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Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 21, Pages 78-79 (2024)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0041-021
Published: Sep 26, 2024 - Copyright © 2024 SISEF

Book Reviews

Abstract

A useful glossary to describe the forest in a simple and scientifically correct way and to explain its importance for the future of our society.

Keywords

Forests, Glossary, Accuracy, Meaning

 

Marchetti M (a cura di) 2024. Foreste e società. Piccolo dizionario di gestione forestale sostenibile. Compagnia delle Foreste, Arezzo, pp. 370, ISBN 978-88-98850-50-1, € 28.00.

Scrive M. Schneider, in “Gli animali simbolici” (2021) che “l’idea che una verità deve cantare sembra costituire il fondamento del pensiero antico che, nella sua più alta evoluzione, concepì il cosmo come armonia”. E per cantare la verità delle foreste, alla ricerca di quell’armonia che pare perduta, e che vive di connessioni tra idee e realtà, fatta di passato e futuro coagulati nel presente, occorre che le idee suonino attraverso la parola.

Il mondo forestale si avvale di parole per spiegare le sue idee di presente e futuro, e leggere le vicende del passato nei loro effetti così chiari, a chi li sa vedere, ma spesso equivocati, distorti, travisati. Eppure, mai come questo tempo è ancora e soprattutto un’età del legno, “pur nel tempo del rovo e dell’edera”, come Marco Marchetti intitola uno dei capitoli dell’introduzione del volume intitolato “Foreste e società”.

Per i forestali italiani, che hanno vissuto in questi anni una rapida evoluzione delle situazioni che da tempo parevano ristagnare, ma non hanno ancora visto mettere in atto le azioni che ne dovrebbero essere conseguenza, è tempo di “alzare la testa, annusando il vento” e di “ascoltare, calibrare le richieste, e scegliere” e per farlo occorre disegnare una mappa di significato, utilizzando parole che ne abbiano, di profondo, e impiegandone di nuove, insieme ad altre consolidate, perché “è necessario essere ancorati alla memoria in modo dinamico” e non custodire le ceneri, come si legge nell’introduzione, prendendo a prestito una frase di G. Mahler, che di armonie certo si intendeva.

Il Piccolo dizionario di gestione forestale sostenibile, che a cura del prof. Marchetti, insieme ad 88 Autori, ha trovato attento editore (e Autore) in Paolo Mori, per i tipi di Compagnia delle Foreste, viene pubblicato in questi giorni con la grandissima ambizione, racchiusa nel titolo “Foreste e società”. Si indirizza al mondo forestale, certamente, che ha bisogno di una bussola ben descritta nelle sue necessità impellenti dalla magistrale prefazione di O. Ciancio, Presidente dell’Accademia italiana di Scienze forestali, e nella corposa, densa, approfondita introduzione del curatore, Ordinario di pianificazione forestale presso La Sapienza in Roma. Ma non è scritto solo per i forestali, e solo da forestali, che pure ne sono i principali Autori. È dedicato a coloro che guardano al mondo delle foreste con curiosità, a volte con sospetto, spesso con pregiudizio, quando non con grossolana approssimazione.

Non si utilizza nel volume un gergo tecnico, che, come acutamente osserva il Presidente Ciancio nell’introduzione, utilizzato in contesti non tecnici diviene “caduta di stile, e perché no, di professionalità” ma una raccolta di lemmi per imparare a parlare “con il bosco”.

Ecco le ragioni delle scelte, per alcuni versi apparentemente sorprendenti, dei 101 lemmi descritti ciascuno in non più di due pagine, raccolte in ordine alfabetico. Non troveremo la definizione di bosco, ma tre definizioni specifiche (boschi cedui, di neoformazione, vetusti). Non la definizione di foresta, ma cinque schede per le foreste nelle loro relazioni (con la città, con la fauna selvatica, con le istituzioni, con i portatori di interesse, con la società). Non troveremo nemmeno le schede con termini abusati ed erroneamente utilizzati, quali forestazione e piantumazione, finalmente banditi, e per questo si troverà una arguta spiegazione nell’introduzione, che funge da pista per addentrarsi nei lemmi, spesso collegati tra loro da rimandi. E se si trova una definizione di legno, è solo dopo tre schede specifiche per alcune sue caratteristiche, ed insieme ai termini con cui spesso viene confuso, che si fondono in una scheda destinata a descriverne la raccolta (non taglio, non utilizzo, non sfruttamento, non estrazione ma “raccolta”).

Anche gli Autori sono di diversa estrazione, tra i forestali professori universitari, ricercatori, liberi professionisti, dipendenti pubblici, ma anche ecologi, geologi, comunicatori, professori di diritto, avvocati.

Di alcune norme si parla, qua e là nelle schede, ma solo alla Costituzione è dedicato un lemma, a firma del prof. Giovanni Maria Flick, già Ministro di grazia e giustizia e Presidente emerito della Corte costituzionale. Si tratta in particolare di un solo articolo, l’art. 9, che insieme all’art. 41 è stato recentemente innovato, nel 2022. Passata quasi inosservata, nell’indifferenza generale, secondo il prof. Flick invece la modifica “testimonia l’impegno doveroso alla transizione ecologica e a quella digitale: due svolte di grande rilievo per il futuro del pianeta”. Il futuro è dunque nella nostra Costituzione repubblicana, e le foreste ne fanno a buon diritto parte integrante. Quelle italiane, con la loro storia che echeggia in molte parti del Dizionario, possono raccontare qualcosa anche alle foreste del mondo, se i forestali italiani sapranno trovare le parole giuste per raccontarlo. Per questo Foreste e società è un libro da leggere, da far leggere, da consultare e riconsultare, di tanto in tanto. Perché per parlare con il bosco nell’era dei GPS, dei droni, dei post, restano comunque fondamentali un buon libro, un paio di scarponi e la cara vecchia bussola.

 
 
 

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