One of the most relevant professional task for a forestry consultant is to determine the stumpage value of a forest standing. It is an important information for the forest owner interested to know the market value of the actual timber production. Nevertheless, assessment approaches commonly used by scientists and forestry consultants go back to the beginning of XIX century, thus not considering the evolution of institutions, law and the socio-economic contests occurred in the meanwhile. Based on a case study located in Latium (central Italy), a comparative analysis of the main estimation approaches from the Italian forest literature have been carried out. A wide range of stumpage values has been obtained, with a coefficient of variation of 682%. Three underlying causes have been identified for such variation: revision of some components of the elementary costs, different calculation of cost procedures, new additional costs. Reiterate use of the above approaches affects transparency, traceability and documentation of the evaluation process, weakening the theoretical basis of the appraisal doctrine. Four issues to overtake this situation are proposed and discussed.
La redazione degli elaborati tecnici per l’esecuzione di interventi selvicolturali (siano essi piani o progetti), unitamente alla perizia di stima del Valore di Macchiatico (di seguito VdM), sono le prestazioni in cui il bagaglio culturale del forestale trova la sua più ampia valorizzazione. Mentre il primo è finalizzato a definire il modulo colturale più opportuno per assicurare la perpetuità dell’ecosistema, il secondo esprime il prezzo di ingresso sul mercato del soprassuolo destinato ad essere abbattuto.
La commessa di stima del VdM, sia nel caso in cui venga inoltrata a delle istituzioni (leggasi Corpo Forestale dello Stato, di seguito CFS) oppure sia affidata ad un libero professionista forestale (cioè colui che è inscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali), si considera evasa allorché, implementando il processo estimativo, ortodosso nel metodo e nel procedimento, giunge alla formulazione del giudizio di stima. Le componenti economico-finanziarie che concorrono alla definizione sono i ricavi degli assortimenti ed i costi del ciclo di trasformazione (
La trattazione del VdM nella dottrina estimativa stride per la sua staticità. Ciò riflette la convinzione che questo sia un argomento ormai saldamente consolidato. I vari contributi pubblicati in materia, sia quelli più prettamente scientifici (
Tale schema, tuttavia, si ritiene sia anacronistico per le evoluzioni intervenute nel settore, soprattutto dal punto di vista giuridico-normativo. Alle Regioni sono transitate le competenze amministrative e gestionali del patrimonio forestale che le hanno disciplinate con proprie leggi e regolamenti forestali; sono subentrati nuovi profili di tutela, come il paesaggio, l’ambiente, la sicurezza nei luoghi di lavoro, la disciplina dei mercati, che invece sono rimaste in capo alle istituzioni nazionali. Si è altresì evoluto il ruolo del CFS, seppur con differenze su scala regionale, determinando un coinvolgimento più significativo delle proprietà, in particolare di quelle pubbliche, nonché creando spazi occupazionali per i professionisti forestali.
Questi ultimi, dal canto loro, subentrando nelle mansioni tecniche-gestionali, hanno assolto agli incarichi di stima del VdM reiterando acriticamente gli schemi che istituzioni come il CFS localmente avevano provveduto a standardizzare (
Partendo dallo schema di ciascun autore ed applicandolo ad uno stesso intervento selvicolturale, si è inteso sottoporre a verifica l’ipotesi se questi conducessero verso un VdM del medesimo ordine di grandezza, nonché se il processo estimativo assicurasse adeguati standard di trasparenza e tracciabilità del processo di formazione del valore.
