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The uses of “forestry” information and disinformation in the web era: the Mt. Amiata (Tuscany, Central Italy) flood case

Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 16, Pages 56-58 (2019)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0068-016
Published: Sep 04, 2019 - Copyright © 2019 SISEF

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Abstract

A sever flood event hit Mt. Amiata region in July 2019. We know that trees can help to reduce or prevent flooding, but we also know that there are thresholds in this mitigation/prevention role and when these limits are exceeded we have to expect damages that cannot be avoided. Frequencies of extreme weather events such as floods, droughts and heat waves are increasing and expected to increase in the future. Researchers and managers have to dedicate time and effort to communicate better with stakeholders about the role of the forest and the forest management regarding these events and address the discussion on facts instead that on opinions. Facts are accurate statements while opinions are expressed statements that are believed to be true but may or may not be facts. The Amiata flood event is an example where the discussion spread in many media has been mainly based on opinions rather than facts.

Keywords

Flooding, Mitigation/Prevention, Forest Management, Fake news

 

Anche ad agosto fake news, disinformazione e malafede sulla situazione e sulla gestione delle foreste italiane (sul TUFFF, sulla gestione sostenibile, ecc.) non si arrestano. Nel dibattito (?) intervergono sempre nuovi guru ed esperti che, come ormai succede in tutti i settori, pur non avendo nessuna conoscenza sulla situazione, sulla normativa e sulle problematiche ecologiche, economiche e sociali, hanno una soluzione semplice a portata di mano che può portare enormi benefici per la nostra società.

Vi sottopongo il caso di Abbadia San Salvatore (SI) e delle recenti alluvioni. Naturalmente, a partire dal giorno successivo, è iniziato uno sciacallaggio mediatico sul fatto che la causa dell’alluvione sarebbe stata la gestione forestale e, in particolare, la ceduazione (scusate la ceduazione stecchino...).

Nelle foreste di Abbadia san Salvatore i popolamenti gestiti a ceduo sono solo una parte della copertura forestale e questa parte si è molto ridotta negli ultimi decenni rispetto al forte incremento di popolamenti avviati ad alto fusto ed ai popolamenti cedui “a turno lungo”. Inoltre la copertura forestale in questi ultimi decenni è aumentata e quindi non c’è alcun nesso di casualità (dimostrabile scientificamente) che l’utilizzazione delle foreste sia alla base dell’evento alluvionale oggetto della discussione.

I dati sull’aumento della copertura e della densità dei popolamenti forestali sono a disposizione di tutti, ma vi sottopongo due immagini che possono spiegare la situazione molto meglio di tanti discorsi: la prima (Fig. 1) è l’immagine del versante del Monte Amiata fotografato nel 1956 (da una cartolina d’epoca) in cui si possono individuare almeno 5 grandi tagliate (probabilmente ceduazioni). Questa può essere confrontata con una immagine recente (Fig. 2) in cui sullo stesso versante la copertura forestale (anche tenendo conto della diversa definizione dell’immagine) è molto più estesa e continua. La situazione attuale è quindi, dal punto di vista della copertura forestale e delle modalità di gestione, notevolmente migliore rispetto a 50-60 anni or sono e l’evento osservato non può sicuramente essere dovuto alla gestione forestale (altrimenti, alcuni decenni fa quando si tagliava molto di più e con maggiore frequenza, si sarebbe dovuta verificare un’alluvione ogni anno).

Fig. 1 - Abbadia San Salvatore e Monte Amiata nel 1956. Si riconoscono almeno 5 grandi superfici tagliate (cerchiate in rosso nella foto).

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Fig. 2 - Abbadia San Salvatore e Monte Amiata in anni recenti. La copertura forestale è più densa e continua rispetto al 1956. Non sono riconoscibili ampie superfici tagliate (⇒ http:/­/­www.monte-amiata.eu/­english/­amiata_culture_villages_abbadia_san_salvatore.asp).

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Il problema è che la foresta (qualsiasi foresta) svolge un ruolo fondamentale nella regimazione delle acque e nella stabilizzazione dei versanti (Fig. 3) ma quando si verificano precipitazioni molto abbondanti in un periodo di tempo limitato la capacità di assorbimento/mitigazione viene saturata e quindi oltre una certa soglia (che può variare a seconda del tipo di foresta, suolo, tipo di gestione, ecc.) tutta l’acqua che cade non viene assorbita ma scorre a valle creando le problematiche osservate. Dunque, quando si verificano condizioni eccezionali il tipo di bosco, la copertura forestale, il tipo di gestione diventano assolutamente ininfluenti.

Naturalmente, sempre in riferimento all’evento di Abbadia San Salvatore, si potrebbero aggiungere i riferimenti a molte pubblicazioni scientifiche italiane, francesi, svizzere che dimostrano che a volte (spesso per i castagneti) i cedui invecchiati ed abbandonati sono molto più pericolosi per l’instabilità dei versanti rispetto ai cedui correttamente gestiti. Ma perché perdere tempo a leggere pubblicazioni e dati scientifici quando abbiamo già dei commentatori che possono darci delle “opinioni” così qualificate?

 
 
 

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