Coppices - Silviculture and forest management
Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 1, Pages 80-81 (2004)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0221-0001
Published: Dec 28, 2004 - Copyright © 2004 SISEF
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Titolo: O. Ciancio, S. Nocentini. Il bosco ceduo. Selvicoltura, Assestamento, Gestione. Accademia Italiana di Scienze Forestali, Firenze, 2004, pp. 721. 45 (25 per studenti).
La pubblicazione di un nuovo libro che tratta argomenti specifici di un certo settore disciplinare costituisce sempre un momento di rilevante importanza. Se è vero, infatti, che oggi la maggior parte dei risultati della ricerca è divulgata attraverso riviste, è però nella sintesi dei lavori monografici che si colgono le evoluzioni di una disciplina, si definiscono le nuove linee di pensiero, si configurano i contorni di una Scuola. I libri costituiscono, inoltre, la base formativa dei futuri tecnici, nonché il principale riferimento per quelli che già operano nella professione. Di conseguenza, è quanto mai apprezzabile l’impegno editoriale dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali che, seguendo una tradizione già consolidata, ha ora pubblicato il lavoro di Orazio Ciancio e Susanna Nocentini sui boschi cedui. In questo corposo volume, composto di 721 pagine, i due autori esaminano la “complessità” del governo a ceduo distinguendo tre grandi filoni: la selvicoltura, l’assestamento e la gestione.
Nella prima parte, relativa alla selvicoltura, sono affrontati vari aspetti, da quelli tipologici e nomeclaturali a quelli tecnici propri dei diversi tipi di trattamento, seguendo un’impostazione classica, consolidata nella letteratura forestale italiana. Così, ad esempio, è attribuita alle matricine la principale funzione di sostituire le ceppaie esauste, esigenza negli ultimi anni meno sentita, mentre minor rilevanza è data ad altre funzioni, oggi sempre più spesso proposte, quali quelle della conservazione delle minoranze specifiche o di nicchie adatte alla vita di alcune specie animali, o della riduzione dell’impatto visivo degli interventi, e così via.
La seconda parte, relativa all’assestamento, è principalmente dedicata alla pianificazione delle conversioni, ancora seguendo schemi e approcci classici, ma anche delineando possibili nuove linee guida entro le quali sono individuati diversi “algoritmi” colturali. Merita segnalare, in particolare, la chiarezza dell’impostazione metodologica, pregio non molto frequente nella letteratura forestale italiana che ha trattato questo argomento. Piace, inoltre, l’idea degli autori che vedono nella pianificazione degli interventi di conversione, cui sono dedicate oltre 60 pagine, la via maestra per una gestione sostenibile del ceduo; purtroppo quest’idea, almeno in Italia, rischia di rimanere teorica, a causa della forte dipendenza di questi interventi dall’erogazione di contributi che raramente sono programmati e programmabili a lunga scadenza.
La terza parte, dedicata alla gestione, tratta di alcuni nuovi argomenti come: la sostenibilità, la conservazione della biodiversità, le interazioni con altre componenti dell’ecosistema (fauna, patologie, ecc.), le conseguenze degli incendi e del pascolo, gli aspetti paesaggistici ed economici. Si tratta di temi di notevole attualità il cui sviluppo appare necessario per dare, in una prospettiva moderna, maggior sostenibilità al governo a ceduo.
Nell’ultimo capitolo sono delineati i possibili scenari futuri dei boschi fino ad oggi governati a ceduo. Dalla lettura di questo capitolo traspare che gli autori, pur non prendendo una posizione univoca, vedono favorevolmente, piuttosto che il mantenimento del ceduo, la conversione alla fustaia o, ancor più, quella a ceduo composto. Quest’ultima ipotesi merita un’attenta valutazione perché questa forma di governo, pur risultando più duttile e di minore impatto rispetto a quello del ceduo, si è dimostrata non sempre rispondente alle attese, tanto da essere criticata e spesso abbandonata dagli stessi francesi che ne furono i principali paladini. Si tratta però di valutazioni complesse che sfumano nelle convinzioni personali di chi scrive piuttosto che in valutazioni oggettive di carattere scientifico.
Seguono, in appendice, una rassegna di tavole alsometriche per i cedui italiani e una ricchissima raccolta di indicazioni bibliografiche, che da sola costituisce già un pregevole contributo conoscitivo. Da apprezzare, dal punto di vista didattico, sono poi i riepiloghi che gli autori hanno riportato alla fine di ogni capitolo.
Fra i principali pregi di questo lavoro merita segnalare il grande sforzo profuso dagli autori nella ricerca di un rigore metodologico, logico e terminologico, che talvolta tende più a privilegiare la costruzione teorica all’analisi oggettiva della realtà, ma che appare quanto mai opportuno in un settore da sempre trattato in Italia in modo disorganico e spesso con scarsa chiarezza.