Chestnut (
Il castagno (
Dopo la seconda guerra mondiale, a seguito del processo di industrializzazione che ha interessato l’Italia, c’è stato un abbandono generalizzato soprattutto dei castagneti da frutto, che non più coltivati, sono stati preda del mal dell’inchiostro (
In molti casi l’abbandono colturale dei castagneti da frutto ha favorito in alcune aree la presenza di cedui derivanti da conversioni degli stessi nei quali coesistono vecchie ceppaie dei castagneti con giovani ceppaie originatesi dalla rinnovazione naturale del castagno (
I cedui di castagno hanno avuto una notevole diffusione per un insieme di motivi tra i quali: (a) la facoltà pollonifera praticamente illimitata; (b) l’elevata rapidità di accrescimento; (c) la molteplicità di assortimenti; (d) la versatilità del legno di castagno che si presta agli usi più svariati, spesso anche di pregio; (e) la possibilità di far variare il turno in rapporto alle richieste del mercato senza compromettere la perpetuità del ceduo. Tutto ciò ha portato all’elaborazione di moduli colturali flessibili che riflettono la capacità di adattamento della specie alle esigenze dell’uomo. La produzione di paleria di varie dimensioni, in alcune aree, è divenuta un vero e proprio volano per lo sviluppo dell’economia rurale (
In questo contesto, il presente lavoro si è posto l’obiettivo di: (a) elaborare un modello di stima dell’accrescimento dei cedui di castagno in modo da valutare gli effetti che un allungamento del turno potrebbe avere sulla differenziazione degli assortimenti; (b) realizzare una tavola della produzione media reale della massa corrente, e per le differenti tipologie di assortimenti; (c) valutare l’entità della necromassa presente in queste tipologie di boschi anche in funzione della prevenzione selvicolturale agli incendi.
L’area di studio si trova in una delle zone della Calabria di maggior diffusione del castagno, la Presila di Catanzaro. In quest’area il castagno forma un’unica fascia di oltre 2200 ettari di superficie che, in maniera continua, si sviluppa da ovest verso est sui versanti pedemontani della Sila Piccola compresi tra il bacino del fiume Crocchio e quello del Tacina, tra 800 e 1200 metri di quota (
Alle quote più basse, in prossimità dei centri abitati prevalgono nettamente i castagneti da frutto, in parte ancor oggi coltivati, mentre in alto (dove è stato condotto lo studio) dominano i cedui, con pendenze da deboli a moderate.
Il substrato litologico è costituito da rocce metamorfiche (gneiss, scisti e filladi) da cui si sono formati suoli ascrivibili, secondo la
La temperatura media annua è compresa tra 11 e 12 °C, quella del mese più freddo varia da 1 a 3 °C, con minimi assoluti di -14 °C (
La distribuzione delle piogge nel corso dell’anno è quella tipica del clima mediterraneo, con piogge superiori a 100 mm mensili da ottobre a marzo compreso e una significativa diminuzione nei mesi di giugno, luglio e agosto, quando complessivamente non superano il 6-7% del totale annuo. L’indice di aridità di De Martonne, superiore a 50, conferma la presenza di condizioni ecologiche favorevoli per la vegetazione forestale. Secondo la classificazione fitoclimatica di Pavari l’area ricade nella sottozona calda del
Lo studio è stato condotto in 15 aree di saggio rappresentative delle condizioni medie dei cedui di castagno di quest’area, di superficie variabile tra 400 e 1600 m2. L’età dei soprassuoli esaminati è compresa tra 2 e 50 anni.
In ogni area di saggio é stato rilevato il numero di ceppaie e di polloni per ceppaia, il diametro a petto d’uomo di tutti i polloni e l’altezza totale del 30% del numero di polloni, omogeneamente distribuiti nelle diverse classi di diametro.
Sulla base dei dati rilevati sono state definite le caratteristiche dendroauxometriche dei soprassuoli al variare dell’età ed è stata elaborata una tavola di produzione che illustra la situazione media reale dei popolamenti di castagno di questa zona.
Da un punto di vista metodologico, la tavola di produzione è stata realizzata sulla base del numero medio di polloni a ettaro, dello sviluppo storico della curva ipsometrica e dell’area basimetrica media.
In particolare, per la perequazione relativa al numero di polloni a ettaro (
dove
La valutazione delle variazioni della massa ha richiesto la disponibilità di un modello della variazione ipsometrica, espressivo delle specifiche condizioni dei popolamenti esaminati. Le variabili che esprimono le variazioni ipsometriche possono essere generalmente rappresentate da: (i) indicatori di fertilità; (ii) indicatori di densità; e (iii) indicatori dello stadio di sviluppo biologico.
