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The selection process for research positions in Italian Universities

Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 4, Pages 142-143 (2007)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0461-0004
Published: Jun 19, 2007 - Copyright © 2007 SISEF

Editorials

Abstract

A comment on the procedures for the appointment of researchers in Italian Universities.

Keywords

University, Research Position, Appointment, Peer Review

 

In queste settimane vengono finalizzate le nuove procedure per il reclutamento dei ricercatori nei nostri Atenei e penso sia utile stimolare la riflessione su questo importante passaggio. Sono convinto che pochi di noi siano soddisfatti delle procedure attualmente usate e che la stragrande maggioranza auspichi un loro miglioramento.

Mi spingerei oltre e direi che molti di noi vivono un profondo disagio verso i nostri sistemi di reclutamento.

Personalmente ritengo che sia uno dei punti cruciali che rendono le istituzioni accademiche deboli nel portare a termine la loro missione di creazione di conoscenza e di formazione della nuova classe dirigente del paese. Ritengo sia cruciale che ogni membro della comunità accademica nazionale si renda conto dell’importanza del modo come sono scelti coloro che daranno continuità alle istituzioni di ricerca.

In estrema sintesi i cambiamenti proposti (almeno inizialmente) erano di grande rilevanza: eliminazione della prova scritta, francamente anacronistica e aperta in modo ovvio ad abusi manipolativi sostituita da una “peer review” con il coinvolgimento di ricercatori non italiani, e introduzione di una attribuzione di responsabilità legata al superamento della conferma in ruolo del vincitore che prevedeva, in caso di risultato negativo, una sanzione economica per l’Ateneo.

Ci si avvicinava alla situazione di molti paesi in cui, alla autonomia della scelta del personale, è associata una concreta responsabilità. Non è un caso che quando ci si confronta su questo tema con colleghi stranieri si fa perfino fatica a spiegare loro le scelte spesso sub-ottimali che si fanno da noi. Di solito la disputa accademica è sull’area cui destinare le risorse per una nuova unita’di personale non sulla qualità del candidato. Per usare un parallelo che potrebbe sembrare irriverente è un po’come se esistesse il problema di accertarsi che chi va a fare la spesa scelga il prodotto migliore per i denari che è disposto a spendere.

Non penso che gli accademici italiani siano incapaci di scegliere o ancor peggio siano masochisti e deliberatamente acquisiscano collaboratori di qualità che non corrisponde al prezzo pagato. Ritengo che la spiegazione sia semplice: nel nostro sistema non vi e nessun incentivo alla ricerca del miglior candidato. Non esiste una efficace valutazione delle strutture accademiche e tanto meno vi è qualche cosa da perdere per una scelta sbagliata. Da qui la preferenza per chi è “famigliare”.

Il CUN, organo elettivo e quindi di rappresentanza di tutti noi, nel parere generale sulla proposta del governo, riassume bene le contraddizioni della nostra situazione. Da una parte da largo spazio a considerazioni giuridiche sulla mancanza di coerenza con il quadro normativo generale, regolato per legge, che guida il governo delle Istituzioni accademiche in Italia, e quindi del rischio di nullità di diversi aspetti della proposta. Dall’altra è sensibile a considerazioni di senso comune che privilegiano la necessita di far funzionare meglio i nostri Atenei e con forza rileva nel suo parere ufficiale della fine di Maggio 2007 il peggioramento dell’ultima versione della proposta rispetto alle precedenti in cui sono state quasi cancellate “la semplificazione delle procedure con conseguente celerità dei concorsi; la garanzia di alti livelli di qualità e trasparenza nei giudizi, anche grazie ad un saggio ricorso a valutatori esterni; la valutazione ex-post, che apriva alla possibilità di interventi sanzionatori e premiali”.

La vicenda sta probabilmente per concludersi in questi giorni e sembrerebbe naturale che la comunità Universitaria dibattesse in tutte le opportune sedi questo tema che ci riguarda cosi da vicino. Come dicevo all’inizio, questo vuole essere uno stimolo a suscitare l’interesse di tutti.

 
 
 

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