Knowledge of genetic and adaptive traits of reproductive materials used in the nursery system of wild cherry, could be an useful instrument to improve ecological and economic sustainability of plantation ecosystems. This work reports results from a research which the objectives were: 1) to study the genetic variation of a
L’adattabilità e la sostenibilità di un ecosistema naturale o artificiale è legato al livello di diversità in esso presente (
Il mantenimento di sufficienti livelli di variabilitàè, quindi, uno degli elementi principali che deve considerare chi opera in vivaistica forestale. A questo scopo diventa fondamentale una corretta gestione della filiera e va posta particolare attenzione nell’individuazione dei materiali di base, nella loro raccolta e conservazione, nell’allevamento in vivaio.
In generale, sino ad oggi non ci si è posti il problema di monitorare la variabilità o le possibili alterazioni delle risorse genetiche durante il loro percorso nella filiera vivaistica e, le scarse conoscenze sulle caratteristiche genetiche ed ecologiche del germoplasma di base impiegato, possono aver contribuito all’insorgere di problemi di adattamento osservati in molte piantagioni.
Il primo passo per creare le premesse per una buona gestione delle risorse forestali è la caratterizzazione ecologica e genetica delle specie, poiché consente non solo di individuare materiali di base adeguati alle caratteristiche degli ambienti in cui si opera, ma anche di poterli certificare, come richiesto dalla Direttiva europea 1999/105/CE (
Esiste, tuttavia, un altro importante punto focale in cui verificare l’eventuale perdita di diversità: le tecniche di produzione vivaistica ed il loro effetto sulla variabilità del postime rispetto a quello della popolazione di partenza.
Da questa esigenza si è sviluppato il presente lavoro, il cui obiettivo è verificare e quantificare l’eventuale riduzione di variabilità genetica nel materiale di propagazione ottenuto da una popolazione di
È stato scelto il ciliegio selvatico poiché, tra le latifoglie nobili, è per il momento una delle più usate e più studiate per gli aspetti genetici (
In ambiente mediterraneo non è possibile identificare popolazioni pure, estese e continue di
In Italia
L’analisi della variabilità e della differenziazione genetica è stata effettuata su tre livelli della filiera vivaistica commerciale:
la popolazione di base impiegata per la raccolta del seme;
il postime allevato in vivaio di due diverse classi di età (S1 T1 e S2 T2);
la piantagione.
La popolazione madre scelta è situata sul versante occidentale del Monte Baldo (VR), ed è una tra quelle usualmente impiegate per la produzione di postime commerciale in quel distretto geografico. Essa è costituita da due sotto-popolazioni, che presentano le caratteristiche strutturali tipiche del ciliegio, identificate come A e B. La popolazione A, comprendente 15 piante madri, è situata a valle, in località Lumini, comune di S. Zeno di Montagna (VR), ad una altitudine di 750 - 679 m. La popolazione B è invece localizzata più a monte, tra le località Senaga, Prada e Le Fasse, ad una altitudine compresa tra 1009 e 560 m ed è composta da 16 piante madri.
Il Monte Baldo (45° 35’ di latitudine Nord e 10° 46’ di longitudine Est) è situato nelle Prealpi Venete e costeggia il Lago di Garda. Dal punto di vista climatico, ricade nella fascia meridionale e periferica della regione alpina. Può, perciò, risentire sia del clima sub-continentale della Pianura Padana, che di quello temperato freddo della zona alpina (
Le 31 piante madri scelte per la raccolta del seme sono quasi tutte coetanee (età media 50 anni circa) e derivano dalla colonizzazione di prati, oggi lentamente riconquistati dal bosco. Nella zona di Prada la vegetazione arborea è prevalentemente costituita da ceduo di faggio, mentre a Lumini sono presenti castagno, acero e frassino maggiore. I singoli individui utilizzati per la raccolta del seme distano fra di loro almeno 50 m.
Lo studio della variabilità genetica è stato eseguito su gemme in riposo vegetativo, tramite elettroforesi orizzontale su gel di amido. Sono state analizzate: 31 piante madri; 40 trapianti S1 T1 (scelti a casualmente tra quelli prodotti nel vivaio di Dogana di Peri nel 2001) e 40 trapianti S1 T2 (anno di semina 2000); 60 individui della piantagione di Grezzana (VR), realizzata con postime di provenienza Monte Baldo.
