This paper deals with the effects of grazing pressure in two Holm oak (
L’attenzione del mondo scientifico e dell’opinione pubblica è da tempo concentrata sui problemi riguardanti la gestione sostenibile delle risorse ambientali, considerato anche che l’azione dell’uomo, negli ultimi cinquanta anni, ha cambiato gli ecosistemi più rapidamente ed in modo più intenso di qualunque altro periodo della storia umana (Valentini in
La Sardegna non rappresenta un’eccezione e, almeno per quanto riguarda una parte consistente dei territori montani dell’Isola, la mancanza di regolamentazione del pascolo nelle aree boscate, rappresenta una delle maggiori cause di regressione degli ecosistemi forestali (
L’uso del bosco per il pascolo ha in Sardegna e nel resto del mondo radici antiche, e la sua compatibilità con la gestione sostenibile della foresta era resa possibile da alcune consuetudini che alleggerivano la pressione sul bosco da parte degli animali, come la transumanza e il periodico allontanamento del bestiame
Per questi motivi, soprattutto nei boschi di proprietà pubblica gravati da usi civici, al naturale invecchiamento degli alberi si accompagnano una sintomatica carenza di rinnovazione naturale,la compattazione del suolo, l’innesco di fenomeni erosivi, i furti di legname, con fenomeni di degradazione spesso molto intensi, che mettono in serio pericolo la conservazione di questi ecosistemi.
Con il presente lavoro si è inteso integrare una serie di valutazioni condotte su questi argomenti in altre realtà dell’isola (
Il fine ultimo di queste indagini è quello di verificare l’importanza dei fenomeni osservati sulle dinamiche della rinnovazione, in modo da fornire uno strumento utile per definire linee guida di gestione sostenibile e conservazione dei paesaggi tradizionali dell’entroterra sardo.
Lo studio è stato condotto in due località della provincia d’Ogliastra: Villagrande Strisaili e Gairo Taquisara.
L’individuazione delle aree da sottoporre a indagine e le successive operazioni di campionamento hanno riguardato terreni ubicati all’interno dei rispettivi Demani Comunali, in zone ben raggiungibili dalla viabilità ordinaria (che facilita il trasporto del bestiame), con copertura boschiva a densità variabile. Sono risultate necessarie due fasi successive d’indagine: (a) caratterizzazione e delimitazione dell’area d’indagine; (b) individuazione delle aree di saggio.
Le aree sono state inizialmente individuate con la collaborazione del personale dell’Ente Foreste della Sardegna e in seguito valutate attraverso l’osservazione delle ortofoto 1:10000 della Provincia Ogliastra. Su tale supporto, sono stati definiti i perimetri delle aree d’indagine facendo riferimento a limiti fisiografici ben riconoscibili sul terreno (crinali, vallecole, corsi d’acqua, strade, ecc.), complessivamente è stata delimitata una superficie di 50 ettari nell’agro di Gairo e di 74 in quello di Villagrande.
Le leccete di Villagrande, situate in località“
Per quanto concerne il substrato pedogenetico si tratta prevalentemente di rocce intrusive (graniti, granodioriti, ecc) del Paleozoico e relativi depositi di versante, da cui derivano suoli acidi ascrivibili ai
Secondo la classificazione fitoclimatica del Pavari il territorio ricade nella sottozona media e fredda del
Il bosco di leccio campionato a Gairo Taquisara, in località Genna Orruali, è ubicato su un versante esposto a nord-ovest ad una quota di 950 m s.l.m. La pendenza del terreno oscilla fra il 5 e il 15%, con una morfologia più regolare rispetto all’altra area, ma con una pietrosità superficiale molto più diffusa. La piovosità media annua (relativa alla stazione di Gairo) è pari a 958 mm con la stessa distribuzione dell’altra area di studio. Per le temperature medie si fa riferimento anche in questo caso alla sopra citata stazione di Arzana.
