The “Ri.Selv.Italia” project: a common research programme on silvicuture in Italy
Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 1, Pages 109-111 (2004)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0243-0010109
Published: Dec 28, 2004 - Copyright © 2004 SISEF
Editorials
Guest Editors: RI.SELV.ITALIA - MiPAF Project
« Shared Research Program on Silviculture in Italy »
Collection/Special Issue: Massimo Bianchi
Abstract
Objectives and organigrams are briefly outlined of a national forestry research project (ri.selv.Italia) financed by the Agricultural and Forestry Department of Italian Government.
Keywords
Gli Istituti di ricerca e sperimentazione che fino a poco tempo fa facevano capo al Ministero per le politiche agricole e forestali stanno attraversando una fase di cambiamenti profondi. La svolta è collocabile fra gli anni 1998 e 1999, quando venne previsto di orientare le attività secondo il programma nazionale per la ricerca sul sistema agricolo (DL 204/1998) e, pochi mesi dopo, quando tutti gli Istituti furono riuniti nel consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura CRA (DL 454/1999).
Le trasformazioni che si avviarono a quel tempo non si sono ancora completate ma alcuni effetti del cambiamento cominciarono a rendersi evidenti subito. In primo luogo era chiaro che la nuova situazione ci imponeva di ripensare, in forme del tutto diverse dal passato, il modo di organizzare il nostro lavoro. Non esistevano indicazioni precise su come farlo ma le linee di fondo erano state tracciate. Sembrava importante considerare soprattutto:
- che la successiva azione CRA sarebbe stata orientata a una ricerca applicata la quale, da un lato, traesse supporto da una parallela ricerca di base ma che contemporaneamente fosse in grado di produrre ricadute tangibili sull’attività agricola e forestale nazionale;
- che le risorse disponibili sarebbero state indirizzate, prima di tutto, a sostenere le progettualità in grado di rendere competitivo l’intero sistema CRA in ambito nazionale e internazionale;
- che le varie sedi nelle quali le attività vengono svolte avrebbero cessato di operare frammentariamente e autonomamente, ma sarebbero state collegate fra loro in reti distribuite sul territorio e avrebbero dovuto interagire strettamente con tutti i soggetti pubblici e privati operanti negli ambiti tecnici e scientifici affini;
- che la responsabilità di indicare alla ricerca gli obiettivi strategici attorno ai quali organizzare le attività sarebbe stata trasferita esternamente al circuito scientifico ristretto e sarebbe stata condivisa piuttosto fra vari soggetti politici, istituzionali e sociali, con particolare riguardo al coinvolgimento dei diretti beneficiari dell’innovazione tecnica prodotta;
- che l’efficacia dell’azione della ricerca sarebbe stata monitorata in relazione non solo all’avanzamento scientifico ottenuto ma anche alle sue ricadute applicative.
Il progetto finalizzato Riselvitalia prese avvio in questo clima di cambiamenti accompagnati inevitabilmente da incertezza e propose la sua scommessa sul futuro. Coerentemente con gli indirizzi segnati dalla riforma, si intendeva soprattutto:
- programmare attività di ricerca orientate il più possibile alla soluzione dei problemi di rilevanza strategica nazionale esistenti nel settore foresta-legno-ambiente;
- coinvolgere le Regioni, nella loro veste di principali interlocutori tecnici della ricerca per il settore, nell’identificazione delle priorità da assegnare al progetto;
- coinvolgere le stesse Regioni nel monitoraggio in itinere degli studi;
- costituire gruppi di lavoro il più possibile trasversali rispetto alle strutture di appartenenza dei singoli ricercatori e il più possibile interdisciplinari;
- sperimentare un processo di trasferimento per quanto possibile immediato e efficace dei risultati, a beneficio degli utenti più direttamente interessati.
Perseguire questi obiettivi significava anche portare il sistema degli Istituti di ricerca e sperimentazione a proiettare le proprie attività oltre i limiti tradizionali delle singole strutture e dei rispettivi domini disciplinari, cominciando a costruire la rete di collegamenti fra sedi anche lontane che ben presto sarebbero state ricollocate nell’unitarietà del nuovo ente CRA.
A distanza di alcuni anni si può cominciare a verificare fino a che punto queste scelte siano state valide.
La preparazione del progetto impegnò l’intero 1999, quando il Ministero consultò Regioni e Istituti per stabilire su quali problemi del settore forestale si concentrassero le maggiori esigenze di innovazione e pertanto quali temi di studio potessero essere concordemente riconosciuti avere priorità strategica nazionale per la ricerca. Fra le numerose esigenze di indagine scientifica e di avanzamento tecnico manifestate dalle Regioni emersero, più richiesti degli altri, quattro argomenti:
- risorse genetiche forestali,
- produzione di legno fuori foresta,
- selvicoltura e sostenibilità,
- monitoraggio e gestione delle risorse forestali;
e su essi fu deciso di concentrare gli sforzi. Altri temi, di interesse tuttaltro che secondario, non poterono essere inseriti nel progetto a causa di limiti insuperabili riguardanti le risorse finanziarie e le forze a disposizione.
