Afforestation is often proposed as one of the most effective nature-based solutions to sequester carbon from the atmosphere, so mitigating the impending climate crisis. As a result, we have witnessed over the last few years a flourishing of projects aimed at planting new forests, particularly in periurban and agricultural settings, without a preliminary scientific discussion of their expected impact. In this contribution, we have therefore tried to summarize the evidence available for Italian settings, so as to define the range of sequestration rates that can be realistically expected. Moreover, we have tried to highlight some of the issues (age effects, single tree
La crisi climatica che stiamo fronteggiando, con la necessità di evitare che le temperature globali aumentino di oltre 2 °C nel prossimo secolo, ha stimolato negli ultimi mesi un benvenuto interesse per gli alberi e per l’aiuto che questi potrebbero darci grazie alla loro capacità di assorbire e immagazzinare la CO2 atmosferica.
Gli alberi hanno infatti la rara capacità di fissare attivamente - come tutte le piante - la CO2 atmosferica, ma di immagazzinarla anche per tempi potenzialmente lunghissimi nei loro fusti, nel suolo e, alla loro morte, nei prodotti legnosi. A scala globale, le foreste bloccano annualmente circa 4 Pg C, pari a quasi il 50% della CO2 annualmente emessa dall’uso dei combustibili fossili (anche se poi la deforestazione tropicale vanifica oltre i due terzi di questo benefico contributo verde -
Ma quale potrebbe essere concretamente l’impatto di queste iniziative? La capacità di fissazione del carbonio varia moltissimo, in funzione di specie, età, condizioni ambientali e fertilità dei suoli. La comunità scientifica può però fornire qualche valore di riferimento.
Vale la pena di fare una premessa. Tanto a scala globale quanto localmente, gli obiettivi dei progetti sono sempre espressi in termini di numero di piante messe a dimora, ma definire la fissazione di C da parte di una pianta è impresa ardua, in quanto questa cambia drammaticamente in funzione non solo dell’ambiente (è essenziale piantare l’albero giusto nell’ambiente giusto) ma anche e soprattutto delle sue dimensioni: la velocità di crescita aumenta infatti con l’età, man mano che la pianta sviluppa la sua chioma e intercetta più luce e più risorse (
La capacità della pianta di fissare C è anche limitata dalla competizione con le piante all’intorno, che riducono la disponibilità di risorse. La crescita di una pianta isolata è esaltata dalla sua capacità di espandere la chioma ad intercettare la luce, cosa che ben presto non è possibile se invece di un solo albero abbiamo piantato un bosco. Meglio piantare individui isolati, quindi? Dipende da quali sono i nostri obiettivi, e le nostre limitazioni. Se disponiamo di un numero limitato di piante, ma di superfici idonee illimitate, è certamente meglio lasciare le piante isolate e permettere loro di espandere la chioma. Se al contrario disponiamo di superfici idonee limitate, converrà optare per una densità più elevata, in modo da arrivare quanto prima a una copertura piena, così da utilizzare tutta la luce e le risorse disponibili e massimizzare il sequestro di C per ettaro di nuovo impianto.
Quanta CO2 potrebbe quindi sottrarre all’atmosfera un ettaro di nuovi impianti, considerando l’accumulo nell’intero ecosistema (NEP,
Occorre infine ricordare che la capacità del bosco di fissare C aumenta con l’età e i valori massimi riportati qui sopra non potranno quindi essere raggiunti nei primi anni dall’impianto, quando il bilancio del C dell’ecosistema sarà basso (o addirittura negativo finché la decomposizione della sostanza organica del suolo non venga controbilanciata dalla fissazione delle giovani piante -
Immaginando condizioni mesofile, quali si potrebbero incontrare ad esempio in molte aree del Nord e Centro Italia, quali valori ci potremmo allora attendere nei nostri impianti di pianura o prima collina? Alcuni recenti casi di studio ci possono fornire un’indicazione sulle potenzialità sia dei boschi misti di latifoglie decidue sia dei pioppeti intensivi (
A titolo di esempio, un impianto di latifoglie decidue di 12 anni nella pianura emiliana sequestra dall’atmosfera circa 3.7 t C ha-1 anno-1 (
Il sequestro netto di C dall’atmosfera è ovviamente molto maggiore nel caso di pioppeti specializzati. Un pioppeto tradizionale di età compresa fra 4 e 14 anni nella pianura lombarda, ad esempio, è capace di immagazzinare annualmente 7.5 t C ha-1 (
Focalizzandoci sulle stime relative ai soli impianti di latifoglie decidue, vale comunque la pena di notare che sono valori nettamente superiori a quelli mediamente osservati nelle foreste italiane. Facendo riferimento ai dati dell’Inventario Nazionale delle Foreste e del Carbonio, i nostri boschi accumulano complessivamente nella sola biomassa 7.35 Mt C anno-1, corrispondenti a un accumulo medio di 0.9 t C ha-1 anno-1 (
Grazie a una felice combinazione di specie, ambiente favorevole ed età gli impianti di latifoglie autoctone garantiscono quindi delle prospettive di sicuro interesse per la fissazione del C atmosferico.
