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Obituary: Klaus Hellrigl

Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 18, Pages 72-73 (2021)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0051-018
Published: Oct 13, 2021 - Copyright © 2021 SISEF

Editorials

Abstract

Dr. Klausjörg Hellrigl (1935-2021) passed away few weeks ago. For decades Dr. Hellrigl was a reference for Italian and foreign entomologists. Among his many articles and investigations, Dr. Hellrigl was probably best known for his studies on xylophagous beetles (Coleoptera: Buprestidae and Cerambycidae). Here, two former pupils of Dr. Hellrigl remember his life and scientific works.

Keywords

Entomology, Coleoptera, Buprestidae, Cerambycidae

 

Da quando nel 1965 iniziò le prime ricerche nel campo dell’entomologia forestale, Klaus Hellrigl ha rappresentato un punto di riferimento per generazioni di entomologi e di forestali in Italia ed all’estero (Fig. 1). Si dedicò con passione e competenza alla salute e alla salvaguardia dei boschi altoatesini durante tutta la sua lunga attività. All’amico e collega scomparso il 3 settembre 2021 dedichiamo questo ricordo.

Fig. 1 - Una recente immagine di Klaus Hellrigl.

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Klausjörg Hellrigl, classe 1935, nasceva da una famiglia di origini meranesi, ma trasferitasi a Bressanone. Il suo interesse per le meraviglie della natura scaturì ai tempi ginnasiali presso il Ginnasio Umanistico dei Gesuiti a Feldkirch (Vorarlberg, Austria) prima e presso il Liceo Scientifico di Bressanone poi. Inizialmente si dedicò per circa 10 anni alla mineralogia. Solo durante gli studi in Scienze Forestali, che iniziò a Firenze e che poi proseguì presso la Hochschule für Bodenkultur a Vienna, si sentì attratto più verso gli organismi viventi, in particolare per il mondo degli insetti.

Completati gli studi nel 1963 e per meglio dedicarsi all’entomologia, preferì accedere all’insegnamento che, in qualità di docente in Scienze Naturali e Matematiche, esercitò per 30 anni presso una scuola media di Bressanone. Ciò gli dette il tempo necessario per approfondire i suoi studi entomologici, favoriti dalla pluriennale collaborazione con il rinomato entomologo Dipl. Ing. Alexander v. Peez di Bressanone, suo primo maestro.

Un’attenzione particolare fu rivolta ai coleotteri xilofagi quali Cerambicidi e Buprestidi, per i quali gli fu affidata nel 1965 la revisione ed il riordino della collezione del Museo di Scienze Naturali di Verona da parte del Prof. Sandro Ruffo. Nel 1967 uscì a Vienna la sua prima pubblicazione faunistica sui Cerambicidi dell’Alto Adige. Negli anni 1972-1973 restaurò la storica Collezione Gredler di coleotteri e altri insetti del Ginnasio Francescano in Bolzano, così da preservare dall’ulteriore deterioramento del tempo 14.000 esemplari di circa 4.000 specie.

Essenziale fu in seguito la vicinanza con il rinomato entomologo forestale austriaco Prof. Erwin Schimitscheck, docente a Vienna e residente durante l’estate a Teodone preso Brunico. Schimitscheck gli fu insegnante per oltre un decennio oltre che amico fraterno e sostenitore. Da tale formazione scaturì una serie di lavori sistematici e faunistici apparsi presso il Naturhistorisches Museum di Vienna come pure lavori di entomologia applicata su riviste scientifiche specializzate quali Redia in Italia, Anzeiger für Schädlingskunde e Zeitschrift für angewandte Entomologie in Germania. Basti ricordare che la monografia sui cerambici del genere Monochamus, pubblicata su Redia nel 1971, è stata tradotta in varie lingue e tuttora ampiamente citata come fonte di riferimento per il genere, divenuto di importanza fondamentale con l’introduzione del nematode del pino. Il lavoro minuzioso su questi coleotteri fu esteso alla famiglia e nel 1974 scrisse il capitolo relativo ai Cerambicidi nel manuale in cinque volumi “Die Forstschädlinge Europas” (Parey), curato dal Prof. Wolfgang Schwenke.

