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Analysis of habitat conservation in the SIC Nature 2000 “ITA040005 - Monte Cammarata, Contrada Salaci”, Monti Sicani (Sicily, Italy)

Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 3, Pages 222-237 (2006)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0376-0030222
Published: Jun 13, 2006 - Copyright © 2006 SISEF

Research Articles

Guest Editors: 5° SISEF Congress (Grugliasco, TO - 2005)
« Forests and Society - Changes, Conflicts, Sinergies »
Collection/Special Issue: E. Lingua, R. Marzano, G. Minotta, R. Motta, A. Nosenzo, G. Bovio

Abstract

The European ecological NATURA 2000 network is constituted by “Special Conservation Zones” (SCZ) and “Community Importance Sites” (CIS). The main objective of this European initiative is to limit the erosion of natural habitats and species through the identification of appropriate areas to guarantee the presence, maintenance and restoration of the most threatened european peculiarities. Moreover, the Italian Ministry of Environment (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio) issued the guidelines for compiling the management plans of Natura 2000 sites. These guidelines are based on the measurement of standardized indicators of landscape mosaic complexity and organization, floristic and vegetation assessment, forest assessment, faunistic and hydrobiological features, disturbance, environmental degradations and socio-economic aspects. Aim of this work is to verify the status and the conservation level of the habitats of the CIS “ITA040005 - Monte Cammarata, Contrada Salaci” (Central-weastern Sicily) - through the application of these guidelines. The identification and delimitation of the included habitats have been based on a detailed forest types map (1:10000). All the forest types included in the Natura 2000 site were analysed regarding to the land mosaic, forest and vegetation assessment in order to derive sustainable management indications.

Keywords

Ecological Network, Protected area, Sustainable forest management, Forest biodiversity, Sicily, Italy

Introduzione 

Natura 2000 è una rete coerente di siti (SIC e ZPS) distribuiti su tutto il territorio dell’Unione Europea individuati rispettivamente ai sensi delle Direttive “Habitat” (92/43/CEE) e “Uccelli” (79/409/CEE). La finalità principale della Direttiva Habitat è quella di “salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche” di interesse comunitario (art. 2). La Direttiva oltre a definire le modalità di individuazione dei siti, stabilisce una serie di norme, a cui ciascuno Stato Membro deve attenersi, riguardo le misure di conservazione e di gestione necessarie per il mantenimento dell’integrità strutturale e funzionale degli habitat di ciascun sito (art. 6).

Tra gli obiettivi principali della gestione dei siti Natura 2000 rientra la prevenzione dei fenomeni di degrado degli habitat naturali a rischio per la sopravvivenza delle specie per i quali i siti sono stati designati, sia di quelli a maggiore naturalità sia di quelli che richiedono azioni di ripristino ([19]).

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ([24], [25]) ha sviluppato, a tale scopo, delle linee guida in cui sono descritti una serie di indicatori per l’analisi dello stato di conservazione degli habitat di interesse comunitario. Gli indicatori proposti descrivono la complessità del mosaico territoriale, l’assetto floristico-vegetazionale, l’assetto forestale, l’assetto faunistico, quello idrobiologico, i fattori di disturbo e di alterazione ambientali e gli aspetti socio-economici. Questi possono essere assunti come parametri da analizzare che forniscono una serie di elementi utilizzabili a vari livelli, per la definizione di strumenti di gestione, per le procedure di valutazione di impatto ambientale previste dalla normativa vigente e per il monitoraggio dello stato di conservazione degli habitat ([18], [23]).

Obiettivo del presente studio è la valutazione dello stato di conservazione e di funzionalità degli habitat presenti nel SIC “Monte Cammarata, Contrada Salaci” (ITA040005), attraverso l’analisi degli indici di complessità e organizzazione del mosaico territoriale, dell’assetto floristico e vegetazionale e dell’assetto forestale.