Il caso studio è costituito da un intervento selvicolturale ubicato nella Regione Lazio. Questo contesto regionale si caratterizza per un quadro normativo-amministrativo in cui sono definiti strumenti, procedure e ruoli degli attori del sistema economico
Il VdM esprime il più probabile valore delle piante in piedi destinate ad essere abbattute, caso emblematico dell’applicazione del criterio estimativo del valore di trasformazione. Il ricorso a questo criterio scaturisce dall’evidenza che il mercato dei soprassuoli in piedi ha un forte carattere territoriale, coinvolge pochi operatori appartenenti per lo più alla medesima zona, il cui esito è condizionato dalle strategie dei singoli partecipanti (mercato oligopolistico). Il mercato degli assortimenti, invece, è più dinamico, competitivo e con un maggior numero di operatori che lo rendono più prossimo ad un mercato a concorrenza perfetta. Partendo dal prezzo di questi ultimi (prezzo mercantile degli assortimenti all’imposto - PMI), è più probabile addivenire ad un giudizio meno distorto del valore dei soprassuoli in piedi.
Alla base del processo estimativo vi è la seguente assunzione: il PMI è pari alla somma del prezzo di acquisto della materia prima (prezzo di macchiatico - PdM) con i costi complessivi per la trasformazione in assortimenti (Kt) all’imposto, ovvero il luogo in cui si ha il primo mercato dei prodotti conseguiti dall’utilizzazione del soprassuolo: esso può coincidere con l’imposto tecnico, definito come l’area in cui si procede temporaneamente all’accatastamento della massa legnosa in attesa del suo trasporto presso le unità di trasformazione o vendita. Formalmente (
dove
Alla luce dell’evidenza che il “prezzo” è un dato proprio del mercato che deriva dalla negoziazione tra l’acquirente ed il venditore, quello espresso al termine del processo estimativo è invece l’esito di un’elaborazione per cui è più correttamente denominato “valore” (in termini generali tale trattazione è stata affrontata dal
La relazione conseguentemente diviene (
dove
Quest’ultima relazione rappresenta l’equazione del bilancio preventivo dell’intervento selvicolturale. Dato il rango secondario del criterio del valore di trasformazione (
Il metodo comparativo è alla base del processo estimativo. Nel processo è applicato in modo indiretto, poiché dal mercato vengono acquisite delle informazioni elementari, quali sono i costi dei fattori di produzione ed i prezzi degli assortimenti, soggetti a successive elaborazione.
Nella misura in cui la determinazione del VdM è finalizzata alla vendita del soprassuolo, la natura del giudizio è di tipo estimativo (ricorre il giudizio economico allorché questo debba concorrere alla formulazione di giudizi di convenienza sulla base di dati tecnico-economici che derivano direttamente dalla realtà in valutazione). Le informazioni si riferiscono a realtà ordinarie rispetto a quella in valutazione, sia per quel che riguarda l’AF che l’IUF.
Il procedimento più ricorrente per il calcolo del VdM è quello razionale-analitico. Ciò scaturisce dall’evidenza che il bosco non ha caratteri omogenei ed uniformi sull’intera superficie, pur limitandosi ad una analisi su scala locale. Le variabili che fanno la differenza sono numerose, si citano la specie, il governo e trattamento, l’età, la fertilità, l’orografia, la stazione, la vincolistica territoriale, la dotazione di infrastrutture ed altre ancora, da cui discendono differenze sul tipo di produzioni e/o sui sistemi di utilizzazione. Pur essendo dinanzi a soprassuoli analoghi, ubicati nel medesimo comprensorio, è sufficiente che differisca almeno una variabile affinché i VdM siano significativamente diversi.
Il giudizio di stima diviene il prezzo base con cui il committente avvierà le negoziazioni per la vendita del soprassuolo. La relazione tra VdM e PdM è la seguente (
Trattandosi di una vendita, l’offerta è al massimo rialzo, pertanto Δ è la migliore offerta avanzata dall’IUF; sarà nulla o minima nel caso in cui vi partecipa un’unica impresa, sarà al ribasso allorché le imprese non riconoscono idonea la valutazione del bene. Nel caso di proprietà pubbliche, trattandosi di un mercato fortemente regolamentato, la procedura per la vendita al ribasso è ben più complessa rispetto alla semplicità sopra riportata.