I dati ottenuti sono stati confrontati con 10 popolazioni italiane di
Secondo la densità e l’ampiezza delle popolazioni nelle differenti stazioni, sono stati esaminati in media 20 individui per provenienza, posti ad almeno 50 - 80 m di distanza tra loro per evitare di campionare polloni radicali (
Per l’analisi interna alla popolazione di Monte Baldo ed alla sua filiera vivaistica sono stati analizzati i seguenti sistemi isoenzimatici, secondo i protocolli di
La stima dei livelli di variabilità genetica è stata effettuata considerando i seguenti parametri, elaborati statisticamente con il software
Sono stati infine calcolati gli indici HT (diversità genetica totale), HS (componente della diversità genetica dovuta a differenze interne alle singole popolazioni), DST (componente della diversità genetica dovuta a differenze tra le diverse popolazioni) e GST (differenziazione genetica: GST =DST /HT) per conoscere la differenziazione tra le popolazioni (
Per identificare le variabili genetiche (frequenze alleliche) a carico delle quali si esprime la maggiore variabilità, per tutti gli individui del Monte Baldo (piante madri e discendenze) e per tutti i sistemi enzimatici studiati, è stata condotta con il software
È stato applicato il metodo del
In
Se si esclude il
Il dendrogramma UPGMA (
Secondo l’analisi delle componenti principali sono necessarie le prime 6 componenti per spiegare il 54.8% della varianza totale e gli alleli che in maggior misura contribuiscono a discriminare i diversi gruppi sono: 6PGD-1a, ACO-2a, GDH-1b, 6PGD-1b, ACO-2c e ACO-2b.
Per i
Nelle popolazioni di riferimento la deviazione dall’equilibrio di Hardy-Weinberg è significativa, per eccesso di omozigoti, tranne che per Asiago-Lessinia (0.059), la Valtiberina (0.115) ed i Monti della Laga (0.081), che non differiscono significativamente dall’equilibrio panmittico. Tra le provenienze con più alto valore di F ci sono quelle di Bosco Fontana, dell’Area del Garda (che include materiali della Valvestino (BS), della Val Sabbia e delle Valli Giudicarie (TN), situate sulla sponda occidentale del Lago di Garda) e dei M. Sibillini (MC, AP).
In
Nella
Il dendrogramma UPGMA (
Il caso di studio presentato offre lo spunto a varie considerazione relative all’organizzazione della filiera vivaistica, sia di ordine generale, che specifiche per specie con caratteristiche biologiche simili al ciliegio selvatico.
La popolazione madre di Monte Baldo, come altre italiane di riferimento, ha livelli di eterozigosi relativamente elevati, analogamente a quanto riscontrato in media per il ciliegio in Italia (
A conferma di quanto sopra, la diversità tende ad aumentare nel ciliegio quando le popolazioni si rarefanno ed entrano a far parte di ecosistemi più maturi e complessi (
Le distanze genetiche (
Sul piano pratico, per assicurare la raccolta del seme da piante geneticamente diverse, potrebbe essere utile anche un ciclo di osservazione su due caratteri ad alta ereditabilità in senso lato: la fenologia fiorale e la sensibilità a
Per quanto riguarda la differenza del valore di F tra Monte Baldo A e B, questa potrebbe essere legata alla disposizione topografica dei due gruppi di piante madri. Infatti, l’adattamento a quote superiori potrebbe aver favorito solo alcuni genotipi (che potrebbero essere i responsabili dell’“effetto del fondatore” nella popolazione) o, quanto meno, dell’antica popolazione solo alcuni di essi potrebbero essere arrivati in quota. L’isolamento, inoltre, limitando lo scambio con le altre popolazioni, potrebbe aver determinato la maggiore distanza genetica di Monte Baldo B sia con le altre popolazioni venete che con quelle dell’area del Garda (
Comunque, nonostante il valore alto di F, Monte Baldo B (sotto-popolazione con più marcate caratteristiche di soprassuolo forestale di quota) ha una percentuale di
Rispetto alle popolazioni italiane di riferimento, le distanze genetiche (
Una possibile spiegazione di questo risultato potrebbe essere la particolare collocazione geografica della popolazione, situata sul versante occidentale del Monte Baldo. Ad un primo esame potrebbe sembrare che il bacino del lago di Garda abbia rappresentato una barriera geografica ai flussi di geni tra le popolazioni del lato veneto e quelle lombarde, come avrebbero suggerito precedenti studi (