Per affrontare gli obiettivi strategici furono organizzati i nove sottoprogetti che da quel momento in poi avrebbero costituito l’architettura portante di Riselvitalia:
1.1) “biodiversità e materiale forestale di propagazione”, responsabile Fulvio Ducci (Istituto sperimentale selvicoltura - Arezzo);
2.1) “arboricoltura da legno con specie di pregio e cicli produttivi medio-lunghi”, responsabile Enrico Buresti (Istituto sperimentale selvicoltura - Arezzo);
2.2) “arboricoltura da legno con specie a rapido accrescimento - pioppicoltura”, responsabile Stefano Bisoffi, successivamente sostituito da Achille Giorcelli (Istituto sperimentazione pioppicoltura - Casale Monferrato);
2.3) “biomasse legnose a uso energetico e industriale”, responsabile Stefano Bisoffi, successivamente sostituito da Gianni Facciotto (Istituto sperimentazione pioppicoltura - Casale Monferrato);
3.1) “selvicoltura, funzionalità e difesa degli ecosistemi forestali”, responsabile Emilio Amorini (Istituto sperimentale selvicoltura - Arezzo);
3.2) “tipologia forestale e sostenibilità della selvicoltura”, responsabile Giuseppe Pignatti, successivamente sostituito da Gianfranco Fabbio (Istituto sperimentale selvicoltura - Arezzo);
4.1) “inventario e monitoraggio delle risorse e degli ambienti forestali”, responsabile Vittorio Tosi (Istituto sperimentale assestamento forestale e alpicoltura - Trento);
4.2) “sistemi informativi di supporto per la gestione forestale”, responsabile Fabrizio Ferretti (Istituto sperimentale selvicoltura - Firenze);
4.3) “modelli e indicatori per la pianificazione a media scala territoriale della gestione sostenibile del bosco”, responsabile Gianfranco Scrinzi (Istituto sperimentale assestamento forestale e alpicoltura - Trento).
Il progetto risultò ampio e impegnativo, anzi probabilmente stabilì una sorta di primato per il settore forestale: vennero costituiti oltre 70 gruppi di lavoro composti da centri di ricerca CRA, Università, CNR e altri soggetti. Complessivamente il Ministero programmò un finanziamento di circa quattro milioni di euro.
I lavori iniziarono nel 2001 e furono articolati in tre “annualità” distinte. La durata di ogni annualità fu prevista in 18-20 mesi, considerando i tempi amministrativi necessari all’avvio e alla chiusura di ciascuna fase di finanziamento. Conseguentemente la terza e ultima fase si svolgerà nel periodo compreso fra i primi mesi del 2005 e l’autunno del 2006.
Oggi Riselvitalia giunge dunque a due terzi del suo percorso. I primi contributi scientifici sono stati pubblicati in varie sedi o stanno per esserlo; alcune soluzioni tecniche innovative sviluppate dal progetto sono già a disposizione degli operatori del settore e sono già in uso. Una sintesi complessiva degli studi e delle ricadute che si stanno producendo è stata illustrata a Milano nel settembre 2004, in una presentazione pubblica organizzata dal CRA col concorso della Regione Lombardia.
Da alcuni mesi infatti la Lombardia è referente di Riselvitalia per conto di tutte le Regioni, col coordinamento di Roberto Carovigno e Roberto Tonetti; negli anni precedenti referente era stato il Veneto, con il coordinamento di Maurizio Dissegna.
Fra gli altri dati significativi è importante notare la partecipazione di numerosi servizi tecnici di Regioni e altri Enti pubblici; tale partecipazione è stata consistente fino dall’inizio e in seguito si è progressivamente ampliata e rafforzata, qualche volta fino al punto di tradursi in un apporto impegnativo e continuativo al monitoraggio delle attività in corso e al loro riorientamento in funzione dei risultati via via acquisiti. In questo modo ha cominciato a realizzarsi una consuetudine di relazioni fra gli operatori della ricerca e i tecnici che sul territorio si confrontano quotidianamente coi problemi del settore foresta-legno-ambiente, innescando un’interazione reciproca sperabilmente destinata a produrre benefici reciproci nel tempo.
Informazioni più dettagliate e aggiornate sull’andamento del progetto possono essere consultate nelle pagine dedicate a Riselvitalia, accessibili all’indirizzo www.ricercaforestale.it.
La Società italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale (S.I.S.E.F.) si è resa disponibile a ospitare, sulla propria testata on-line, i contributi scientifici e tecnici elaborati dai ricercatori di Riselvitalia in occasione della presentazione pubblica di Milano. Si tratta di numerosi lavori che in quella circostanza non fu possibile illustrare dettagliatamente per ragioni di tempo, e di cui lo scrivente si è preso cura nel corso del necessario processo di revisione scientifica. A nome di tutti gli autori ringrazio la S.I.S.E.F. per l’interesse manifestato nei confronti del progetto e per averci dato la possibilità di rendere pubblici alcuni risultati significativi del nostro impegno.