Il quadro normativo per l’esecuzione dell’intervento è delineato nei suoi principi generali dalla legge regionale 39/2002 (l.r. 39/2002), mentre sul piano operativo deve attenersi alle disposizioni del Regolamento Regionale 7/2005 (di seguito R.R. 7/2005). Quest’ultimo prevede che gli interventi su soprassuoli di castagno superiori a 20 ettari debbano essere autorizzati dall’ente competente (art. 7 del R.R. 7/2005).
Il complesso boscato ricade nell’area dei Monti Cimini (Viterbo, Lazio) di proprietà pubblica. Non essendo ancora esecutivo il piano di gestione ed assestamento forestale, in via transitoria, l’intervento selvicolturale è eseguito in conformità alle previsioni del progetto di utilizzazione forestale.
La superficie territoriale interessata ammonta a 28.41 ha su cui insiste un soprassuolo governato a ceduo a prevalenza di castagno (
L’intervento previsto è il taglio a raso con rilascio di matricine in misura di 45 matricine/ha per il castagno e 72 matricine/ha per cerro e roverella, numeri entrambi lievemente superiori a quelli minimi indicati dal Regolamento forestale.
I caratteri aziendali, la gestione del soprassuolo, l’intervento selvicolturale e la produzione legnosa sono analoghi a quelli della zona. In particolare le produzioni conseguibili sono analoghe a quelle delle altre aziende forestali, anch’esse falcidiate dal cancro corticale, cinipide e cipollatura.
La potenziale IUF che dovrebbe eseguire l’intervento afferisce a quelle che operano nel settore della produzione della legna da ardere. Queste svolgono il loro ciclo tecnologico procedendo all’abbattimento ed allestimento della legna sul letto di caduta in tronchetti dalla lunghezza di 1-1.20 m, mediante motosega di media potenza. Successivamente effettuano il concentramento manuale e l’esbosco mediante trattore con gabbie.
Il volume sottoposto ad abbattimento è stato stimato in 3443.69 t, al lordo delle perdite di lavorazione, mentre quello vendibile ammonta a 3271.51 t da collocarsi sul mercato della legna da ardere. La stima della massa legnosa è stata effettuata mediante delle aree di saggio all’interno delle quali è stato eseguito il cavallettamento totale delle piante ed il rilevamento di un campione di altezze. I dati volumetrici devono intendersi allo stato fresco (
Per quel che attiene l’attivo di bilancio, ci si è avvalsi strumentalmente del criterio del più probabile valore di mercato, determinando l’ammontare dei ricavi complessivi all’imposto. Dall’indagine di mercato presso gli operatori locali è emerso che il PMI di legname misto castagno e quercia ad uso ardere è di 85.00 €/t.
Il passivo di bilancio, sul piano teorico, astratto e generale, ricomprendere tutti i costi necessari alla trasformazione delle piante da abbattere in assortimenti, eccetto quello di acquisto della massa legnosa. Su questa componente si riflettono le differenze nell’applicazione dello schema da parte dei vari autori.