In relazione alla struttura genetica, le due sotto-popolazioni sembrerebbero più giovanili, come stadio evolutivo e caratteristiche generali, rispetto a quelle venete. Infatti, l’area di diffusione del ciliegio sui Monti Lessini e sull’altopiano di Asiago è molto estesa, situata all’interno del bosco, in condizioni prossime al
Abbiamo potuto esaminare solo parte della filiera vivaistica, non essendo disponibili al momento delle analisi né semi, né semenzali (S1) della stessa provenienza. Tuttavia, dall’analisi della parte di filiera che è stato possibile studiare, si possono trarre alcune indicazioni a nostro avviso importanti:
1. i valori di n (numero medio di alleli/
2. vari parametri genetici mostrano relazioni tra probabili luoghi di raccolta e materiali di moltiplicazione nella filiera:
2.1. le distanze genetiche (
2.2. anche la percentuale di loci polimorfici (P5 %), l’eterozigosi osservata (Ho) e i coefficienti di
3. la Piantagione è caratterizzata da un valore di F elevato, superiore agli altri sotto-gruppi a cui sembra correlato geneticamente. Questo potrebbe essere spiegato dalla selezione fenotipica che normalmente viene effettuata, nella pratica vivaistica, quando i trapianti sono posti in vendita, o dalla pressione selettiva determinata da fattori microambientali nelle varie fasi produttive che si susseguono dalla semina;
4. i differenti lotti di piantine in vivaio (S1 T1 e S1 T2) e quelle della piantagione sono geneticamente più prossimi all’una o all’altra delle due sotto-popolazioni di origine, probabilmente perché il seme da cui derivano è stato raccolto in funzione della fruttificazione verificatasi in quantità più o meno abbondante nelle due località in annate diverse.
L’esame del cluster genotipico (
Poiché i trapianti di un anno sembrano costituire una popolazione relativamente più vicina all’equilibrio rispetto agli stadi successivi, è da arguire che qualche fattore determini pressione selettiva sui lotti di piantine. Sarebbe perciò auspicabile operare cercando di ridurre i vari fattori che possono entrare in gioco nel determinarla. Il più evidente di questi sembrerebbe la selezione fenotipica effettuata in vivaio al momento della distribuzione; essa è in alcuni casi inevitabile, come per i materiali destinati ad arboricoltura da legno, ma per altri scopi è possibile limitarne l’effetto, distribuendo piantine di qualità morfometrica variata. Infine, per favorire la germinazione del maggior numero di genotipi presenti nel lotto di seme, potrebbe risultare utile disporre di più aiuole per la semina poste in zone diverse del vivaio, o in vivai ad altitudini diverse. Il postime ottenuto verrà poi mescolato al momento della messa a dimora.
Oltre a questa caratteristica, l’intensa antropizzazione del territorio italiano potrebbe aver favorito, insieme ad alterazioni della struttura genetica determinate dalle attività colturali (
Queste considerazioni generali interessano i criteri di gestione delle risorse genetiche destinate alla filiera vivaistica al punto che in Francia, probabilmente a causa della sua scarsa differenziazione, il sistema di classificazione dei materiali forestali di base indica per
Trattandosi di una specie di elevato valore economico, la diversità genetica (componente individuale) può essere usata con profitto per produrre materiale di qualità. Per questo motivo sia in Francia (
Prendendo come esempio la popolazione del Monte Baldo, sembrerebbe che essa sia parte di un gruppo di popolazioni geneticamente affini, probabilmente originato da materiali della Val Padana, che hanno risalito le vallate prealpine formando una popolazione più ampia, che include Bosco Fontana (MN), la Valvestino, le Valli Giudicarie (BS e TN) e la Valtellina (SO). A livello adattativo questi materiali sembrerebbero differenziati principalmente in funzione dell’altitudine di origine, come mostrano i risultati di test fenologici (
Le raccolte di seme potrebbero quindi prendere in considerazione, per il futuro, l’intera area con il vantaggio di avere a disposizione una base genetica più ampia.