Il substrato pedogenetico dominante è rappresentato da metamorfiti (scisti, scisti arenacei, ecc.) del Paleozoico con relativi depositi di versante, i suoli che ne derivano sono essenzialmente
La maggior parte del territorio gairese, come nel caso di Villagrande, ricade nella sottozona media e fredda del
Non essendo stato possibile rilevare l’effettivo carico di animali presente nelle due aree, nel presente lavoro si fa riferimento a quanto riportato dall’Anagrafe Nazionale Zootecnica (dati aggiornati al 30/09/ 2008) e negli elenchi ufficiali delle ASL di Lanusei.
Nel territorio di Villagrande sono presenti 244 aziende zootecniche di cui il 47 % suinicole, il 32% ovinicole e caprinicole, il 20 % allevano bovini e solo 1% cavalli. Complessivamente sono stati dichiarati 12918 capi di cui il 42% sono caprini, il 41% bovini, il restante suini (9%) e ovini (8%).
Nel territorio di Gairo sono state registrate 127 aziende zootecniche di cui il 52% allevano suini, il 39% ovini e/o caprini il restante bovini. Complessivamente risultano presenti 4625 capi di cui il 77% caprini e ovini, il 21% bovini e solo il 3% suini.
I dati ufficiali rispecchiano da soli un diverso carico di animali, più elevato a Villagrande dove è anche proporzionalmente più elevata la presenza di bovini e suini. Inoltre, come testimoniato dai tecnici locali, in questa zona il bestiame staziona tutto l’anno a differenza dell’area di Gairo dove invece è presente solo nel periodo estivo. I segni del sovraccarico sono comunque evidenti in entrambe le aree: il cotico erboso è povero di specie pabulari ed estremamente discontinuo per la presenza di ampi tratti scoperti caratterizzati da erosione superficiale ed incanalata.
Ciascuna area è stata suddivisa, in ambiente GIS, in
I rilievi al suolo sono stati effettuati in aree di saggio circolari, posizionati al centro dei
In ciascuna Ads1, per ogni individuo arboreo, sono stati rilevati: specie, diametro a 1.30 m distinguendo fra polloni di ceppaia e individui singoli (matricine), e ne è stata rilevata l’altezza totale (per i polloni è stata rilevata l’altezza di quello dominante).
In ogni Ads4, per ogni arbusto presente, sono state rilevate: specie, l’altezza (hc), la dimensione planimetrica maggiore (L1) e quella ad essa perpendicolare (L2); per ogni semenzale di specie arborea è stata rilevata: la specie, l’altezza (hs), la posizione all’interno dei cespugli (definendola centrale se ricadevano all’interno di una superficie circolare con raggio pari a L2/2, oppure periferiche) e, nel caso in cui fossero presenti gruppi di semenzali, è stato rilevato il numero totale (ns) e l’altezza dell’individuo più alto.
Infine, per avere delle indicazioni circa l’età dei semenzali, sono stati campionati casualmente 30 semenzali collocati all’interno di cespugli per area di studio. Per ciascuno di essi, con l’ausilio di uno stereomicroscopio, è stata eseguita la conta degli anelli sulla sezione trasversale del fusto al livello del colletto.
L’area coperta da ciascun cespuglio (S) è stata valutata attraverso la formula dell’ellisse (eqn. 1):
Tutti i dati sono stati elaborati con i comuni test di statistica inferenziale:
Test del χ2 per saggiare le differenze fra le specie arbustive in termini di presenza o assenza di semenzali di specie arboree al loro interno;
ANOVA a due vie (schema fattoriale con interazione) per le variabili S, hc, hs (fonti di variazione: specie di cespuglio; presenza o assenza di semenzali);
test di Duncan in tutti i casi in cui F < 0.05;
correlazione lineare fra: S, hc e hs.
A Villagrande il soprassuolo campionato è un bosco puro di leccio, probabilmente derivato da un ceduo matricinato, dove tuttora convivono mescolate anche per piede d’albero, piante singole e ceppaie. La densitàè molto irregolare, il grado di copertura medio delle chiome è di 3231 m2 ha-1 (± 245 SE): si alternano tratti a densità colma con zone a fisionomia di pascolo arborato, piante senescenti a chioma rada con individui visivamente più giovani e di grande vigoria.