I costi unitari del lavoro, i dati tecnico-economici elementari ed il costo delle prestazioni professionali sono riportate nelle
Gli schemi di calcolo dei vari autori sono stati integrati dallo schema in uso fino alla fine degli anni ’90 dal Comando Provinciale del CFS di Viterbo, citato in letteratura (
Per ciascuno si è proceduto al calcolo dei Kti seguendo quanto riportato in letteratura sia nella trattazione della tematica che nell’eventuale casistica esplicativa, oppure in entrambe come per il contributo di
Nella matrice sinottica di comparazione (
L’attivo di bilancio è costituito unicamente dai ricavi derivanti dalla vendita della massa legnosa per fini energetici ed ammonta a 278 078.23 € (
Nei costi di produzione rientrano il costo del lavoro e quello delle macchine. Mentre per quest’ultimo non si rilevano differenze nell’applicazione dei vari schemi, risultando quale prodotto del costo di esercizio unitario delle macchine (motosega e trattore) per le relative ore di impiego con un costo specifico di 51 156.06 €; ben diverso è il quadro relativo al costo del lavoro. Questo oscilla dai 126 752.38 € ed i 217 704.50 € (
I costi di cantiere oscillano tra un minimo di 8 751.36 € ed un massimo di 57 571.97 €, mentre i costi di transazione riconducibili all’AF sono quelli che denotano la più ampia oscillazione con l’importo minimo pari a 5 393.05 €, mentre quello massimo di 36 695.43 € (
Considerando i costi totali, il
Sul piano teorico la tematica è consolidata e si risolve nella contrapposizione delle componenti attive e passive del bilancio dell’attività. Per quel che riguarda la determinazione dell’attivo, non si evincono criticità derivanti dai contributi dei vari autori, bensì deve registrarsi l’evoluzione intervenuta nel contesto quadro socio-economico. Alcune IUF si sono strutturate verticalmente associando all’attività di utilizzazione forestale quella di trasformazione e commercializzazione dei prodotti legnosi presso proprie unità locali, spostando il primo mercato del legname dall’imposto al piazzale aziendale. Se tale evoluzione in zona divenisse ordinaria, il bilancio estimativo dovrebbe necessariamente adeguarsi. E’ il caso delle produzioni di castagno in aree meno critiche di quella in studio. All’imposto sono temporaneamente accatastati i tronchi di lavoro di dimensioni camionabili (12-14 metri) mentre l’assortimentazione è eseguita presso il centro aziendale con macchinari più efficaci ed efficienti e con minori costi di lavoro (
Passando al passivo di bilancio ed assumendo a riferimento la vendita all’imposto, questo si presenta più complesso ed articolato. Pur essendo salva la correttezza del metodo e del procedimento, i risultati dei vari schemi hanno un’ampia variabilità come attesta la
La dinamica è spiegabile dall’effetto concomitante delle seguenti cause: (a) revisione delle componenti che concorrono a determinare l’onere di alcuni costi elementari; (b) differenti modalità di calcolo dei costi elementari; (c) introduzione di nuove voci di costo.
Relativamente alla revisione delle componenti dei costi elementari, il caso più evidente è rappresentato dal costo del lavoro. I valori determinati a seguito della loro riclassificazione oscillano tra 126 752.38 € ed i 217 704.50 €, con un coefficiente di variazione del 72% (
La seconda causa della variabilità del passivo di bilancio attiene alle modalità di calcolo dei costi elementari. Gran parte degli schemi sono accomunati dal ricorso ad un approccio speditivo in misura percentuale sull’ammontare dei ricavi o di altri costi. Casi significativi sono gli oneri previdenziali di cui si è già trattato, nonché i costi generali per la gestione dell’impresa e gli interessi sui capitali anticipati. I primi ricomprendono varie tipologie di costi elementari, tra cui i costi di amministrazione, sorveglianza e coordinamento che registrano un
Vi sono, infine, delle nuove voci di costo da dover includere nel bilancio. Una prima nuova spesa riguarda gli adempimenti per la sicurezza del lavoro. Tale tematica può considerarsi distinta in due componenti: (a) il costo per la sicurezza dei lavoratori riconducibile soprattutto alla fornitura dei DPI ed imputabile ai costi di produzione; (b) costo per la sicurezza dei luoghi di lavoro riconducibile ai documenti di valutazione dei rischi e/o piano della sicurezza, nonché alla segnaletica specifica, imputabile ai costi di cantiere. Per quel che riguarda i DPI si è data illustrazione nell’ambito dei costi del lavoro dell’IUF, in questa sezione si richiama l’attenzione sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, che invece si basa sulla redazione del documento di valutazione dei rischi dell’impresa e qualora intervengano più imprese, nel medesimo cantiere, del piano per la sicurezza. Si tratta di un adempimento obbligatorio, il cui onere è definito dal mercato che nel caso ammonta a 1 200 €.
