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A new book on Swiss guidelines to properly manage forest-ungulates interaction

Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 7, Pages 169-171 (2010)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0637-007
Published: Oct 13, 2010 - Copyright © 2010 SISEF

Book Reviews

Abstract

This publication provides basic guidelines for the application of the Forest and Ungulates Enforcement Aid and collates current knowledge on the topic of forest and Ungulates in Switzerland. A first section contains scientific information on the interaction between forest and Ungulates, forest dynamics and wildlife biology. The second section presents and discusses methods for the surveying and assessment of the impact of Ungulates on forest regeneration, the surveying of Ungulate populations and for habitat improvement and the reduction of disturbance in wildlife habitats. The third and final section contains eight accounts of practical experience in the area of forest and wildlife.

Keywords

Book review, Forests, Wildlife, Forest-wildlife concept, Impact of ungulates on forest regeneration

 

Office fédéral de l’environnement - OFEV (2010). Forêt et gibier - Notions de base pratiques. Bases scientifiques et méthodologiques de la gestion intégrée du chevreuil, du chamois, du cerf élaphe et de leur habitat. OFEV, Connaissance de l’environnement n° 1013, Berne, 232 pp, 30 CHF.

“Le basi scientifiche e metodologiche della gestione integrata del Capriolo, del Camoscio, del Cervo e del loro habitat”: è questo il significativo sottotitolo di un testo (davvero interessante!) pubblicato di recente nella collana Scritti sull’ambiente da parte dell’Ufficio federale per l’ambiente (UFAM) della Confederazione elvetica, dal titolo principale “Bosco e selvaggina - Nozioni pratiche di base”, scaricabile gratuitamente dal 1° settembre 2010 dal relativo sito istituzionale (⇒ http:/­/­www.environnement-suisse.ch/­uw-1013-f - nella versione in francese, sebbene sia disponibile anche quella in tedesco). L’UFAM è uno degli uffici del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC).

La corposa pubblicazione (232 pagine) da un lato riassume in maniera completa le conoscenze attuali in materia di cui si dispone in Svizzera (che risultano spesso estendibili all’intero ambito alpino), e dall’altro “accompagna” e fornisce in dettaglio le basi per l’attuazione del cosiddetto “Aiuto all’esecuzione - Bosco e selvaggina”, pubblicato nella collana Pratica ambientale - sempre dell’UFAM - anch’esso scaricabile (nella versione in italiano - ⇒ http:/­/­www.ambiente-svizzera.ch/­uv-1012-i). Quest’ultimo testo (di 24 pagine) rappresenta in termini di valenza giuridica un riferimento di supporto nella esecuzione pratica (quel che era finora designato anche con il termine di direttiva, istruzione, raccomandazione, manuale, aiuto pratico ecc.), destinato primariamente alle Autorità esecutive cantonali, nell’intento di promuoverne un’esecuzione uniforme a livello federale. In questo modo le Autorità esecutive che si attengono ai testi d’aiuto all’esecuzione possono avere la certezza di rispettare il diritto federale.

La direzione del progetto a livello di UFAM è stata assicurata da Reinhard Schnidrig-Petrig e Nicole Imesch (Divisione Gestione delle specie), Arthur Sandri e André Wehrli (Divisione Prevenzione dei pericoli), Bruno Röösli e Giorgio Walther (Divisione Foreste). Gli Autori sono Martin Baumann, Peter Brang, Thomas Burger, Roman Eyholzer, Sabine Herzog, Nicole Imesch, Andrea Kupferschmid, Dani Rüegg e André Wehrli.

Le specie di fauna selvatica su cui il testo concentra l’attenzione sono costituite da tre Ungulati: Capriolo, Camoscio e Cervo. La Ia parte (capitoli 1-3) illustra le basi scientifiche dell’interazione tra la fauna selvatica e le foreste, del dinamismo della vegetazione forestale e della biologia degli Ungulati. Nel capitolo 1, dopo una breve rassegna sulle esigenze alimentari degli Ungulati selvatici, si descrivono i tipi di impatto e le reazioni delle varie specie arboree (con tanto di modelli grafici che esprimono la capacità di ricostituzione della chioma delle specie). Si sottolinea l’influenza delle varie forme di trattamento - e delle strutture forestali che ne conseguono - sugli impatti. Si evidenzia, soprattutto, l’importanza della struttura paesaggistica (con particolare riferimento agli spazi aperti) sul comportamento degli Ungulati, e quindi sull’impatto di questi sugli ecosistemi forestali. Inoltre si descrivono le conseguenze dell’impatto degli Ungulati sulla vegetazione forestale, che vanno evidentemente al di là del semplice danno individuale o della morte della piantina, interessando modifiche di composizione specifica, disturbi dell’accrescimento delle piante, riduzione della qualità del legno. Notevole è l’affermazione documentata che non solo la funzione produttiva, ma anche quella di protezione può essere alterata da impatti troppo intensi e prolungati, e che questi possono comportare anche un degrado della qualità dell’habitat dei selvatici stessi. Importante è poi una considerazione degli Autori: le persone che cercano il relax nella natura e che hanno di questa una visone idilliaca apprezzano la presenza di fauna selvatica, anche in notevole quantità, senza però comprendere cosa significhi il loro impatto a lungo termine (cfr. anche [5]). Il capitolo 2 è dedicato alla dinamica forestale, soprattutto in rapporto ai modelli di rinnovazione, e all’influenza che su questa hanno gli Ungulati. Si sottolinea che la rinnovazione in bosco non dipende solo da fattori microclimatici quali luce, calore e umidità, ma anche dall’impatto della fauna selvatica, che può determinare una limitazione della crescita o, nei casi peggiori, la morte delle piante in rinnovazione. Il capitolo 3 infine è dedicato alla biologia degli Ungulati e agli habitat delle rispettive specie.