L’area di Gairo non è strutturalmente dissimile dalla precedente, la copertura media delle chiome è pari a 5836 m2 ha-1 (± 342 SE). Anche qui si alternano piante singole, esclusivamente di leccio e di probabile origine gamica, con ceppaie che danno evidenza delle passate forme di governo. In
Nell’area di Villagrande sono mediamente presenti 306 ± 33 cespugli ad ettaro, le specie più abbondanti e frequenti sono: l’erica (
La superficie media dei cespugli è significativamente diversa fra le varie specie campionate (F[3, 143] = 5.17; P < 0.03), la specie che forma i cespugli più grandi è il rovo (3.2 m2) seguita dal ginepro (2.47 m2) ed erica scoparia (1.3 m2). Anche l’altezza media dei cespugli risulta significativamente diversificata fra le varie specie (F[3, 143] = 14.56; P < 0.001): il ginepro raggiunge le altezze maggiori (2.13 m) rispetto a rovo (1.25 m) ed erica (1.22 m) omogenee fra loro. Complessivamente si osserva una correlazione lineare positiva fra superficie ed altezza del cespuglio (R = 0.58; P < 0.001).
A Gairo sono mediamente presenti 421 ± 97 cespugli ad ettaro, le specie più abbondanti e diffuse sono: erica scoparia (129 ± 74 cespugli ad ettaro), ginepro comune (127 ± 39 cespugli ad ettaro) rovo (88 ± 27 cespugli ad ettaro) e rosmarino (
La superficie media dei cespugli è significativamente diversa fra le varie specie campionate (F[4, 195] = 3.59; P < 0.01), la specie che forma i cespugli più grandi è il ginepro (3.09 m2) quelli più piccoli sono di erica scoparia e rosmarino (1.7 m2 e 1.8 m2, rispettivamente), mentre quelli di rovo (1.89 m2) e quelli di biancospino e rosa canina assieme (1.9 m2) si collocano in posizione intermedia. Anche l’altezza media dei cespugli risulta significativamente differente fra le varie specie (F[4, 195] = 8.55; P < 0.001), il ginepro raggiunge le altezze maggiori (1.38 m) assieme a biancospino e rosa canina assieme (1.25 m), quelli più bassi sono di erica (0.96 m) e rosmarino (0.76 m). Il rovo presenta altezze intermedie (1.15 m). Anche in quest’area si osserva una correlazione lineare positiva fra superficie ed altezza dei cespugli (R = 0.69; P < 0.001).
Nell’area di Villagrande la maggior parte dei semenzali campionati è di leccio (96 %) i rimanenti di roverella. Mediamente sono presenti 1765 semenzali ad ettaro con una variabilità evidente (CV 54%), ma meno marcata rispetto all’area di Gairo.
Nell’area di Gairo, il numero di semenzali ad ettaro è mediamente pari a 3225 seppur con un’elevata variabilità fra i
Tali differenze dei valori medi non risultano tuttavia statisticamente significative e ciò è da imputare soprattutto all’elevata variabilità esistente nelle aree di indagine.
L’età media dei semenzali è omogenea fra le due aree e pari a circa 10 anni (errore standard 1.7 a Gairo e 1.0 a Villagrande).
A Gairo, dei 202 cespugli campionati 184 (91%) presentavano al loro interno semenzali, con differenze significative fra le specie costituenti i cespugli (
Facendo riferimento ai cespugli con all’interno semenzali, confrontando le diverse specie (ad eccezione della rosa canina per la scarsa rappresentatività del campione), emergono differenze significative rispetto al numero medio di piantine di leccio presenti (F[4, 177] = 3.97; P < 0.01). In particolare, in base al test di Duncan, i cespugli di erica presentano al loro interno un numero medio di semenzali (11) significativamente più alto di quelli di rosmarino (3) e biancospino (5), quelli di rovo (7) e ginepro (9) risultano omogenei fra di loro e si collocano in posizione intermedia. L’altezza media dei semenzali risulta significativamente diversa fra le specie di cespuglio che li ospitano (F[4, 177] = 4.32; P < 0.01). I cespugli di rovo, in base al test di Duncan, presentano i semenzali con l’altezza media più elevata (77.4 cm) assieme a quelli dei cespugli di biancospino (71.0 cm), mentre quelli nei cespugli di rosmarino (38.0 cm) ed erica (45.2 cm) sono quelli più bassi, i semenzali all’interno dei cespugli di ginepro (59.2 cm) si collocano in posizione intermedia. Si osservano differenze molto significative (F[1, 182] =25.01; P < 0.01) in termini di altezza media dei semenzali in funzione della loro collocazione nel cespuglio: quelli collocati nella parte centrale risultano più alti di quelli posti in periferia (74.8 cm e 43.7 cm, rispettivamente).
