The release of data collected by the Italian National Inventory of Forest and Carbon stock (INFC), managed by the Italian Forest Service (Corpo Forestale dello Stato), is still matter of debate, since restrictions are applied in the delivering of the data set to the scientific community.
Ritorniamo, nostro malgrado, sul punto della disponibilità dei dati dell’Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi di Carbonio (INFC), meritoriamente promosso e gestito dal Corpo Forestale dello Stato (CFS). A tutt’oggi le cose sembrano stare così (saremmo molto lieti di essere smentiti da sviluppi in senso positivo):
i dati INFC resi finora disponibili sono stime aggregate secondo categorie predefinite, con formato sostanzialmente simile a quelle del vecchio Inventario Forestale Nazionale (IFN) del 1985. È possibile scaricare queste informazioni in formato.pdf o.xls dal sito http://www.infc.it. La differenza rispetto al 1985 è che allora i dati erano su carta mentre oggi sono digitali, come ovvia conseguenza del progresso tecnologico;
su apposita e circostanziata richiesta (specificando in dettaglio il progetto di ricerca e la motivazione di richiesta dei dati) il CFS si dice disposto a fornire anche il database originario (cioè i dati dei singoli punti di sondaggio), ma per motivi di “rispetto della legislazione vigente in materia di tutela della riservatezza” (
In merito a quest’ultimo punto non si comprendono esattamente i presunti motivi di “rispetto della legislazione vigente in materia di tutela della riservatezza” e verrebbe da pensare che si tratti di una interpretazione restrittiva data dal CFS. Si segnala, a tal proposito, che il D.Lgs. 195/2005, che ha recepito la norma europea sui dati ambientali (direttiva 2003/4/ CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2003, concernente l’accesso del pubblico all’informazione ambientale), va in tutt’altra direzione (in particolare gli artt. 3 e 5) e rende poco giustificabile il diniego di accesso ai dati di georeferenziazione dei punti di sondaggio. Ci sono, tra l’altro, casi di precedenti inventari forestali a scala provinciale/regionale, di cui chi scrive ha diretta conoscenza, in cui sono stati comunicati, alla loro uscita, tutti i dati raccolti, con la loro esatta posizione geografica.
Cosa ci viene da dire? Che queste procedure non facilitano il superiore interesse di studiare in modo efficace e tempestivo le caratteristiche del nostro patrimonio forestale e ambientale, in un momento storico in cui tutto ciò è di grande importanza, alla luce degli impegni internazionali che il nostro paese è chiamato a rispettare; e anche che, nell’era dell’informazione distribuita (pensiamo a
La conclusione? Un semplicissimo auspicio: che i dati elementari dell’INFC siano resi disponibili, ovvero messi in rete, subito - ogni giorno che passa, un
Dalla trasparenza non possono nascere che benefici per tutti.