In questo studio, essendo le aree caratterizzate da condizioni di fertilità non molto dissimili, per la costruzione della curva ipsometrica storica sono stati presi in considerazione gli indicatori appartenenti solo alla seconda e terza categoria. La seconda categoria è identificata dal numero di polloni a ettaro
dove
Un approccio basato sulle variabili di cui all’
Nella interpolazione dello sviluppo dell’area basimetrica, poiché il numero di polloni presenti
Considerando diverse trasformazioni e combinazioni di variabili con procedimento
dove
Nella simulazione dello sviluppo della massa legnosa dei popolamenti, una volta definite le condizioni iniziali dei popolamenti (
Per la stima degli assortimenti mercantili ritraibili è stata utilizzata, dopo verifica, la funzione di profilo (
Inoltre in ogni area di saggio sono stati condotti rilievi di dettaglio sulla necromassa, distinguendo: (i) alberi morti in piedi (
Per le prime due componenti e per i soggetti il cui diametro a petto d’uomo è superiore a 2.5 cm, è stato misurato il diametro a m 1.30 da terra e l’altezza totale; il volume è stato calcolato con le equazioni dell’INFC (
In ultimo, per una maggiore caratterizzazione della necromassa presente all’interno di ogni area di saggio, è stata effettuata un’analisi qualitativa del legno morto attribuendo ciascun componente, attraverso una stima visiva e tattile, ad una delle 5 classi di decomposizione secondo il metodo utilizzato da
Le analisi dendroauxometriche hanno portato alla definizione di modelli alsometrici che simulano lo sviluppo temporale dei principali parametri strutturali.
Mediante l’
Naturalmente, il numero di polloni è sempre decrescente all’aumentare dell’età ed è elevatissimo nei primissimi anni dopo la ceduazione (più di 30 000), quindi si riduce sensibilmente per effetto della concorrenza fra i polloni della stessa ceppaia. Mediamente, da quasi 9000 polloni a ettaro con altezza superiore a m 1.30 nei primissimi anni dopo la ceduazione, si passa ad una riduzione di circa il 50% al quinto anno e si arriva a circa 2300 polloni a ettaro a 15 anni, 1700 a 25 anni e a circa 1000 con turni di 50 anni. La riduzione numerica dei polloni è assai sostenuta fino ai 20-25 anni, per poi diventare assai modesta (
Per quanto riguarda le variazioni storiche delle altezze, tramite l’
Come atteso, vi è un diverso accrescimento longitudinale dei polloni alle diverse età. La maggiore ripidità della curva ipsometrica nei primi anni (
Tramite l’
In
In
I risultati ottenuti confermano l’elevata capacità produttiva dei cedui di castagno. Il volume per le diverse classi di età passa, mediamente, da circa 90 a 630 m3 ha-1, rispettivamente, per cedui di 9 e 50 anni. Anche gli incrementi sono sostenuti. La culminazione dell’incremento medio avviene all’età di 25 anni con 16 m3 ha-1 anno-1, mentre quella dell’incremento corrente si osserva a 15 anni con 21 m3 ha-1. L’incremento percentuale passa da 23.9% a 6 anni 0.8% a 50 anni.
Valori inferiori sono riportati da
Pur consapevoli della grande variabilità che c’è in Italia fra le differenti zone, dovuta a fattori ecologici e a differenti moduli colturali adottati nei cedui castanili, un sintetico confronto con altre realtà italiane evidenzia come in quest’area della Calabria le condizioni edafiche e climatiche siano ottimali per il castagno, il quale è in grado di assicurare produzioni decisamente elevate, se confrontate con altre realtà. Ad esempio,
Sulla base del modello di accrescimento messo a punto, della funzione di profilo utilizzata (
Con turni di 15 anni (età alla quale viene utilizzata la maggior parte dei cedui) circa il 60% della produzione è costituita da assortimenti di piccole dimensioni (diametro ≤ a 5 cm), mentre la paleria minuta e grossa rappresenta, rispettivamente, il 22 e il 18% del materiale ritraibile. Mancano del tutto gli assortimenti di maggiori dimensioni (
L’allungamento del turno a 25 anni determina, rispetto a quello di 15 anni, un aumento significativo della paleria grossa (54%) e una sensibile diminuzione degli assortimenti di piccole dimensioni (28%). Inoltre, si possono ricavare, anche se in misura limitata, assortimenti di maggior pregio, quali legname per travatura e pali telegrafici (in totale poco più dell’8%). Con turni di circa 25 anni, comunque, l’assortimento prevalente è la paleria minuta e grossa che rappresenta complessivamente il 63% del totale (
Con un turno di 50 anni aumenta la percentuale di pali telegrafici e di legname per travatura, che raggiungono il 32% degli assortimenti ritraibili, parte dei quali destinabili anche alla produzione di segati. In generale si nota una più equilibrata ripartizione degli assortimenti, con il 28% di assortimenti di piccole dimensioni, il 31% di paleria grossa e solo l’8% di paleria minuta (
La quantità di necromassa presente è costituita da polloni morti in piedi e/o a terra, legno morto a terra e ceppaie, con valori compresi tra 11.9 e 68.7 m3 ha-1. La componente più rappresentata è sempre quella dei polloni morti in piedi, variabile dal 65 al 92%, mentre quella meno rappresentata è costituita da polloni e/o alberi morti a terra.