Nel 1975 ricevette dall’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Bolzano l’incarico in qualità di libero professionista di organizzare ed istituire il Servizio di Vigilanza e Tutela Boschiva in Alto Adige (Fig. 2). Compito assolto e coronato da successo sotto molteplici aspetti per ben quattro decenni. Il monitoraggio eseguito su tutto il territorio provinciale e in un ampio periodo risultò fondamentale per ampliarne conoscenze e trarre conclusioni circa causalità, conseguenze e processi. Da allora questo servizio ha ricevuto ampi riconoscimenti oltre ad essere stato introdotto in diverse regioni limitrofe. Klaus fu un vero precursore di queste attività che sono ora diventate un importante compito istituzionale dei Servizi Forestali dell’arco alpino. L’esperienza così acquisita da parte del personale forestale si sarebbe rivelata vantaggiosa in seguito per fronteggiare problematiche fitosanitarie in momenti di emergenza.

Fig. 2 - Klaus Hellrigl nei boschi dell’Alto Adige.

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Quale riconoscimento della sua attività nel settore della tutela boschiva, Klaus Hellrigl venne riconosciuto nel 1991 socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali. Anche in età avanzata Klaus ha mantenuto inalterato l’entusiasmo per affrontare le recenti sfide che minacciano l’esistenza degli ecosistemi forestali, come la presenza di specie aliene invasive e il cambiamento climatico. Ci lascia innumerevoli articoli e pubblicazioni che gli hanno conferito rinomanza internazionale. In qualità di autore e redattore ha curato diverse collane come la Serie bibliografica di studi scientifici e Forest Observer editi dalla Ripartizione Foreste dell’Alto Adige, e Gredleriana edita dal Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, oltre all’imponente checklist degli animali dell’Alto Adige.

Ricordi personali di Stefano Minerbi 

1 marzo 1982. Era il mio primo giorno in servizio presso l’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Bolzano, quando l’allora dirigente Ing. Robert Preyer mi convocò per una riunione urgente in merito al forte attacco di Lymantria monacha nella zona di Merano, un evento straordinario per l’Alto Adige, mai soggetto in precedenza ad attacchi parassitari di tale gravità ed estensione. Fu così che conobbi Klaus. Questo incontro segnò nolens volens la mia successiva attività professionale. Ho quindi condiviso con Klaus una lunga esperienza ed acquisito innumerevoli conoscenze, in particolare l’approccio con la natura. Il ricordo del nostro rapporto professionale ed umano resterà per me indelebile.

Ricordi personali di Andrea Battisti 

27 luglio 1982. Giorno della mia laurea in Scienze Forestali all’Università di Padova, quando ancora si facevano nella Sala dei Quaranta dove si trova la cattedra lignea di Galileo. Klaus, presente come correlatore di un altro studente, mi rivolse una serie di domande alla quali cercai di rispondere come meglio potei. Ricordo che la discussione andò avanti molto più del solito per la sua curiosità di conoscere il lavoro che avevo svolto in ogni dettaglio. Ebbi modo di tornare sull’argomento in varie occasioni successive, ma fu nel momento della grande espansione della processionaria del pino in Val Venosta verso la fine degli anni ’90 che apprezzai il lavoro meticoloso che Klaus portava avanti da tempo (Fig. 3). La documentazione precisa dei limiti dell’areale storico ci consentì, unita a prove sperimentali eseguite sul posto, di stabilire che gli attacchi dipendevano dall’aumento della temperatura invernale. Dati fondamentali, condivisi fraternamente e senza indugi, tra veri forestali.

Fig. 3 - Alle problematiche fitosanitarie della Val Venosta Klaus Hellrigl dedicò particolare attenzione.

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