La IIa parte (capitoli 4-8) descrive le tecniche che permettono di rilevare e valutare l’impatto degli Ungulati sulla rinnovazione forestale, di censire (o quantomeno stimare) le popolazioni di Ungulati e di migliorare la qualità e la tranquillità dei loro habitat. Il capitolo 4 è dedicato ai metodi di censimento e di valutazione dell’influenza della fauna selvatica sulla rinnovazione del bosco (ne vengono descritti cinque, con relativi indicatori). Nel capitolo successivo si descrivono i metodi di censimento e/o di stima delle consistenze degli Ungulati nel territorio. Il capitolo 6 è dedicato agli “elementi di strategia foresta-fauna selvatica”, in modo da risolvere i conflitti fra l’una e l’altra. Vi viene sottolineata, tra l’altro, la necessità di coinvolgere in questa strategia molti soggetti territoriali, affinché la strategia messa a punto sia il frutto della partecipazione più ampia possibile di tutti i soggetti interessati al problema. Si tratta in termini generali di aspetti già evidenziati anche da altri studiosi italiani ed esteri: la soluzione del problema è costituita da una gestione faunistica integrata, che a misure faunistico-venatorie affianchi misure di gestione forestale ed ambientale ([3], [6], [1], [4]). Il capitolo 7 è dedicato alla pianificazione della caccia, mentre il capitolo 8 esamina le tecniche di miglioramento dell’habitat, sotto il profilo della loro qualità e “tranquillità”, sottolineando il ruolo che in questo senso possono svolgere i vari tipi di disturbo (è infatti provato che la presenza di zone protette e tranquille è uno strumento per ridurre gli impatti). Vi si analizzano i condizionamenti, sull’habitat delle varie specie, di selvicoltura, agricoltura e di tutte le forme di gestione del territorio. Si affrontano perciò le problematiche della progettazione di reti faunistiche, che consentano di restaurare la connettività paesaggistica che tanto condiziona gli spostamenti della fauna selvatica. Addirittura, i corridoi faunistici svizzeri vengono censiti, analizzati e classificati in differenti categorie!

La IIIa ed ultima parte (costituita dal capitolo 9) riporta infine una selezione di otto esempi applicativi di buona pratica integrata attuati nel territorio della Confederazione, in modo da sottolineare efficacemente che quanto detto in precedenza non è solo un insieme di teorie, ma qualcosa che trova solida applicazione nella realtà. Si segnala, tra tutti, l’esempio del Canton Grigioni e delle zone di tranquillità (Wildruhezone) per migliorare gli habitat della fauna selvatica (cfr. anche il sito dedicato: ⇒ http:/­/­www.wildruhe.gr.ch/­ - Fig. 1).

Fig. 1 - Cartografia delle zone di tranquillità per la fauna nei dintorni di Scuol (Canton Grigioni, Svizzera). In rosso zone a divieto di percorrenza, in giallo zone in cui si raccomanda di non transitare (⇒ http:/­/­www.wildruhezone.gr.ch/­).

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Il libro è arricchito da tabelle, schemi e fotografie, che integrano il testo e ne rendono più facile la comprensione. Contiene anche un glossario finale, che non guasta mai. Soprattutto, come compare dal titolo, si tratta di un testo che ha un notevole significato pratico! La questione viene affrontata da tutti i punti di vista che assumono valore sotto il profilo gestionale: il libro ha quindi un pari valore per i tecnici faunistici - come anche per i cacciatori - e per i selvicoltori, e li invita - ancora una volta… - ad un linguaggio comune. Del resto, anche in ambito nazionale la tematica è oggi sotto l’attenzione di molti ([2]): si pensi, ad esempio, al progetto GEFORUS (⇒ http:/­/­www.aisf.it/­geforus/­default.htm), coordinato dall’Accademia Italiana di Scienze Forestali ed in corso di realizzazione, che prevede proprio l’elaborazione, per l’ambito regionale toscano, di linee guida per la gestione integrata del rapporto fauna ungulata-ecosistemi forestali in un’ottica di sostenibilità ecologica, economica e sociale.

References

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Brugnoli A (2006). Impatto del Cervo sulla rinnovazione forestale e gestione faunistica integrata. L’Italia Forestale e Montana 61 (1): 53-72.
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Nicoloso S, Vagaggini L, Ciuti F, Brugnoli A (2007). Un progetto di miglioramento ambientale per il Cervo nell’Appennino Tosco-Emiliano. Forest@ 4 (2): 159-169.
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