I risultati suggerirebbero di organizzare l’approvvigionamento di seme in Monte Baldo principalmente dalla popolazione di minor quota, inserendo una certa percentuale di piante madri (5-10) del gruppo B, al fine di consentire il più ampio campionamento possibile di variabilità. Per garantire questo aspetto, nonostante le difficoltà che si possono incontrare in bosco e la ciclicità della produzione (influenzata anche dalla diversa altitudine delle due sottopopolazioni), si dovrebbe raccogliere seme dal maggior numero di piante possibile, magari in quantità ridotta.
Resta ancora aperto in Italia il capitolo della realizzazione di arboreti da seme che, nel caso di specie a distribuzione sparsa come il ciliegio, potrebbero contribuire a produrre materiali di moltiplicazione (semi e piantine) caratterizzati da più elevati livelli di diversità. Queste piantagioni, formate da un numero adeguato di cloni o famiglie, garantiscono raccolti frequenti, abbondanti, facili e a minor costo, consentendo di integrare la buona qualità del materiale selezionato con idonei livelli di variabilità.
Questa ricerca si inserisce tra le attività del Programma Finalizzato MiPAF “Riselvitalia”, sottoprogetto 1.1 - “Biodiversità e produzione di materiale forestale di propagazione”. Essa si integra con analoghe ricerche, condotte nell’ambito dello stesso sottoprogetto, su
Distribuzione delle popolazioni italiane di
Dendrogramma UPGMA per la filiera vivaistica stimato secondo
Dendrogramma UPGMA, stimato secondo
Dendrogrammi UPGMA ottenuti con il programma NTSYS 2.1 (
Frequenze alleliche nei 10 sistemi isoenzimatici analizzati nella filiera vivaistica del Monte Baldo.
Locus | Numerosità campionaria/ Allele | Popolazione | ||||
---|---|---|---|---|---|---|
Monte Baldo A | Monte Baldo B | S1 T1 | S1 T1 | Piantagione | ||
IDH-1 | (N) | 15 | 16 | 40 | 40 | 60 |
A | .667 | .594 | .512 | .500 | .492 | |
B | .333 | .406 | .488 | .500 | .508 | |
IDH-2 | (N) | 15 | 16 | 40 | 40 | 60 |
A | .300 | .281 | .287 | .175 | .192 | |
B | .700 | .719 | .712 | .825 | .808 | |
PGI-1 | (N) | 15 | 16 | 40 | 40 | 60 |
Monomorfico | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | |
PGI-2 | (N) | 15 | 16 | 40 | 40 | 60 |
A | .300 | .125 | .213 | .225 | .342 | |
B | .700 | .875 | .788 | .775 | .658 | |
GOT-1 | (N) | 15 | 16 | 40 | 40 | 60 |
Monomorfico | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | |
GOT-2 | (N) | 15 | 16 | 40 | 39 | 60 |
A | .267 | .250 | .287 | .269 | .042 | |
B | .733 | .750 | .712 | .731 | .958 | |
GDH-1 | (N) | 13 | 16 | 40 | 39 | 60 |
A | .577 | .375 | .575 | .179 | .550 | |
B | .423 | .625 | .425 | .821 | .450 | |
PGM-1 | (N) | 15 | 16 | 40 | 40 | 60 |
A | .333 | .406 | .313 | .363 | .408 | |
B | .667 | .594 | .688 | .637 | .592 | |
SDH-1 | (N) | 15 | 14 | 40 | 40 | 59 |
A | .700 | .786 | .363 | .488 | .500 | |
B | .300 | .214 | .637 | .512 | .500 | |
6PGD1 | (N) | 15 | 16 | 40 | 40 | 60 |
A | .867 | .875 | .863 | .813 | .808 | |
B | .133 | .125 | .138 | .188 | .192 | |
6PGD2 | (N) | 15 | 16 | 40 | 40 | 60 |