Vi sono ancora ulteriori oneri per l’accesso al mercato. Questi non sono definiti per legge ma talvolta gli enti pubblici li introducono in analogia con la disciplina per l’affidamento dei lavori pubblici in appalto. Essi debbono essere ricompresi in bilancio per tipi e entità ordinari per la zona. Nel dettaglio sono i depositi fideiussori di partecipazione all’asta, a garanzia del pagamento dell’importo di acquisto e della corretta esecuzione dei lavori. A questo insieme si aggiungono ulteriormente il premio per la stipula di assicurazioni contro terzi a tutela della produzione all’imposto da incendi e furti, gli oneri per lo smaltimento dei rifiuti, ecc.
Un’ultima voce di costo è rappresentata dall’utile d’impresa (l’inclusione di questa voce potrebbe rendere ridondante il costo degli imprevisti), introdotta per analogia dalla legislazione vigente sugli appalti. Essa consente di superare una distorsione, puramente teorica, secondo cui all’imprenditore ordinario veniva attribuito un tornaconto nullo. Ne consegue che l’imprenditore opererebbe a prezzo di costo, sancendo implicitamente che egli dovrebbe ricercare quell’organizzazione dell’impresa che gli assicuri delle economie di scala a compensazione delle sue prestazioni, che talvolta può aver condotto all’attivazione di economie di scala illegali (lavoro decontrattualizzato, irregolare, macchine non conformi alle norme di sicurezza, omissioni nell’uso dei DPI, ecc.).
Tutto ciò si riverbera sui valori di macchiatico del lotto ordinario (
L’epistemologia della dottrina estimativa considera gli aspetti metodologici e procedurali quale portato culturale più rilevante del processo estimativo (
Tutti gli schemi di calcolo del VdM oggetto di analisi, riflettono applicazioni ortodosse del metodo e del procedimento, coerentemente con il quadro vigente nel momento in cui è stato formulato. La loro reiterazione successiva ed acritica deve considerarsi almeno anacronistica data l’evoluzione del mercato dei prodotti e dei fattori intervenuti nel frattempo. Diverse sono le criticità che caratterizzano il loro impiego. I vari autori fornendo dei valori percentuali per la determinazione speditiva dei costi, da un lato irrigidiscono il processo estimativo, e dall’altro lo semplificano avviandolo verso un mero esercizio contabile. Questa impostazione, oltre ad attenuare il ruolo del professionista, conferisce al processo un carattere di auto-genesi dei dati, facendo mancare la sua connessione con il mercato e rendendolo avulso dalle indicazioni derivanti dall’evoluzione del quadro tecnico-amministrativo e di quello giuridico. Viene così meno la ragione fondante della stima analitica, ossia la sua capacità di ripercorrere il processo di formazione del valore, nonché lo stesso non potrà essere identificato come trasparente, tracciabile e documentabile. A fronte di queste evidenze il conseguimento da parte di questi schemi del VdM in linea con il quadro congiunturale del mercato corrente è una conseguenza incidentale piuttosto che sistemica.
L’ampio range di oscillazione dei valori (
Si evince, dunque, la necessità di superare gli schemi tradizionali, conferendo maggior flessibilità al processo estimativo, promuovendo una miglior connessione con la situazione dei mercati, delle politiche e delle normative. Sul piano didattico-professionale, tutto ciò dovrebbe avvenire:
convergendo, laddove possibile, verso dizioni comuni delle tipologie di costo ed evidenziare la loro flessibilità rispetto al sistema delle utilizzazioni;
valorizzando il ricorso ai costi espliciti laddove si è in presenza di prestazioni che transitano per il mercato dei fattori e dei prodotti;
limitando l’uso di metodi speditivi solamente per quei costi impliciti che non transitano per il mercato, esempio il costo per il “coordinamento tecnico e la sorveglianza” e per “l’uso dei capitali”;
soffermando l’attenzione sulle tipologie di costo, esplicitando la loro natura e rimandando al professionista il contenuto delle stesse (
sensibilizzando il professionista affinché il processo estimativo sia coerente con i requisiti di trasparenza, tracciabilità e documentabilità;
valorizzando anche degli altri procedimenti estimativi che possono trovare utile impiego ai fini della semplificazione.
