An internship period spent in the north of Morocco kingdom (Tetouan) gave a contribute to the organization activity in promoting sustainable development in the rural areas under the Kyoto Protocol. The multitasking project will increase biodiversity planting trees for wood, forage and fruits productions. The paper show a first step study to evaluate the possibility to reach an agreement with the propriety and the manager of these areas in a multifunctional reforestation project. The eligible site suitable for reforestation in accordance with the CDM international scheme is a large plateau (more than 5000 hectares) 600 meters high on the sea level far from the
Il consenso scientifico sul fatto che nel secolo scorso le attività umane cominciarono a provocare un riscaldamento del clima si è ormai diffuso anche tra il grande pubblico (
Il PK si pone come obiettivo la riduzione dei gas serra del 5.2% rispetto alle emissioni dell’anno 1990. Ad ogni Paese sviluppato corrisponde una quota di riferimento di emissioni possibili mentre i paesi in via di sviluppo (PVS), al momento, non devono sottostare a nessun obbligo di riduzione delle emissioni.
Il PK ha previsto la possibilità di ricorrere a meccanismi addizionali rispetto alle attività di riduzione attuate sul territorio nazionale, quali:
Il PK è stato ratificato dal Governo del Marocco il 25 gennaio 2002 e in seguito è stato istituito presso il Ministero per l’Ambiente il “
Tra i meccanismi flessibili i CDM (articolo 12 del PK) prevedono delle attività progettuali che consentono di ridurre le emissioni con interventi di tipo energetico oppure di aumentare gli assorbimenti di carbonio tramite attività di afforestazione e riforestazione (A/R). Tra i requisiti importanti cui questi progetti debbono sottostare vi sono il calcolo preciso della
Tra i meccanismi flessibili i CDM, attraverso progetti di rimboschimento di ampie superfici, rappresentano una buona opportunità per i PVS soprattutto se collegata al recupero di aree degradate al fine di aumentare i benefici socio-economici delle popolazioni locali, nel rispetto di un approccio partecipativo e, quindi, a un progetto di cooperazione più ampio. Lo scopo del presente lavoro è quello di verificare la possibilità di rimboschire un’area del nord del Marocco nell’ambito dell’articolo 12 del Protocollo di Kyoto e contestualmente perseguire vantaggi sociali per le popolazioni locali.
Il lavoro ha previsto una missione in Marocco nel finire del 2005, necessaria alla conoscenza dei luoghi, durante la quale sono stati approfonditi i dettagli tecnici, scientifici e normativi dell’idea progettuale valutando le possibili e necessarie sinergie con la popolazione e le istituzioni politiche e accademiche locali. Il metodo di indagine si è avvalso di tutta la documentazione inerente il PK e i meccanismi flessibili riportata nel sito della UNFCCC (art. 12 del PK e le successive decisioni 11/CP7, 17/CP7 e 19/CP9), del
L’idea progettuale ha tenuto conto del
Il PIN prevede l’inserimento dei seguenti dati minimi:
richiedente e modalità di finanziamento;
area oggetto di intervento (località, tipo e ampiezza del progetto);
dati tecnici di assorbimento dello scenario iniziale
la produzione annua di tCER/lCER e il previsto prezzo di vendita in US$/tCO2 eq.;
la durata prevista (
dati socio-economici e ambientali di costi/benefici.
La compilazione richiede inoltre descrizioni dettagliate dei fattori determinanti l’eleggibilità del sito secondo quanto previsto nell’ambito CDM dalle
Per il rilievo in campo dei dati sono state utilizzate le schede
assenza della copertura forestale dal 1 gennaio 1990;
addizionalità alle politiche nazionali di riforestazione già in atto o previste;
inesistenza di conflitti per il controllo dei terreni tra comunità locali e governo centrale;
bassa pressione antropica sui siti in termini di interesse a costruire, a pascolare o a farne qualsiasi altro utilizzo in contrasto con il rimboschimento;
potenzialità produttive dei siti in termini di biomassa e quindi di assorbimento di CO2 del
accettazione e condivisione del progetto da parte delle comunità locali.
Le schede prevedono la raccolta di dati tecnici quali la superficie coperta da vegetazione forestale, arbustiva o erbacea e le tipologie di ognuna (analizzandone anche la composizione specifica, il grado di rinnovazione e la pressione pascoliva subita), dati sulla morfologia, sul suolo e sul degrado dell’area.
