, a Marco Borghetti e Gabriele Bucci.

Questo senza togliere alla scrivente la responsabilità della revisione scientifica e della selezione dei manoscritti sottoposti per la pubblicazione.

 
 
 

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