Esiste un diffuso timore che il calcolo del VdM attenendosi alle indicazioni di mercato determini un’ulteriore riduzione dei già bassi margini di convenienza economico-finanziaria degli interventi selvicolturali. L’analisi comparativa ha dimostrato che lo schema di
È invece più pertinente l’osservazione secondo cui l’ingresso dei professionisti ha innalzato i costi di transazione e quindi ridotto il VdM del soprassuolo. Questa è una osservazione consistente, seppur non sempre veritiera in termini assoluti, come si evince dalla
Processo di trasformazione.
Passivo di bilancio per ciascuno schema di calcolo.
Costo del lavoro per l’impresa.
Importo dei costi di transazione.
Importo del valore di macchiatico.
Superficie territoriale e superficie utile di intervento.
Superficie | Valore | |||
---|---|---|---|---|
Percentuale % | Assoluto ha | Totale ha | ||
Superficie territoriale | - | - | 28.41 | |
Tare improduttive | - | 1.38 | 1.38 | |
Tare diffuse e non cartografabili | 2.50% | - | 0.71 | |
Superficie forestale utile | - | - | 26.32 | |
di cui | - Zona A (a prevalenza di castagno) | - | - | 17.32 |
- Zona B (a prevalenza di cerro e roverella) | - | - | 9 |
Volume e valore della produzione dell’intervento di utilizzazione forestale.
Descrizione | Zona | Unità di misura | Volume legnoso | Valore mercantileall’imposto | |||
---|---|---|---|---|---|---|---|
Presente | Rilasci | Prelievi | Volume vendibile | ||||
Intervento fine turno | A | t | 2 457.58 | 64.21 | 2 393.37 | - | - |
B | t | 1 109.11 | 58.78 | 1 050.33 | - | - | |
Produzione totale | - | t | 3 566.69 | 122.99 | 3 443.69 | 3 443.69 | - |
Perdite di lavorazione | - | % | - | - | - | 5.00% | - |
Produzione legnosa netta | - | t | - | - | - | 3 271.51 | 3 271.51 |
Prezzo mercantile all’imposto | - | €/t | - | - | - | - | 85.00 |
Valore produzione legnosa vendibile | - | € | - | - | - | - | 278 078.23 |
Costo orario del lavoro. (a): Salario base, escluse indennità ed elementi aggiuntivi vari.
Descrizione | Incidenzacomponenti | Qualifica | |
---|---|---|---|
Specializzato€/ora | Comune€/ora | ||
Salario netto | - | 8.27 | 5.79 |
Ritenute e detrazioni a carico del lavoratore | 35% | 4.46 | 3.12 |
Salario lordo (a) | - | 12.73 | 8.9 |
Oneri a carico dell’impresa | 12% | 1.53 | 1.32 |
Costo del lavoro per l’impresa | - | 14.26 | 10.22 |
Dati tecnico-economici per la determinazione dei costi di produzione.