Monomorfico | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | |
MDH-1 | (N) | 15 | 16 | 40 | 40 | 60 |
A | .967 | .938 | .962 | .925 | .933 | |
B | .033 | .063 | .038 | .075 | .067 | |
MDH-2 | (N) | 15 | 16 | 40 | 40 | 60 |
Monomorfico | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | |
ACO-1 | (N) | 15 | 16 | 40 | 40 | 60 |
Monomorfico | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | |
ACO-2 | (N) | 15 | 16 | 40 | 40 | 60 |
A | .267 | .219 | .300 | .200 | .175 | |
B | .467 | .500 | .213 | .488 | .442 | |
C | .267 | .281 | .488 | .313 | .383 |
Variabilità genetica nei 3 livelli della filiera vivaistica del Monte Baldo. N/L: Dimensione media del campione per
Popolazione | N/l | n | P5% | Ho | He | FIS |
---|---|---|---|---|---|---|
1. Monte Baldo A (VR) | 14.9 | 1.7 | 60 | 0.227 | 0.274 | 0.172 |
(0.1) | (0.2) | - | (0.054) | (0.061) | - | |
2. Monte Baldo B (VR) | 15.9 | 1.7 | 66.7 | 0.177 | 0.257 | 0.311 |
(0.1) | (0.2) | - | (0.04) | (0.058) | - | |
4. S1 T1 | 40 | 1.7 | 60 | 0.223 | 0.268 | 0.168 |
(0) | (0.2) | - | (0.049) | (0.06) | - | |
5. S1 T2 | 39.9 | 1.7 | 66.7 | 0.199 | 0.26 | 0.235 |
(0.1) | (0.2) | - | (0.042) | (0.057) | - | |
3. Piantagione | 59.9 | 1.7 | 60 | 0.199 | 0.261 | 0.238 |
(0.1) | (0.2) | - | (0.046) | (0.062) | - |
Indice di fissazione medio FIS calcolato per i tre livelli della filiera vivaistica esaminati (*P<0.05; **P<0.01).
Popolazione |
|
|||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
MDH-1 | 6PGD-1 | IDH-1 | IDH-2 | PGI-2 | GOT-3 | GDH-1 | PGM-2 | SKDH-1 | ACO-2 | |
1. Monte Baldo A | -0.034 | -0.154 | -0.111 | 0.4 | 0.524* | -0.023 | -0.103 | 0.4 | 0.206 | 0.062 |
2. Monte Baldo B | -0.067 | -0.143 | 0.227 | 0.611** | 0.429* | 0.333 | 0.2 | 0.352 | 0.152 | 0.298 |
3. S1 T1 | -0.039 | 0.051 | -0.037 | 0.049 | 0.328* | -0.037 | 0.182 | 0.244 | 0.08 | 0.442** |
4. S1 T2 | -0.081 | 0.097 | -0.212 | 0.3* | 0.427** | 0.283 | 0.129 | 0.405** | 0.049 | 0.4** |
5. Piantagione | -0.071 | -0.13 | 0.193 | 0.3** | 0.518** | -0.043 | 0.192 | 0.138 | 0.085 | 0.469** |
F-statistico medio nei 3 livelli della filiera vivaistica di Monte Baldo, calcolati su 10
Locus | FIS | FIT | FST |
---|---|---|---|
IDH-2 | 0.329 | 0.341 | 0.018 |
PGI-2 | 0.454 | 0.471 | 0.031 |
GOT-3 | 0.127 | 0.169 | 0.048 |
GDH-1 | 0.119 | 0.204 | 0.097 |
PGM-2 | 0.307 | 0.311 | 0.006 |
SDH-1 | 0.109 | 0.195 | 0.096 |
6PGD1 | -0.05 | -0.043 | 0.006 |
MDH-1 | -0.064 | -0.058 | 0.005 |
IDH-2 | 0.016 | 0.03 | 0.015 |
ACO-2 | 0.333 | 0.354 | 0.031 |
Media | 0.206 | 0.238 | 0.040 |
Frequenze alleliche nelle popolazioni italiane di confronto e nella filiera vivaistica per i sistemi isoenzimatici comuni. 1) Colline Torinesi (TO); 2) Bosco Fontana (MN); 3) Area Garda (BS); 4) Valtellina (SO); 5) Asiago- Lessinia (VI-VR); 6) Prealpi venete Est (BL-TV); 7) Appennino Tosco-Romagnolo (FO-AR); 8) Monti della Laga (TE); 9) Valtiberina (AR-PU); 10) Monti Sibillini (MC-AP); 11) Monte Baldo (VR); 12) Piantagione; 13) S1 T1; 14) S1 T2. Monom. = monomorfico.
