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Prescribed burning: a topical issue

Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 10, Pages 88-89 (2013)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0095-010
Published: Nov 05, 2013 - Copyright © 2013 SISEF

Editorials

Abstract

Prescribed burning is a promising technique for the prevention of forest fires in Italy. The research deepened several ecological and operative aspects. However, legal issues need to be thoroughly investigated.

Keywords

Prescribed Burning, Prevention, Forest Fires

 

Nella seconda settimana di ottobre 2013 presso la scuola del Corpo Forestale dello Stato di Ceva (Cn) si sono svolti un incontro e un convegno dedicati al fuoco prescritto.

Come noto, si tratta di una tecnica prevalentemente finalizzata alla prevenzione. Si realizza consumando, con un fronte di fiamma progettato, parte del combustibile che potrebbe condurre un incendio boschivo.

Come tale non è una novità poiché questa tecnica era già applicata dalla fine dell’800; l’aspetto nuovo è la necessità e l’opportunità di ricorrervi oggi in Italia.

Infatti lo impongono l’espansione del bosco, dell’interfaccia urbano-foresta e il sovrapporsi di problemi forestali e di protezione civile che rendono sempre più urgente la prevenzione.

Serve evitare le conseguenze distruttive degli incendi, su tutto il territorio ma soprattutto nelle aree protette dove la difesa dovrebbe essere prioritaria.

Nell’attuale scenario forestale tutti gli anni, in estate e in inverno, si verificano grandi incendi intensi e severi. Questi ultimi aggettivi devono essere compresi separando i loro significati.

L’intensità descrive in termini fisici l’emanazione termica, mentre la severità esprime gli effetti del fuoco sull’ecosistema. Fronti di fiamma intensi non necessariamente sono severi e viceversa.

Si tratta di concetti basilari, che tuttavia non sembrano di domino comune. Infatti spesso si confonde (anche da parte degli addetti ai lavori) incendio con fuoco prescritto. Lo dimostra il non raro uso di termini fuorvianti come fuoco controllato o addirittura incendio prescritto.

Negli incontri di Ceva è emersa l’importanza di pianificare e progettare il fuoco prescritto anche impiegando modelli di comportamento del fronte di fiamma e di previsione meteorologica.

Usando questi strumenti oggi è possibile un’applicazione basata su criteri scientifici e non più solo sulla pratica come in passato.

Tuttavia anche se la maggioranza delle opinioni è favorevole al fuoco prescritto, alcuni esprimono dubbi.

Il contributo degli incontri è stato soprattutto di evidenziare come le posizioni contrarie spesso ignorino i numerosi e confortanti risultati scientifici degli ultimi anni.

Alcuni preferiscono solo la tradizionale prevenzione selvicolturale. Tuttavia essa difficilmente può opporsi a incendi con intensità superiore a 1000 kw/m ma può essere complementare al fuoco prescritto.

Inoltre spesso si ritiene che la prevenzione debba essere fatta prevalentemente nel bosco. Però, soprattutto nelle coperture di invasione, con la tradizionale selvicoltura preventiva non si riesce a diminuire la biomassa fine che conduce incendi veloci, intensi e potenzialmente severi.

Si è rimarcata la necessità di operare in molte realtà, anche fuori dal bosco, nell’interfaccia urbano-foresta e di difendere le aree protette evidenziando che il fuoco prescritto è una tecnica di prevenzione cui non si può più rinunciare.

Il suo progresso è legato ad aspetti scientifici e giuridici.

I primi sono certamente da approfondire pur rappresentando già l’aspetto più avanzato.

Infatti le attuali conoscenze consentono di usare questa tecnica con sufficienti informazioni di carattere ecologico e operativo per ottenere i risultati voluti.

Sugli aspetti giuridici rimane assai più da fare. Infatti la mancanza di norme nazionali e le differenti leggi regionali tracciano un quadro da approfondire.

Talvolta le indicazioni tecniche dei piani antincendi boschivi sono più avanzate delle stesse leggi regionali.

In questa situazione la figura del responsabile delle accensioni tende a proteggersi oltre misura con il principio di precauzione anche se il progetto e le autorizzazioni dovrebbero garantire lo svolgimento delle operazioni.

Lo stimolo degli incontri è di procedere sia approfondendo l’aspetto scientifico sia applicando diffusamente questa tecnica di prevenzione, ormai indispensabile, fino a poterla considerare di dominio comune. In tale modo sarebbe più facile anche migliorare gli aspetti giuridici oggi frenati dalla malintesa conoscenza dell’argomento.

 
 
 

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