Fasi del ciclo tecnologico | Manodopera | Macchine ed accessori | Rendimento (t/h) | Costi DPI(€/h) | |||
---|---|---|---|---|---|---|---|
Qualifica | Unità(n) | Costo orario (€/h) | Tipo | Costo orario (€/h) | |||
Abbattimento e allestimento | Specializzato | 1 | 14.26 | Motosega | 3.30 | 1.8 | 0.32 |
Comune | 1 | 10.22 | - | - | 0.25 | ||
Concentramento ed esbosco | Specializzato | 1 | 14.26 | Trattore gommato | 24.82 | 1.6 | 0.24 |
Comune | 2 | - | Gabbie | 0.20 | 0.25 | ||
Accatastamento | Specializzato | - | 10.22 | - | - | 2.2 | - |
Comune | 2 | - | - | - | 0.25 |
Prestazioni professionali connesse con l’intervento selvicolturale e dati finanziari elementari (da
Descrizione | Costi | ||
---|---|---|---|
Forfettario (€) | Unitario (€/ha) | ||
Preliminare | Progetto di utilizzazione forestale | - | 200.00 |
Diritti amministrativi | 200.00 | - | |
Preparatoria | Consegna lotto | - | 82.00 |
Confini marcatura | - | 26.24 | |
Redazione capitolato d’oneri | - | 45.00 | |
Costo perizia di stima valore di macchiatico | - | 146.00 | |
Esecutiva | Incarico fiduciario | - | 114.00 |
Conclusiva | Collaudo | - | 187.00 |
Riclassificazione dei costi dell’intervento selvicolturale.
Titolarità dei costi | Tipologie di costi | Costi | Dettaglio | |
---|---|---|---|---|
Impresa utilizzazione forestale | Costi di produzione | Costo del lavoro e DPI | Costo del lavoro per l’impresa | |
Oneri a carico dell’impresa | ||||
DPI | ||||
Costo delle macchine | Costo di esercizio | |||
Costi di cantiere | Costi di gestione generale del-l’impresa | Costi interni | Sorveglianza. coordinamento tecnico | |
Costi di transazione interni | Amministrazione e contabilità | |||
Altri adempimenti amministrativi vari | ||||
Assicurazione varie | ||||
Costi per l’accesso al mercato | Oneri fideiussori e cauzionali | |||
Costo per la sicurezza | Documento valutazione dei rischi | |||
Costi del capitale impiegato | Interessi sul capitale anticipato | |||
Utile d’impresa | Utile netto d’impresa | |||
Azienda forestale | Costi di transazione | Costi professionali e consulenze | Costi per redazione elaborati professionali | |
Costi per prestazioni di campo professionali | ||||
Incarico fiduciario | ||||
Collaudo | ||||
Oneri amministrativi | Diritti amministrativi |
Costi | Valori (€) | Coefficiente di variazione (%) | ||
---|---|---|---|---|
Minimo | Massimo | Range | ||
di produzione | 126 572.38 | 217 704.50 | 91 132.11 | 72.00 |
di cantiere | 8 751.36 | 57 571.97 | 48 820.60 | 557.86 |
di transazione | 5 393.05 | 36 695.43 | 31 302.38 | 580.42 |
Totale | 148 121.65 | 261 448.56 | 113 326.91 | 76.51 |
Valore di macchiatico ordinario.
Fonte schema di calcolo | Attivo €/lotto | Passivo€/lotto | Valore di macchiatico | ||
---|---|---|---|---|---|
€/lotto | €/ha | €/t | |||
Serpieri ( |
278 078.23 | 156 923.22 | 121 155.01 | 4 264.52 | 37.03 |
Patrone ( |
231 097.62 | 46 980.61 | 1 653.66 | 14.36 | |
Bellucci ( |
148 121.65 | 129 956.58 | 4 574.33 | 39.72 | |
Volpini ( |
258 160.98 | 19 917.25 | 701.06 | 6.09 | |
CFS | 222 972.08 | 55 106.15 | 1 939.67 | 16.84 | |
Merlo( |
192 929.38 | 85 148.85 | 2 997.14 | 26.03 | |
Merlo( |
261 448.56 | 16 629.67 | 585.35 | 5.08 | |
Bernetti & Romano ( |
190 610.70 | 87 467.53 | 3 078.76 | 26.74 | |
Pettenella & Toffanin ( |
249 099.94 | 28 978.29 | 1 020.00 | 8.86 | |
Carbone & Savelli ( |
242 826.85 | 35 251.38 | 1 240.81 | 10.78 | |
Tempesta ( |
211 207.10 | 66 871.13 | 2 353.79 | 20.44 |
La matrice sinottica di comparazione.