|
N / Alleli | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
MDH-1 | (N) | 11 | 14 | 17 | 18 | 22 | 25 | 38 | 25 | 15 | 85 | 31 | 60 | 40 | 40 |
A | 0.864 | 0.964 | 0.794 | 0.833 | 0.932 | 0.94 | 0.921 | 0.94 | 0.8 | 0.918 | 0.952 | 0.933 | 0.962 | 0.925 | |
B | 0.136 | 0.036 | 0.206 | 0.167 | 0.068 | 0.06 | 0.079 | 0.06 | 0.2 | 0.082 | 0.048 | 0.067 | 0.038 | 0.075 | |
MDH-2 | (N) | 11 | 14 | 17 | 18 | 22 | 25 | 38 | 25 | 15 | 85 | 31 | 60 | 40 | 40 |
Monom. | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | |
6PGD1 | (N) | 11 | 14 | 17 | 18 | 22 | 25 | 38 | 25 | 15 | 85 | 31 | 60 | 40 | 40 |
A | 0.818 | 0.893 | 0.882 | 0.944 | 0.705 | 0.86 | 0.947 | 0.82 | 0.867 | 0.394 | 0.871 | 0.808 | 0.863 | 0.813 | |
B | 0.182 | 0.107 | 0.118 | 0.056 | 0.295 | 0.14 | 0.053 | 0.18 | 0.133 | 0.606 | 0.129 | 0.192 | 0.138 | 0.188 | |
6PGD2 | (N) | 11 | 14 | 17 | 18 | 22 | 25 | 38 | 25 | 15 | 85 | 31 | 60 | 40 | 40 |
Monom. | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | |
IDH-1 | (N) | 11 | 14 | 17 | 18 | 22 | 25 | 38 | 25 | 15 | 85 | 31 | 60 | 40 | 40 |
A | 0.5 | 0.214 | 0.206 | 0.361 | 0.455 | 0.28 | 0.408 | 0.32 | 0.333 | 0.376 | 0.29 | 0.192 | 0.287 | 0.175 | |
B | 0.5 | 0.786 | 0.794 | 0.639 | 0.545 | 0.72 | 0.592 | 0.68 | 0.667 | 0.624 | 0.71 | 0.808 | 0.712 | 0.825 | |
IDH-2 | (N) | 11 | 14 | 17 | 18 | 22 | 25 | 35 | 25 | 15 | 85 | 31 | 60 | 40 | 40 |
A | 0.545 | 0.607 | 0.618 | 0.556 | 0.386 | 0.46 | 0.457 | 0.82 | 0.633 | 0.541 | 0.629 | 0.492 | 0.512 | 0.5 | |
B | 0.455 | 0.393 | 0.382 | 0.444 | 0.614 | 0.54 | 0.543 | 0.18 | 0.367 | 0.459 | 0.371 | 0.508 | 0.488 | 0.5 | |
PGI-1 | (N) | 11 | 14 | 17 | 18 | 22 | 25 | 38 | 25 | 15 | 85 | 31 | 60 | 40 | 40 |
Monom. | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | |
PGI-2 | (N) | 11 | 14 | 17 | 18 | 22 | 25 | 38 | 25 | 15 | 85 | 31 | 60 | 40 | 40 |
A | 0.636 | 0.607 | 0.441 | 0.361 | 0.614 | 0.4 | 0.618 | 0.04 | 0.4 | 0.059 | 0.21 | 0.342 | 0.213 | 0.225 | |
B | 0.364 | 0.393 | 0.559 | 0.639 | 0.386 | 0.6 | 0.382 | 0.96 | 0.6 | 0.941 | 0.79 | 0.658 | 0.788 | 0.775 | |
GOT-1 | (N) | 11 | 14 | 17 | 18 | 22 | 25 | 38 | 25 | 15 | 85 | 31 | 60 | 40 | 40 |
Monom. | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | 1.000 | |
GOT-2 | (N) | 11 | 14 | 17 | 18 | 21 | 25 | 38 | 25 | 15 | 83 | 31 | 60 | 40 | 39 |
A | 0.5 | 0.25 | 0.294 | 0.25 | 0.524 | 0.42 | 0.25 | 0.24 | 0.2 | 0.253 | 0.258 | 0.042 | 0.287 | 0.269 | |
B | 0.5 | 0.75 | 0.706 | 0.75 | 0.476 | 0.58 | 0.75 | 0.76 | 0.8 | 0.747 | 0.742 | 0.958 | 0.712 | 0.731 |