Nei cedui di 2-3 anni la necromassa è costituita quasi esclusivamente da ceppaie morte, riferibili alla prima classe di decomposizione, più raramente a quelle caratterizzate da un più accentato grado di decomposizione.
Al crescere dell’età del ceduo aumenta anche la quantità di necromassa e si differenziano le varie componenti. Nei cedui di 15 anni, mediamente, la necromassa è pari a 11.9 m3 ha-1 (
Per i cedui di 25 anni, la necromassa presenta valori decisamente elevati, circa 69 m3 ha-1 (
Nei cedui di 50 anni la necromassa è risultata pari a 23.0 m3 ha-1 (
Valori non molto dissimili da quelli qui riscontrati sono riportati da
Per quanto riguarda la classe di decomposizione, nessuna componente della necromassa, a parte le ceppaie, rientra nelle ultime due classi di decomposizione di Koop. Ciò probabilmente, a causa dell’intensa utilizzazione di questi soprassuoli nel passato che prevedeva anche l’allontanamento di tutto il materiale legnoso, ramaglia minuta compresa. Altro elemento caratteristico è l’assenza di ceppaie morte di recente riferibili alla prima classe di decomposizione. Quelle presenti sono ascrivibili tutte alle classi di più avanzata fase di decomposizione.
Nei cedui di 15 anni la quasi totalità dei polloni morti in piedi (il 90%) rientra nella prima classe di decomposizione (
Abbastanza diversa appare la situazione nei cedui di 25 anni, dove più del 70% dei polloni morti in piedi rientra nella II e III classe di decomposizione (
Nei cedui di 50 anni, i polloni morti in piedi rientrano nella I (74%) e II classe (26%) di decomposizione (
Lo studio si inserisce in un filone della ricerca forestale, quale i modelli di crescita (
Sulla lunghezza dei turni nella gestione dei cedui di castagno incide fortemente il tipo di proprietà, poiché il piccolo proprietario tende a distribuire le ceduazioni temporalmente e spazialmente in modo da assicurarsi un reddito pressoché costante nel tempo. Proprio per questo i turni sono spesso compresi tra 10 e 15 anni (
I risultati a cui si è pervenuti evidenziano come con turni di 25 fino a 50 anni sia possibile ottenere una diversificazione dei prodotti con produzioni di assortimenti di maggior pregio, oggi attivamente ricercati dal mercato. Un allungamento dei turni è auspicabile anche per ridurre l’impatto visivo e ambientale della ceduazione (
Con riferimento a quest’ultimo fenomeno, le analisi condotte sulla caratterizzazione quantitativa e qualitativa della necromassa hanno mostrato come anche questa sia direttamente legata alla lunghezza del turno. La quantità di necromassa relativa alla componente dei polloni morti in piedi, particolarmente elevata nei cedui con turni fino a 25 anni, conferma che questa può costituire un grave problema per l’insorgere e il diffondersi degli incendi boschivi, come avviene con grande frequenza in estate. Sotto questo aspetto la riduzione di densità mediante gli sfollamenti e i diradamenti dei polloni soprannumerari, malformati, deperienti e dominati si configurano come interventi di prevenzione selvicolturale che, oltre a determinare un miglioramento qualitativo della produzione, favoriscono una diminuzione di biomassa potenzialmente combustibile (
Lavoro svolto nell’ambito del progetto PRIN 2009 “INFLAMING: Sperimentazione di modelli e tecniche innovative per la gestione integrata dei combustibili nella prevenzione degli incendi boschivi in foreste mediterranee e temperate" (coordinatore nazionale: P. Corona), finanziato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.
Variazione media del numero di polloni per ettaro in funzione dell’età.
Variazioni storiche della curva ipsometrica.
Sviluppo storico della curva di massa.
Variazione dell’incremento medio, corrente e percentuale di volume.
Assortimenti ritraibili alle diverse età.
Ripartizione percentuale delle componenti della necromassa nelle 5 classi di decomposizione del legno. (A): Classi di decomposizione del ceduo a 15 anni; (B): classi di decomposizione a 25 anni; (C): classi di decomposizione a 50 anni.
