*

Investing in forestry bears good fruit: lessons from the past

Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 19, Pages 10-11 (2022)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0049-019
Published: Feb 06, 2022 - Copyright © 2022 SISEF

Book Reviews

Abstract

It is good that it remains a testimony of a job well done. This is useful for the younger generation and for those who face similar problems albeit in different times and contexts. For this reason the book on reforestation carried out in Calabria almost seventy years ago is important, not only for the numerous information it provides on the subject, but above all because it helps understanding that behind what we see today in the landscape of many areas of that region there are enlightened political choices, good science and technology, the hard work of many people; all in collaboration with nature.

Keywords

Reforestation, Southern Italy, Soil conservation, Book review

 

Iovino F, 2021. La ricostituzione boschiva in Calabria. Modello di riferimento del passato con approcci attuali in tema di tutela del territorio e dell’ambiente. Rubbettino, collana Università, Soveria Mannelli, pp. 186, € 15.00 (brossura). [online] URL: ⇒ https:/­/­www.store.rubbettinoeditore.it/­catalogo/­la-ricostruzione-boschiva-in-calabria/­

In base all’ultimo inventario forestale nazionale (INFC 2015) in Calabria ci sono 495.177 ettari di boschi alti. Si tratta di uno dei principali patrimoni forestali regionali, anche per la qualità dei popolamenti considerando l’alto rapporto tra fustaie e cedui, nonché l’elevata densità e provvigione media dei soprassuoli. Così come un po’ in tutta Italia, anche in Calabria la superficie forestale è andata progressivamente aumentando a partire dall’ultimo dopoguerra, ma in questo caso non si è sempre trattato di un processo di spontaneo ritorno del bosco su spazi non più utilizzati dall’agricoltura. In questa regione, l’opera dell’uomo ha svolto un ruolo di particolare rilevanza. Circa 124.000 ha degli attuali soprassuoli hanno un’origine temporalmente concentrata in soli dodici anni, e precisamente nel periodo che va dal 1955 al 1967, e sono il risultato di una delle più estese opere di rimboschimento attuate nel nostro paese per il recupero di terreni marginali, ex coltivi abbandonati e soggetti a gravi fenomeni di degrado a causa dell’intensa erosione. All’origine dell’intervento ci fu l’emanazione della Legge 26 novembre 1955 n. 1177, denominata “Provvedimenti straordinari per la Calabria”, che finanziò una delle azioni più significative dello Stato italiano, sia in termini di superficie che di efficacia, per il recupero funzionale e la salvaguardia ambientale di una parte del suo territorio. Per avere un’idea dell’ordine di grandezza del lavoro che fu allora compiuto, basta pensare che furono messe annualmente a dimora 40 milioni di piantine, prodotte in gran parte in vivai della regione. Inoltre, gli impianti furono realizzati in località anche molto distanti dalle aree urbane e in stazioni spesso impervie, per cui si rese necessaria la costruzione di un’adeguata rete di infrastrutture viarie di servizio e di strutture ricettive per gli operai impiegati per i lavori.

La selvicoltura giocò un ruolo decisivo in questa impresa. Le tecniche di rimboschimento allora disponibili non sempre si rivelarono idonee alle condizioni climatiche e geo-pedologiche spesso molto difficili in cui occorreva utilizzarle. Furono quindi applicate soluzioni innovative sia per le lavorazioni del suolo sia per i sesti d’impianto, avvalendosi del supporto dell’Istituto Sperimentale di Selvicoltura. L’ampiezza e la rilevanza tecnica e scientifica del lavoro suscitarono allora grande interesse a livello internazionale, specialmente in paesi che si trovavano ad affrontare problematiche simili all’interno e fuori del bacino del Mediterraneo.

La storia di quell’epocale opera di rimboschimento in Calabria è raccontata nel volume del Prof. Francesco Iovino, profondo conoscitore dei rapporti tra suolo, vegetazione forestale e ciclo idrologico in ambito mediterraneo in virtù della lunga esperienza di ricerca e didattica presso il CNR e le due Università della regione. Il libro è ricco di cifre, grafici, mappe, fotografie, tratte dai documenti dell’epoca tra i quali spicca il Piano Regolatore di Massima per la Calabria, previsto dalla legge e realizzato dalla Cassa per il Mezzogiorno (Cassa per Opere Straordinarie di Pubblico Interesse nell’Italia meridionale - [2]). Il Piano rappresentò un primo esempio di programmazione regionale che mirava a collegare gli investimenti da mettere in atto per il contrasto al dissesto e per la difesa del suolo, alle differenti possibilità e limiti di sviluppo economico allora presenti nelle diverse aree della regione. A tal fine il territorio calabrese fu suddiviso in 83 unità fisico-economiche, costituite da altrettanti bacini idrografici a loro volta uniti in sette Zone di Studio omogenee. Le indagini svolte portarono alla classificazione dei bacini in cinque classi in funzione dell’intensità dell’intervento richiesto e del significato economico e sociale del risultato atteso dagli investimenti programmabili. La scelta del bacino idrografico come modulo elementare consentì di realizzare una pianificazione organica del territorio basata sul principio che la salvaguardia di quanto sta a valle è strettamente dipendente dal corretto assetto idraulico ed agro-forestale di quanto sta a monte.

Il focus del libro è sui rimboschimenti e sul ruolo della riforestazione nel contesto complessivo della bonifica dei territori degradati. La legge consentì, infatti, di realizzare opere altrettanto importanti di stabilizzazione di terreni in frana, di sistemazione idraulica di corsi d’acqua, di consolidamento degli abitati e di valorizzazione agricola.