L’analisi degli indici del mosaico territoriale è particolarmente importante per l’area mediterranea. Molti siti Natura 2000 del territorio siciliano, ed in particolare dei Monti Sicani, si configurano infatti come aree in cui gli habitat si distribuiscono in una matrice territoriale caratterizzata da ambienti seminaturali o da rimboschimenti di conifere ([16]), in cui l’effetto della frammentazione e i fattori di disturbo di diversa natura (pascolo, incendi, utilizzazioni, espansione di specie alloctone ecc.), costituiscono una minaccia per la loro sopravvivenza e per il mantenimento di un sufficiente grado di naturalità e di funzionalità. L’analisi della frammentazione è stata condotta attraverso il calcolo di una serie di indici spaziali che forniscono informazioni sulla superficie, forma e distribuzione delle tessere di ciascun habitat.

Area di studio 

Il pSIC “Monte Cammarata Contrada Salaci” è situato nella parte orientale dei Monti Sicani in provincia di Agrigento, e rientra nei territori dei comuni di Cammarata e S. Giovanni Gemini (Fig. 1). L’area si estende per una superficie complessiva di 2090 ha di cui il 56% rientra nella Riserva Naturale Orientata “Monte Cammarata” istituita dalla Regione Sicilia con D.A. n. 86/44 del 2000.

Fig. 1 - Localizzazione geografica del sito di Importanza Comunitaria “Monte Cammarata, Contrada Salici” (ITA040005).

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Le formazioni geologiche prevalenti all’interno del sito sono i complessi calcarei (calcari selciferi e dolomitici del Mesozoico) e in minor misura calcari marnosi e argille grigio azzurre ([21]).

Il sito si colloca in un ambito prettamente montano. La morfologia è caratterizzata da rilievi che superano frequentemente i 1000 m s.l.m., il paesaggio è definito da rilievi con morfologia aspra e frequenti dirupi, intervallati da conche e fondovalle.

Una notevole percentuale del territorio presenta suoli poco evoluti (litosuoli), mentre le altre aree sono caratterizzate da mollisuoli, alfisuoli, entisuoli ed inceptisuoli ([9], [7]).

Il clima, pur essendo caratterizzato da una chiara impronta mediterranea, presenta caratteri di maggiore mesofilia rispetto all’ambiente circostante. Le precipitazioni medie annue oscillano tra 700 e 800 mm, mentre le temperature variano a seconda dell’altitudine: le medie annue sono comprese tra 10 °C delle zone più elevate di Monte Cammarata (1578 m s.l.m.) e 16 °C di quelle aree meno elevate (intorno ai 500 m s.l.m.). Il bioclima dell’area, secondo la classificazione di Rivas Martinez ([27]), è prevalentemente mesomediterraneo subumido inferiore, mentre al di sopra dei 1200 m s.l.m. esso è ascrivibile al tipo supramediterraneo subumido inferiore ([8]).

La vegetazione naturale da un punto di vista fitogeografico ricade nella parte occidentale del Dominio Siculo. La flora è prevalentemente quella tipica della fascia mesomediterranea ma sono presenti anche numerose specie endemiche, tipiche della fascia montano-mediterranea (Iris pseudopumila, Erysymum bonannianum, Salvia argentea, Anthemis cupaniana - [3]).

La vegetazione forestale naturale è quasi interamente costituita dai querceti caducifogli e da leccete su pareti rocciose (Classe Quercetea ilicis), mentre molto limitate sono le formazioni boschive di aree riparali (Alleanza Populion albae). Un ruolo importante hanno anche le formazioni secondarie quali gli arbusteti (Alleanza Pruno-Rubion ulmifolii) e le praterie terofitiche e ad ampelodesma (Alleanza Avenulo-Ampelodesmion mauritanici). Infine, di notevole importanza per il contributo alla biodiversità e per le numerose specie endemiche, sono le formazioni rupestri e dei ghiaioni, inquadrabili da un punto di vista sintassonomico rispettivamente nelle classi Asplenietea trichomanis e Thlaspetea rotundifolii ([20]).