Variabilità genetica (stimata per i loci comuni) nelle popolazioni italiane di confronto e nella filiera vivaistica del Monte Baldo. N/L: Dimensione media del campione per
Popolazione | N/L | n | P5% | Ho | He | F |
---|---|---|---|---|---|---|
1. Colline Torinesi (TO) | 11 | 1.6 | 60 | 0.209 | 0.261 | 0.199 |
(0.0) | (0.2) | - | (0.062) | (0.077) | - | |
2. Bosco Fontana (MN) | 14 | 1.6 | 50 | 0.121 | 0.2 | 0.395 |
(0.0) | (0.2) | - | (0.043) | (0.067) | - | |
3. Area Garda (BS) | 17 | 1.6 | 60 | 0.141 | 0.231 | 0.39 |
(0.0) | (0.2) | - | (0.044) | (0.068) | - | |
4. Valtellina (SO) | 18 | 1.6 | 60 | 0.194 | 0.224 | 0.134 |
(0.0) | (0.2) | - | (0.064) | (0.071) | - | |
5. Asiago-Lessinia (VI, VR) | 21.9 | 1.6 | 60 | 0.239 | 0.254 | 0.059 |
(0.1) | (0.2) | - | (0.082) | (0.077) | - | |
6. Prealpi venete Est (BL, TV) | 25 | 1.6 | 60 | 0.176 | 0.227 | 0.225 |
(0.0) | (0.2) | - | (0.057) | (0.073) | - | |
7. App. Tosco-Romagnolo (FO, AR) | 37.7 | 1.6 | 60 | 0.186 | 0.21 | 0.114 |
(0.3) | (0.2) | - | (0.076) | (0.071) | - | |
8. Valtiberina (AR, PU) | 15 | 1.6 | 60 | 0.207 | 0.234 | 0.115 |
(0.0) | (0.2) | - | (0.071) | (0.068) | - | |
9. Monti Sibillini (MC, AP) | 84.8 | 1.6 | 60 | 0.134 | 0.21 | 0.362 |
(0.2) | (0.2) | - | (0.046) | (0.07) | - | |
10. Monti della Laga (TE) | 25 | 1.6 | 50 | 0.148 | 0.161 | 0.081 |
(0.0) | (0.2) | - | (0.052) | (0.055) | - | |
11. Monte Baldo (VR) | 31 | 1.6 | 50 | 0.145 | 0.194 | 0.253 |
(0.0) | (0.2) | - | (0.047) | (0.062) | - | |
12. S1 T1 | 40 | 1.6 | 50 | 0.185 | 0.199 | 0.07 |
(0.0) | (0.2) | - | (0.062) | (0.065) | - | |
13. S1 T2 | 39.9 | 1.6 | 60 | 0.161 | 0.2 | 0.195 |
(0.1) | (0.2) | - | (0.048) | (0.062) | - | |
14. Piantagione | 60 | 1.6 | 50 | 0.138 | 0.179 | 0.229 |
(0.0) | (0.2) | - | (0.046) | (0.063) | - |
Valori di differenziazione genetica in tutte le popolazioni analizzate (filiera vivaistica compresa), calcolati per i
Locus | HT | HS | DST | GST |
---|---|---|---|---|
MDH-1 | 0.161 | 0.165 | 0.004 | 0.024 |
MDH-2 | 0.000 | 0.000 | 0.000 | 0.000 |
6PGD1 | 0.294 | 0.331 | 0.037 | 0.112 |
6PGD2 | 0.000 | 0.000 | 0.000 | 0.000 |
IDH-1 | 0.423 | 0.437 | 0.014 | 0.031 |
IDH-2 | 0.486 | 0.493 | 0.007 | 0.015 |
PGI-1 | 0.000 | 0.000 | 0.000 | 0.000 |
PGI-2 | 0.401 | 0.459 | 0.058 | 0.126 |
GOT-1 | 0.000 | 0.000 | 0.000 | 0.000 |
GOT-2 | 0.377 | 0.403 | 0.026 | 0.065 |
Media | 0.214 | 0.229 | 0.015 | 0.064 |
F-statistico medio per i loci comuni ai 3 livelli del Monte Baldo ed alle popolazioni italiane di confronto.