Dimensioni minime degli assortimenti normalmente ritraibili dai cedui di castagno.
Assortimenti | Diametro (cm) | Lunghezza (m) |
---|---|---|
Assortimenti piccole dimensioni | ≤ 5 | ≤ 5 |
Paleria minuta | 8-10 | 2-3 |
Paleria grossa | 11-12 | 4-6 |
Legname da travatura | 15-16 | 5-6 |
Pali telegrafici | 17-20 | 7.5-10.5 |
Stima dei parametri delle equazioni utilizzate con relative statistiche. (
Equazione | - | Param. | SE param. | R2 | SEE |
---|---|---|---|---|---|
ln (NP) = b 0 + b 1 ·ln(E) | b 0 | 9.4960 | 0.2835 | 0.8560 | 0.3105 |
b 1 | -0.6489 | 0.0941 | |||
ln (HT) = b0 +b1 · NP +b2 ·1/(E) + b3 ·1/(DBH) + b4 ·1/(DBH · E) | b 0 | 3.6723 | 0.0336 | 0.9599 | 0.1779 |
b 1 | -0.0002 | 0.00004 | |||
b 2 | 0.1216 | 0.7008 | |||
b 3 | -6.2088 | 0.2328 | |||
b 4 | 10.5159 | 0.5260 | |||
ln (g) = b 0 + b 1 ·1/(E 2 ) + b 2 ·NP | b 0 | -1.8961 | 0.1700 | 0.9779 | 0.2274 |
b 1 | 14.8024 | 3.3026 | |||
b 2 | -0.0011 | 0.0001 |
Tavola della produzione reale del Castagno nella Presila di Catanzaro (Calabria).
Età(anni) | Npolloni | Dg(cm) | Hg(m) | G(m2 ha-1) | Vol(m3 ha-1) | Im(m3 ha-1 anno-1) | Ic(m3 ha-1 anno-1) |
---|---|---|---|---|---|---|---|
3 | 6522 | 3.0 | 2.8 | 4.49 | 10.43 | 3.48 | - |
6 | 4159 | 5.7 | 6.0 | 10.64 | 36.86 | 6.14 | 8.81 |
9 | 3197 | 8.6 | 9.3 | 18.36 | 89.41 | 9.93 | 17.52 |
12 | 2653 | 11.0 | 12.0 | 25.30 | 153.41 | 12.78 | 21.33 |
15 | 2295 | 13.1 | 14.0 | 31.01 | 218.70 | 14.58 | 21.76 |
18 | 2039 | 14.9 | 15.7 | 35.59 | 280.34 | 15.57 | 20.55 |
21 | 1845 | 16.5 | 17.0 | 39.21 | 336.42 | 16.02 | 18.69 |
24 | 1692 | 17.8 | 18.1 | 42.08 | 386.49 | 16.10 | 16.69 |
27 | 1567 | 19.0 | 19.0 | 44.34 | 430.75 | 15.95 | 14.75 |
30 | 1464 | 20.0 | 19.9 | 46.12 | 469.68 | 15.66 | 12.98 |
33 | 1376 | 21.0 | 20.6 | 47.52 | 503.84 | 15.27 | 11.39 |
36 | 1300 | 21.8 | 21.2 | 48.62 | 533.78 | 14.83 | 9.98 |
39 | 1234 | 22.6 | 21.7 | 49.47 | 560.02 | 14.36 | 8.74 |
42 | 1176 | 23.3 | 22.2 | 50.12 | 583.01 | 13.88 | 7.66 |
45 | 1125 | 23.9 | 22.7 | 50.61 | 603.16 | 13.40 | 6.72 |
48 | 1079 | 24.5 | 23.1 | 50.96 | 620.83 | 12.93 | 5.89 |
50 | 1051 | 24.9 | 23.3 | 51.13 | 631.38 | 12.63 | 5.27 |
Necromassa presente nei cedui di castagno a diverse età.
Età | Polloni morti in piedi(n ha-1) | Polloni morti in piedi(m3 ha-1) | Polloni mortia terra(n ha-1) | Polloni mortia terra(m3 ha-1) | Legno mortoa terra(m3 ha-1) | Ceppaie(m3 ha-1) | Totale(m3 ha-1) |
---|---|---|---|---|---|---|---|
3 | - | - | - | - | - | 13.2 | 13.2 |
15 | 1056 | 7.7 (65%) | - | - | 0.6 (5%) | 3.6 (30%) | 11.9 |
25 | 2907 | 58.0 (84%) | 296 | 1.4 (2%) | 0.4 (0.6%) | 8.9 (13%) | 68.7 |
50 | 69 | 21.3 (93%) | - | - | 0.4 (1.6%) | 1.3 (5.6%) | 23.0 |