But it does move!
Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 14, Pages 141-142 (2017)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0077-014
Published: Apr 12, 2017 - Copyright © 2017 SISEF
Editorials
Abstract
The forestry sector in Italy is significantly moving. Perhaps the speed is not the expected and the needed one, especially as regards the public services. On the other hand, although timeliness is an important factor, to establish and maintain political and programmatic targets coordinated on a national level are even more relevant. This editorial offers some evidences and thoughts on the subject.
Keywords
Molti ricordano come frase sicuramente storica (anche perché ancora campeggia in molti libri scolastici) il detto “Eppur si muove!” che Galileo avrebbe proclamato dopo la lettura della sentenza del processo del 1633: ma, come tanti altri luoghi comuni riferiti alle vicende del grande scienziato, questo è un falso, inventato di sana pianta a Londra, nel 1757, dal giornalista Giuseppe Baretti.
È vero, invece, che questo detto ben descrive, nonostante le resistenze e le inerzie, la situazione del settore forestale italiano in questo ultimo anno.
Alcuni fatti, tra gli altri: (i) la delega al Governo, approvata nel luglio scorso (Collegato Agricolo 2016), per il ”riordino e la semplificazione della normativa in materia di agricoltura, silvicoltura e filiere forestali”, con la quale il MIPAAF si accinge ora a presentare al Consiglio dei Ministri la proposta maturata e condivisa dal Tavolo di Filiera Foresta-Legno per la revisione del decreto legislativo 227/2001; (ii) il successo del Forum Nazionale delle Foreste organizzato dalla Rete Rurale Nazionale a fine novembre, a cui hanno attivamente contribuito oltre 300 partecipanti (tra i quali vari politici, incluso il Vice Ministro Olivero, con delega alle foreste); (iii) la nascita il 1 gennaio del Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare, con l’accorpamento delle competenze e del personale del Corpo Forestale dello Stato nel più ampio quadro di tutela dei cittadini e dell’ambiente svolto dall’Arma dei Carabinieri; (iv) la istituzione, a partire dal 15 aprile, del Centro di ricerca per le foreste e il legno del CREA, che, a seguito della riorganizzazione di questo Ente, va a costituire il più grande polo scientifico specializzato in Italia, con circa 100 addetti di cui più di un terzo ricercatori.
Ma negli ultimi mesi si registrano anche altri fatti, meno evidenti al grande pubblico ma non meno significativi. Ne cito due, esemplificativi.
Il primo è la norma UNI 11660 pubblicata lo scorso novembre, che definisce i requisiti relativi all’attività professionale dell’operatore forestale. Il documento copre un vuoto importante, con il riconoscimento della figura di questo operatore nei suoi vari profili. A mio parere, la novità non è da leggersi soltanto sotto il profilo tecnico. Alcune Regioni hanno già da tempo istituito un patentino per coloro che usano la motosega, ma con modalità anche molto differenti l’una dall’altra e differenti anche rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea: l’entrata in vigore di questa norma UNI potrà, dunque, rappresentare uno strumento concreto ai fini di una armonizzazione tra le diverse impostazioni. In questa prospettiva, essa è particolarmente da apprezzare come esempio applicativo della necessità e possibilità di costruire finalmente per il settore selvicolturale e delle utilizzazioni forestali un quadro di riferimento unico a scala nazionale che, nel rispetto del Titolo V della Costituzione, definisca indirizzi normativi e tecnici univoci per le amministrazioni regionali, una sorta di “base nazionale minima comune” oltre la quale le singole amministrazioni possono poi intervenire a seconda delle proprie peculiarità ed esigenze.
Un altro segnale è il grande successo della Fiera Italia Legno Energia, tenutasi ad Arezzo alla fine di marzo, oltre ogni aspettativa sia per numerosità di addetti ai lavori e pubblico intervenuto, sia per copiosità di ditte e tecnologie presentate. L’aspetto che più mi ha colpito è il cambio di mentalità che ho percepito: la realizzazione di sistemi-prodotto che non prevedono soltanto la fornitura di materiali legnosi, ma anche servizi e consulenza tecnica: in altre parole, non solamente legna da ardere, cippato e pellets quanto piuttosto “fornitura di energia”. Sempre più diffusa inoltre la consapevolezza che l’innovazione passa anche attraverso la specializzazione e le sinergie imprenditoriali.
Dunque, il settore forestale si sta significativamente muovendo. Qualcuno obietterà che forse la velocità non è quella attesa e necessaria, soprattutto per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione (ad esempio, con riferimento alla istituzione della Direzione Forestale presso il MIPAAF o con riferimento alle attività di alcune realtà amministrative regionali). D’altro canto, a mio parere, sebbene la tempestività sia fattore fondamentale nell’azione politica, programmatica e gestionale, altrettanto importante è stabilire e mantenere una direzione e un orientamento coordinati a scala nazionale e quanto più possibilmente condivisi, ai vari livelli e secondo le varie competenze e responsabilità: in questo senso vanno ottimisticamente riconosciute sia la significativa azione svolta dal Tavolo di Filiera Foresta-Legno presso il MIPAAF, sia la sinergica attenzione che la Rete Rurale Nazionale sta riservando al settore forestale per questo periodo di programmazione dello sviluppo rurale.
Da rimarcare, infine, come nella prospettiva delineata siano decisivi un atteggiamento e un comportamento proattivi da parte dei ricercatori e dei tecnici professionisti forestali, al fine di contribuire in modo significativo al verificarsi degli scenari attesi e con adeguata flessibilità a fronte di cambiamenti anche inattesi.
Nulla è permanente eccetto il cambiamento (Eraclito).