La prima parte del volume consente al lettore di comprendere l’entità e la gravità del dissesto idrogeologico presente in Calabria nel secondo dopoguerra (il fenomeno interessava circa il 40% del territorio), gli strumenti politici e finanziari messi in campo dalla Stato italiano attraverso la Legge 1177/55 e la strategia utilizzata per portare avanti un’operazione così imponente.

La seconda parte descrive nel dettaglio l’opera di riforestazione, di cui furono indiscussi protagonisti i pini (il pino laricio in montagna e i pini mediterranei sui litorali) e gli eucalitti. La scelta predominante di specie arboree frugali fu naturalmente obbligata viste le precarie condizioni dei suoli e le difficili condizioni climatiche presenti nella maggior parte delle aree da rimboschire. Il ricorso agli eucalitti consentì la rapida copertura dei terreni argillosi degli aridi versanti ionici verificando sul campo le potenzialità e i limiti delle specie e degli ibridi impiegati.

La terza parte è dedicata all’esito di quanto fatto. L’autore evidenzia come alla prima fase d’intervento, durata dodici anni, ne sia seguita una seconda nel corso della quale fu verificata la riuscita e l’efficacia degli interventi e si provvide a correggerli e integrarli sulla base della migliore conoscenza della realtà del dissesto. Il lavoro svolto aveva, infatti, permesso di rendersi conto che l’estensione delle superfici degradate era di fatto doppia di quella inizialmente censita, soprattutto a causa delle aree potenzialmente in frana. Questa constatazione portò all’approvazione di un secondo atto legislativo (Legge 28 marzo 1968, n. 437 “Provvedimenti straordinari per la Calabria”) che finanziò ulteriori interventi fino al 1980.

Ampio spazio è dato alla valutazione dei risultati dei rimboschimenti, a distanza di ormai 65 anni dall’inizio degli interventi massivi sul territorio. La buona riuscita è documentata con evidenze da studi e ricerche svolti negli ultimi venticinque anni (vedi per es. [1], [3], [5], [4]), oltre che da immagini immediatamente espressive della trasformazione del paesaggio calabrese conseguente al successo degli impianti.

In definitiva, il libro offre al lettore, anche non specialista del settore, un’accurata storia della ricostituzione boschiva della Calabria compiuta a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Ne risulta una testimonianza preziosa che permette a chi legge di farsi un’idea più chiara e veritiera sulla rilevanza di quanto fu realizzato in tempi in cui le conoscenze tecnico-scientifiche e le tecnologie a disposizione per operare in campo forestale non erano certo quelle di oggi. L’autore non nasconde gli errori e le criticità di natura tecnica e politica che caratterizzarono l’applicazione delle due leggi, e che ancora caratterizzano la gestione dei rimboschimenti come, ad esempio, la mancanza di pianificazione e l’insufficiente difesa dei popolamenti dagli incendi. Tuttavia, appare evidente che dei tanti investimenti a fondo perduto fatti dalla Stato italiano nel Mezzogiorno, gli interventi promossi in Calabria sono sicuramente tra quelli più riusciti nel mettere insieme ecologia, economia e promozione sociale. I soprassuoli che ne sono derivati costituiscono oggi un patrimonio naturale dalle molteplici valenze, che ha contribuito a valorizzare anche ciò che già c’era nel sistema territoriale in termini di boschi, prati, pascoli, colture agricole. Alla luce della multifunzionalità acquisita, la ricostruzione boschiva in Calabria ha avuto un’efficacia che va ben oltre gli obiettivi dichiarati dalla legge che ne ha permesso la realizzazione. E, come evidenziato dal sottotitolo del libro, può rappresentare un esempio di buone pratiche, utile riferimento da cui prendere spunto per programmare con efficacia l’uso degli alberi negli interventi di miglioramento ambientale di cui oggi abbiamo bisogno per il contrasto ai cambiamenti climatici.

References

(1)
Arcidiaco L, Ciancio O, Garfì V, Iovino F, Menguzzato G (2001). Eucalyptus trees on the Ionic Coast of Calabria: the Crotone district. In: Proceedings of the International Conference “Eucalyptus in the Mediterranean Basin: Perspectives and New Utilization”. Centro Promozione Pubblicità, Firenze.
Google Scholar
(2)
CasMez (1957). Piano regolatore di massima per la Calabria. Relazione e Monografie dei bacini idrografici. Cassa per il Mezzogiorno, Istituto Poligrafico della Stato, Roma.
Google Scholar
(3)
Iovino F, Colace D, Stepancich JC, Nicolaci A (2015). Il valore dei rimboschimenti nel recupero dei territori degradati. In: “Progettare il futuro per il settore forestale” (Ciancio O ed). Atti del 2° Congresso Internazionale di Selvicoltura, Firenze 26-29 Dic 2014. Accademia Italiana di Scienze Forestali, Firenze, vol. 1, pp. 366-378.
CrossRef | Google Scholar
(4)
Iovino F, Nicolaci A, Marziliano PA, Pignataro F, Sanesi G (2021). Lessons learned from the past: forestry initiatives for effective carbon stocking in Southern Italy. Annals of Silvicultural Research 46 (2): 97-109.
Online | Google Scholar
(5)
Scarciglia F, Nicolaci A, Del Bianco S, Pellea T, Soligo M, Tuccimei P, Passariello I, Iovino F (2020). Reforestation and soil recovery in a Mediterranean mountain environment. Insight into historical geomorphic and vegetation dynamics in the Sila Massif, Calabria, Southern Italy. Catena 194: 104707.
CrossRef | Google Scholar
 
 
 

Navigazione

 

This website uses cookies to ensure you get the best experience on our website. More info