In loco ci si è avvalsi della collaborazione dell’Organizzazione Non Governativa (ONG) italiana “Movimondo”, con sede a Tetouan, che da anni opera in Marocco con progetti per lo sviluppo del turismo rurale. La disponibilità dello
L’area di indagine è rappresentata dal nord del Marocco, regione di Tanger, provincie di Tetouan e Chefchaouen sul versante mediterraneo della regione. Il
L’area di studio è molto popolata (103 abitanti/ km2), unitamente alla natura accidentata del terreno (scarsa superficie coltivabile) e alle scarse attività economiche alternative a quella agro-silvo-pastorale di sussistenza, denota un’elevata pressione antropica sull’ecosistema che ha portato ad un degrado diffuso del territorio e condizioni socio economiche difficili. Il tasso di natalità endemico nella zona è molto alto e l’entità della popolazione della regione con meno di 20 anni rappresenta addirittura più del 50% del totale (
L’entità sociale più importante nelle zone rurali e montane è costituita dal
I tassi di analfabetismo sono molto alti soprattutto tra le donne che, per ragioni socio-culturali, vengono generalmente escluse dal sistema scolastico; esse espletano la maggioranza delle attività domestiche e agricole legate alla sussistenza familiare, dall’educazione dei figli, all’approvvigionamento della legna, alla raccolta dell’acqua, alla cura della corte animale e alle attività agricole.
L’insufficienza di infrastrutture sociali costituisce uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo delle province del Nord, che risultano isolate dal resto del paese e della regione. Le comunicazioni soprattutto nelle zone rurali e di montagna sono rese ancora più difficili dall’andamento accidentato della morfologia, le strade sono principalmente piste di difficile accesso sopratutto durante l’inverno e le zone rurali sono prive di scuole, elettricità e distribuzione di acqua potabile.
Le essenze arboree presenti in Marocco sono caratterizzate da un gran numero di specie endemiche ed ecotipi dovuti alla posizione marginale dell’area a contatto con la fascia sub-saheliana e desertica. La flora tipica dell’area mediterranea consta di formazioni che vanno dalla tipica macchia bassa fino alle foreste a conifere e leccio dei rilievi più alti.
La definizione marocchina di foresta è: “qualsiasi area di superficie uguale o maggiore di 1 ha completamente ricoperta da vegetazione forestale in cui le forme arboree costituiscono la maggioranza delle specie presenti e la copertura è uguale o superiore al 20%. Sono considerate specie arboree tutte quelle arborescenti con un tronco individuabile ed un’altezza uguale o superiore a 5 metri”. (Ellatifi, com. pers.)
L’ambiente naturale del nord del Marocco è al margine del bacino del Mediterraneo, risente delle influenze atlantiche e delle inusuali catene montuose che lo separano dal deserto. L’incontro tra le diverse provenienze ha determinato una ricchezza floristica eccezionale caratterizzata dall’esistenza di ecotipi e varietà da preservare, ne è un esempio l’unica stazione rimasta dell’
Gli habitat principali che troviamo sono costituiti da: foresta di abeti, foresta mista di abeti e cedro, pineta di
Le specie più diffuse nella regione che possano avere un potenziale nell’attività di rimboschimento sono: tra le conifere
La copertura forestale è di circa 6 milioni di ha, l’8% dell’intero Paese; con le praterie a
Tutto il territorio boscato è demanio forestale di competenza dell’EF che dispone oltre alla struttura centrale (tra cui l’Area Rimboschimenti) di uffici provinciali e regionali (
L’importanza sociale delle foreste per i villaggi è data dalla produzione di legname (anche della macchia bassa), che rappresenta l’unica fonte energetica economicamente sostenibile per la cottura degli alimenti e delle terrecotte, e dal pascolo per gli animali. In nessun caso però questo uso contempla un approccio gestionale, ne tanto meno sostenibile, per cui le superfici utilizzate sono soggette al sovrapascolamento.
I prodotti della foresta e degli alberi isolati sono comunque importantissimi per le popolazioni rurali che per usi tradizionali (costruttivi, tintori, farmacopea) ne raccolgono i frutti, le foglie, i semi e la corteccia.
Tra queste il Carrubo (
L’
La metodologia e gli strumenti hanno consentito la redazione dello studio di pre-fattibilità di un progetto di rimboschimento per l’area montana di El Haouz, provincia di Tétouan immediatamente a nord della città capoluogo, che comprende i seguenti
La zona individuata confina a Sud con l’area urbana di Tétouan, attorno alla quale gravita economicamente e amministrativamente, mentre a Nord giunge fino all’area di M’diq, porto ad uso esclusivo di pesca, e alla enclave spagnola di Ceuta. L’area è esclusivamente rurale, quasi montana, caratterizzata da una topografia accidentata e diversificata, tipica delle montagne occidentali del
Lo studio ha preso in considerazione tutte le esigenze progettuali evidenziate anche nel PIN e, a conclusione delle consultazioni e delle visite in campo, la scelta è caduta sul territorio di El Haouz in quanto non interessato dalla coltura della
Il rimboschimento verrà realizzato dalle popolazioni dei villaggi con la collaborazione tecnica e organizzativa dello SPEF che metterà a disposizione gratuitamente le piantine, producendole nei propri vivai, e i propri ingegneri in fase di posa in opera. Le specie ritenute più opportune sono
Il sesto di impianto prevede il posizionamento di una fila ogni 10 metri composta per 3/4 da
L’arricchimento con specie arbustive funzionali per pascolo, farmacopea e altri usi non viene considerato ai fini del calcolo del sequestro di CO2.