In generale, come riportato in
Nell’area di Villagrande, in 127 dei 147 cespugli campionati (86%) sono presenti semenzali di leccio e roverella con differenze molto significative fra le specie arbustive campionate (
Emerge una correlazione lineare positiva (
Se si esclude l’erica scoparia la cui diffusione in entrambe le aree è localizzata legata alle zone con terreno più superficiale, ciò che accomuna tutte le specie arbustive presenti (rovo, biancospino, ginepro, rosa canina, prugnolo e perastro) è di essere più o meno provviste di spine, come risultato selettivo dell’azione degli animali al pascolo (
La composizione specifica del piano arboreo si riflette in quella dei semenzali censiti: i semenzali di leccio sono gli unici presenti nell’area di Gairo e sono i più frequenti a Villagrande dove possiamo sporadicamente trovare anche semenzali di roverella esclusivamente nelle immediate vicinanze di alcune piante portaseme.
Il microclima luminoso all’interno dei cespugli è un fattore che può risultare selettivo per i semenzali delle specie arboree (
L’età media dei semenzali campionati, seppur con una certa variabilità, è comunque elevata (10 anni) in entrambe le aree indagate, a conferma di quanto osservato da
L’azione degli erbivori non incide sul numero dei semenzali che si sono insediati, come del resto dimostrato in altri lavori (
In entrambe le aree, i cespugli rappresentano gli unici ambienti in cui si possono osservare i processi di rinnovazione naturale della componente arborea: non sono stati rilevati semenzali allo scoperto. In realtà in entrambe le aree si sono osservate ceppaie di leccio con la fisionomia di cespugli, potrebbero essere anch’essi semenzali che, a seguito dell’intensa e ripetuta brucatura, hanno assunto tale portamento. Questo risultato conferma che l’azione di facilitazione è particolarmente importante quando il carico degli erbivori è elevato (
A causa delle caratteristiche morfologiche e della ricchezza di sostanze di riserva, i semi delle specie quercine sono sottoposti con maggiore probabilità all’azione di predatori naturali (
Come anche osservato in altri studi (
Nella fase di affermazione, la sopravvivenza e l’accrescimento delle piantine sono soprattutto condizionati dalla brucatura degli animali (
L’altezza media dei semenzali è significativamente più alta nei cespugli di
I semenzali hanno manifestato la tendenza ad accrescersi proporzionalmente all’accrescimento longitudinale dei cespugli, in questo senso tale relazione è evidente in quasi tutti i cespugli nell’area di Gairo (anche se più marcata nel caso del rovo e del biancospino) mentre a Villagrande si osserva solo nel caso dei cespugli di rovo. Gli arbusti di
I semenzali più alti si trovano sempre nella zona centrale del cespuglio, questo fenomeno conferma che l’azione protettiva svolta da quest’ultimi è comunque limitata alle zone più difficilmente accessibili dagli animali.
Siti sicuri per l’insediamento e la sopravvivenza dei semenzali delle specie arboree, si sono occasionalmente dimostrati anche le spaccature delle rocce, fenomeno già descritto nei pascoli arborati nella vicina Orgosolo (
I risultati dei rilievi condotti nelle aree campione di Villagrande e Gairo evidenziano l’efficacia dell’interazione fra cespugli e semenzali delle specie arboree e come questa interazione facilitativa sia specie-specifica (
La densità e la distribuzione dei cespugli con all’interno semenzali di leccio risulta relativamente elevata e ben distribuita in entrambe le aree e tale, teoricamente, da assicurare la continuità dei processi di rinnovazione. Di contro l’età media e le ridotte dimensioni dei semenzali, praticamente tutti costretti all’interno dei cespugli, inducono a pensare che la loro possibilità di sfuggire al morso del bestiame, considerati gli attuali livelli di carico, sia praticamente nulla.