Quale potrebbe essere allora, in via del tutto indicativa, l’impatto della realizzazione di nuovi boschi in area urbana e periurbana nelle regioni del Nord e Centro Italia?
Da quanto detto, adottando un orizzonte di riferimento di 50 anni e assumendo buone condizioni di fertilità, possiamo attenderci in impianti di latifoglie decidue (quali quercia, frassino, acero, ecc.) un valore medio di fissazione sull’intero periodo di 3.5 t C ha-1 anno-1, sempre che vengano garantite adeguate cure colturali pre- e post-impianto.
In impianti periurbani è ragionevole pensare di adottare una densità di 600-1000 piante ad ettaro, corrispondente a una distanza di 3-4 m da una pianta all’altra (anche se densità ancora inferiori vengono impiegate sia nei pioppeti di pianura sia nei parchi urbani). Piantando 10 milioni di alberi a una densità media di 800 piante a ettaro, è pertanto ragionevole attendersi che nell’arco di 50 anni questi 12.500 ha di nuovi impianti possano sottrarre all’atmosfera circa 2.2 milioni di tonnellate di C, pari a 8.0 milioni di tonnellate di CO2: circa 800 kg di CO2 per ogni pianta messa a dimora.
Si tratterebbe peraltro di risultati nettamente migliori di quelli ottenuti a scala nazionale nei decenni passati. Nel periodo 1990-2000, ad esempio, grazie a una serie di finanziamenti pubblici sono stati realizzati in Italia impianti di arboricoltura per un totale di 148.275 ha, costituiti per oltre la metà da impianti con latifoglie decidue. Si stima che nell’arco del loro ciclo di vita (1990-2040) questi impianti arrivino complessivamente a fissare nella sola biomassa epigea circa 10.1 milioni di tonnellate di C (
Possiamo quindi vedere le stime qui proposte come un valore massimo atteso, utile per evitare eccessivi entusiasmi e il rischio di delusioni future, rimandando a un’attenta previsione
Vale la pena di aggiungere infine un commento conclusivo per inquadrare in un contesto più generale queste stime e questo benvenuto fiorire di progetti: è importante ricordare che l’Italia è coperta da oltre 10 milioni di ettari di bosco e altre terre boscate, che fissano annualmente nella sola biomassa epigea oltre 7 milioni di tonnellate di C (
Si ringraziano il Dott. Paolo Mori, il Prof. Marco Marchetti e tutti i colleghi di AlberItalia per i preziosi commenti e le proficue discussioni.
Relazione fra l’incremento e l’altezza della pianta in alcune delle specie indigene di maggiore interesse per nuovi impianti periurbani. Dati tratti dall’Inventario Nazionale delle Foreste e del Carbonio (
Sommario delle stime di sequestro del C in piantagioni forestali estensive (latifoglie miste) ed intensive (pioppeto) in Pianura Padana. (1):
Tipologia | Età(anni) | Densità(n ha-1) | Regione | Sequestro medio annuo | Rif. | |
---|---|---|---|---|---|---|
t C ha-1 a-1 | t CO2 ha-1 a-1 | |||||
Latifoglie miste | 12 | 829 | Emilia-Romagna | 3.7 | 13.6 | 1 |
3-23 | 1690 | Friuli V. G. | 3.4 | 8.8 | 2 | |
Pioppeto | 0-4 | 5555 | Emilia-Romagna | 9.9 | 36.3 | 3 |
3-9 | 204 | Friuli V. G. | 12.9 | 34.5 | 2 | |
4-14 | 278 | Lombardia | 7.5 | 27.5 | 4 |