Su ogni punto verranno poste a dimora tre piantine e saranno seminati altrettanti semi; alla fine si otterranno ad ettaro 225 piantine di
La valutazione dell’addizionalità prende in considerazione la scarsa potenzialità del sito ad evolvere spontaneamente in foresta. Lo scenario in assenza del progetto (
Le specie da utilizzare per il rimboschimento hanno accrescimenti modesti che vanno dai 3 m3 ha-1 anno-1 per il pino d’Aleppo (
La stima dell’accumulo di carbonio si basa su dati desunti dalla bibliografia citata, da comunicazioni personali (
La stima può considerarsi conservativa in quanto ai fini dell’assorbimento non considera tutti i cinque
Ai fini del calcolo per la trasformazione dei metri cubi di incremento volumetrico in tonnellate di CO2, è stata utilizzata la seguente formula tratta dal Manuale dell’
dove I è l’incremento cormometrico espresso in m3, D è la densità basale (volume fresco/peso secco) in t* m-3, BEF2 è il fattore di espansione della biomassa che trasforma l’incremento cormometrico in incremento totale della biomassa epigea, R è la
Dalla formula si ottiene per anno e per ettaro un valore di accumulo di tCO2 pari a 7.75 per le specie del genere
Al rimboschimento misto, in funzione della diversa presenza delle specie, è ipotizzabile attribuire un accumulo annuo di 4.97 tCO2 ad ettaro.
L’accumulo annuo dato dalla parte centrale del rimboschimento, pari a 1000 ettari, sarà di 4970 tCO2 mentre dalla fascia rimboschita a pino (pari a 140 ettari) si otterranno annualmente 825 tCO2.
L’accumulo totale di tonnellate di CO2 eq nei trenta anni di durata del progetto sarà pari a 173850 con un guadagno solo in termini di sequestro di CO2 rispetto alla
La successiva vendita dei tCER/lCER alla Banca Mondiale (che acquista in US$ a 3-4 US$/tCO eq,) potrebbe parzialmente coprire le spese di realizzazione del rimboschimento.
In abbinamento al rimboschimento nell’ambito del CDM il risultato ottenuto dallo studio è la verifica e la redazione progettuale di attività collaterali che vanno dalla creazione di attività di microcredito, alla formazione, soprattutto femminile, in materia di gestione dei beni silvo-pastorali e zootecnici. Si vuole cercare di migliorare le tecniche, differenziare il bestiame e stimolare, di concerto con lo sviluppo ecoturistico proposto da Movimondo, la produzione artigianale di altre economie (tessuti, ceramica, oggetti in alfa,
Il PK offre la possibilità, attraverso la progettazione A/R in ambito CDM, di investire nei PVS per migliorare l’azione dei serbatoi di assorbimento del carbonio e contestualmente migliorare le condizioni socio economiche delle popolazioni locali.
Il ritorno alla selvicoltura e alle utilizzazioni forestali sostenibili in Italia potrebbe promuovere l’investimento da parte delle Amministrazioni regionali e locali dei redditi derivanti dai tagli nella realizzazione di progetti CDM nei PVS.
Purtroppo i costi indiretti delle operazioni rendono questi progetti scarsamente appetibili ovvero volti a prediligere specie a rapido accrescimento per garantire un miglior piazzamento sul mercato dei tCER/lCER. I costi fissi di certificazione, registrazione e monitoraggio incidono troppo fortemente sulle potenzialità dello strumento. La variabile fondamentale è la dimensione del progetto, ma purtroppo non sempre è possibile disporre di decine di migliaia di ettari da investire a rimboschimento, e soprattutto non è possibile utilizzare specie che garantiscano ottimi
Il progetto analizzato porterebbe ad uno stoccaggio di carbonio limitato dovuto all’impiego di specie a lento accrescimento, d’altra parte l’approccio multifunzionale del progetto e l’uso di specie endemiche fornisce maggiori garanzie di permanenza del rimboschimento, contribuendo inoltre allo sviluppo sostenibile dell’area, e apportando notevoli benefici alle popolazioni locali.
Indubbiamente il ricorso alla tipologia meno complessa e costosa di progetti CDM
L’obiettivo etico a medio termine potrebbe essere quello di fornire ai PVS la capacità di implementare il PK da soli con progetti multifunzionali, epurati dai costi burocratici insostenibili, vendere sul mercato tCER/lCER e ridurre il proprio debito estero.
L’investimento sul territorio, la crescita delle micro-economie, la sicurezza alimentare dei villaggi, l’occupazione, forse riuscirebbero a rendere meno nomadi della disperazione queste donne e questi uomini, soggetti di diritti come tutti.
Desidero ringraziare quanti, in Italia e in Marocco, hanno permesso la realizzazione di questo studio e la dottoressa Lucia Perugini per il supporto tecnico-scientifico durante la stesura del lavoro.
Distribuzione delle specie forestali in Marocco (
L’altopiano del Fath Lemhar (foto: P. Gaglioppa).