Anche se la periodica sospensione del pascolo che avviene nell’area di Gairo offre qualche risultato apprezzabile in termini di densità e accrescimento dei semenzali, la maggior parte dei cespugli ha un’altezza tale da rimanere marcatamente al di sotto della linea di brucatura di bovini e caprini, così come riscontrato nei boschi comunali di Orgosolo (
Il contesto sociale ed economico che caratterizza i due territori comunali rende improponibile la sospensione, anche temporanea, dell’attività di pascolo, ma la riduzione e la regolamentazione del carico è una misura indispensabile se l’obbiettivo è quello della perpetuazione di questi soprassuoli. Il livello di senescenza è infatti abbastanza elevato e c’è quindi da aspettarsi, oltre a una progressiva diminuzione della copertura delle chiome, anche una costante diminuzione nella produzione di ghiande fertili.
Potrebbero essere individuate senza difficoltà anche altre tecniche di intervento, come l’integrazione della rinnovazione naturale attraverso piantagione di semenzali all’interno di arbusti di dimensioni adeguate, come positivamente sperimentato per la
La conservazione di questi ambienti è necessaria e possibile ma non può prescindere da una presa di coscienza degli amministratori locali che porti alla razionalizzazione delle attività di utilizzo del bosco e delle altre risorse. In questo senso diviene fondamentale il coinvolgimento partecipativo gli allevatori, magari compensando la minore resa dell’allevamento, con una maggiore rimuneratività dei loro prodotti combinata alla valorizzazione dell’attrattiva turistica di questi ambienti, che facilmente potrebbe diventare strumento di reddito.
Gli autori esprimono un vivo ringraziamento al dott. Stefano Alias per la collaborazione nei rilievi floristici e all’Ente Foreste di Lanusei, in particolare al dott. Salvatore Mele, per il supporto logistico.
In Sardegna, fino al 1980 veniva fatto osservare, nella maggior parte dei terreni comunali, un periodo di riposo (
Località Gairo: valori medi di altezza (hc, cm) e superficie (S, m2) degli arbusti distinguendo fra quelli con (si) e senza (no) semenzali all’interno. Le barre verticali indicano l’errore standard.
Località Villagrande: valori medi di altezza (hc, cm) e superficie (S, m2) degli arbusti distinguendo fra quelli con (si) e senza (no) semenzali all’interno. Le barre verticali indicano l’errore standard.
Principali dati dendrometrici medi dei soprassuoli delle due località indagate. (N): numero di individui; (G): area basimetrica; (dg): diametro dell’albero con area basimetrica media; (Hdg): altezza dell’albero con diametro pari a dg.
Località | Tipo | G | dg | Hdg | |
---|---|---|---|---|---|
N ha-1 | m2 ha-1 | cm | m | ||
Villagrande | Piante singole | 254 | 18.6 | 31 | 11.4 |
Polloni | 165 | 2.7 | 14 | 9.4 | |
Totale | 419 | 21.3 | - | - | |
Gairo | Piante singole | 132 | 13.0 | 35 | 12.9 |
Polloni | 427 | 7.1 | 15 | 9.9 | |
Totale | 558 | 20.0 | - | - |
Località Gairo Taquisara: correlazione lineare fra hc e hs.
Specie | Casi | R | P |
---|---|---|---|
Rosmarino | 14 | 0.86 | <0.001 |
Erica scoparia | 60 | 0.52 | <0.001 |
Ginepro comune | 57 | 0.46 | <0.001 |
Biancospino | 10 | 0.88 | <0.001 |
Rovo | 37 | 0.66 | <0.001 |
Totale | 184 | 0.53 | <0.001 |
Località Villagrande Strisaili: correlazione lineare fra hc e hs. (ns): non significativa.
Specie | Casi | R | P |
---|---|---|---|
Erica scoparia | 74 | 0.18 | n.s. |
Ginepro comune | 26 | 0.2 | n.s. |
Rovo | 21 | 0.83 | P<0.001 |
Totale | 126 | 0.31 | P<0.001 |