Locus | FIS | FIT | FST |
---|---|---|---|
MDH-1 | -0.037 | 0.001 | 0.037 |
6PGD1 | -0.058 | 0.067 | 0.118 |
IDH-1 | -0.018 | 0.025 | 0.042 |
IDH-2 | 0.240 | 0.271 | 0.042 |
PGI-2 | 0.658 | 0.714 | 0.164 |
GOT-2 | 0.102 | 0.163 | 0.068 |
Media | 0.182 | 0.249 | 0.081 |
Distanze genetiche nella filiera vivaistica calcolate su tutti i
Popolazione | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 |
---|---|---|---|---|---|
1. Monte Baldo A | ***** | 0 | 0.006 | 0.01 | 0.015 |
2. Monte Baldo B | 0.008 | ***** | 0.014 | 0.02 | 0.007 |
3. Piantagione | 0.014 | 0.021 | ***** | 0.011 | 0.015 |
4. S1 T1 | 0.019 | 0.028 | 0.014 | ***** | 0.018 |
5. S1 T2 | 0.024 | 0.015 | 0.019 | 0.023 | ***** |
Distanze genetiche fra le popolazioni studiate, calcolate per i loci isoenzimatici comuni (sopra la diagonale sono state stimate secondo
Popolazione | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. Colline Torinesi (TO) | ***** | 0.008 | 0.012 | 0.011 | 0 | 0.006 | 0.003 | 0.058 | 0.012 | 0.071 | 0.029 | 0.042 | 0.027 | 0.034 |
2. Bosco Fontana (MN) | 0.021 | ***** | 0 | 0.005 | 0.019 | 0.005 | 0.002 | 0.041 | 0.001 | 0.07 | 0.014 | 0.011 | 0.016 | 0.015 |
3 Area Garda (BS) | 0.024 | 0.007 | ***** | 0 | 0.025 | 0.002 | 0.009 | 0.023 | 0 | 0.052 | 0.004 | 0.009 | 0.006 | 0.005 |
4. Valtellina (SO) | 0.023 | 0.013 | 0.005 | ***** | 0.024 | 0.001 | 0.005 | 0.019 | 0 | 0.048 | 0.001 | 0.008 | 0.001 | 0.005 |
5. Asiago-Lessinia (VI-VR) | 0.006 | 0.028 | 0.033 | 0.032 | ***** | 0.008 | 0.012 | 0.075 | 0.027 | 0.063 | 0.039 | 0.046 | 0.032 | 0.036 |
6. Prealpi venete Est (BL, TV) | 0.016 | 0.012 | 0.009 | 0.008 | 0.015 | ***** | 0.008 | 0.031 | 0.005 | 0.046 | 0.007 | 0.016 | 0.003 | 0.004 |
7. App. Tosco-Romagnolo (FO, BO) | 0.013 | 0.008 | 0.015 | 0.011 | 0.018 | 0.013 | ***** | 0.058 | 0.007 | 0.08 | 0.024 | 0.021 | 0.021 | 0.026 |
8. Monti della Laga (TE) | 0.068 | 0.047 | 0.03 | 0.024 | 0.081 | 0.036 | 0.061 | ***** | 0.016 | 0.03 | 0.004 | 0.028 | 0.012 | 0.016 |
9. Valtiberina (AR, PU) | 0.025 | 0.011 | 0.004 | 0.002 | 0.036 | 0.013 | 0.014 | 0.023 | ***** | 0.042 | 0.001 | 0.005 | 0.004 | 0.006 |
10. Monti Sibillini (MC,AP) | 0.08 | 0.076 | 0.057 | 0.052 | 0.068 | 0.049 | 0.082 | 0.032 | 0.048 | ***** | 0.031 | 0.04 | 0.03 | 0.029 |
11. Monte Baldo (VR) | 0.039 | 0.021 | 0.011 | 0.007 | 0.045 | 0.011 | 0.027 | 0.008 | 0.008 | 0.034 | ***** | 0.009 | 0 | 0.001 |
12. Piantagione | 0.051 | 0.017 | 0.014 | 0.013 | 0.051 | 0.02 | 0.023 | 0.031 | 0.011 | 0.042 | 0.012 | ***** | 0.009 | 0.006 |
13. S1 T1 | 0.036 | 0.022 | 0.012 | 0.007 | 0.037 | 0.007 | 0.024 | 0.016 | 0.011 | 0.032 | 0.002 | 0.011 | ***** | 0 |
14. S1 T2 | 0.043 | 0.021 | 0.011 | 0.01 | 0.041 | 0.009 | 0.029 | 0.019 | 0.012 | 0.031 | 0.004 | 0.008 | 0.002 | ***** |