Le formazioni forestali artificiali sono caratterizzate da rimboschimenti di conifere mediterranee del piano basale da 600 a 1000-1100 m s.l.m. (pino d’Aleppo, pino domestico e cipressi) e del piano montano dai 1000-1100 m s.l.m. fino alle quote massime (cedro dell’Atlante e pino nero).

Materiali e metodi 

La metodologia di rilievo è stata indirizzata alla valutazione dello stato di conservazione degli habitat della Direttiva “Habitat” presenti nel sito, attraverso l’utilizzo degli indicatori proposti nel Manuale delle linee guida del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ([25]).

Inizialmente si è proceduto all’individuazione delle tipologie forestali e pre-forestali sulla base della classificazione effettuata per la Sicilia da La Mantia et al. ([13]) e La Mantia et al. ([14]) e seguendo la metodologia descritta da La Mela Veca & Cullotta ([17]). A partire dalla carta dei tipi forestali realizzata in ambiente GIS, sono stati identificati gli habitat della Direttiva e su questi sono stati applicati gli indicatori proposti per l’analisi della complessità del mosaico territoriale. L’analisi è stata condotta attraverso l’impiego di indici di analisi spaziale ([22]) riguardanti la composizione, la forma e la configurazione ([28]) dei poligoni degli habitat (Tab. 1).

Tab. 1 - Elenco degli indici spaziali utilizzati per l’analisi della complessità e dell’organizzazione del mosaico territoriale.

Simbolo Denominazione Descrizione
S Class Area Superficie complessiva per ciascun habitat
T Wider Patch Size Dimensione della tessera più estesa per ciascun habitat
NUMP Number of Patches Numero di tessere per ciascun habitat
MPS Mean Patch Size Dimensione media delle tessere dell’habitat
MPAR Mean Perimeter Area Ratio Rapporto medio tra il perimetro e la superficie delle tessere di ciascun habitat
MNN Mean Nearest Neighbour Distance Distanza media minima delle tessere di ciascun habitat
IJI Interspersion Juxtaposition Index Indice relativo che misura il livello di dispersione reale tra le tessere di ciascun habitat come percentuale della massima ed ipotetica dispersione che può esistere tra di esse (Tale indice tende a 100 quando le distanze tra le tessere dello stesso habitat, pur elevate, sono molto simili, viceversa tende a 0 quando vi è notevole differenza tra le suddette distanze).
TCA Total Core Area Somma dell’area delimitata all’interno di ciascuna tessera da un confine che ha una specifica distanza dal bordo esterno della tessera stessa.
TCAI Total Core Area Index Percentuale della superficie della core area in rapporto alla superficie totale dell’habitat.

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Gli indici S (estensione complessiva dell’habitat) e T (dimensione della tessera più estesa dell’habitat) forniscono informazioni di base sulla frammentazione degli habitat, importanti ai fini del mantenimento e della sopravvivenza delle specie animali di interesse nel sito in esame ([32], [29] - Tab. 1).

Gli indici della composizione NUMP (Numero di tessere) e MPS (Dimensione media delle tessere), danno una misura del grado di frammentazione ([31]), mentre quelli della Core Area TCA (Total Core Area) e TCAI (Total Core Area Index) indicano quanto possa diminuire l’area degli habitat all’aumentare dei fattori di disturbo ([30]). Il calcolo di questi due indici consente di analizzare lo stato attuale degli habitat evidenziando meglio alcuni aspetti della loro integrità. La Core Area rappresenta l’area più interna (ritenuta stabile ed integra) di una patch (tessera), racchiusa da un buffer (fascia di varia estensione che si sviluppa dal margine esterno verso il centro della tessera). Ciascun habitat è caratterizzato da zone di margine, più soggette all’azione antropica a causa della vicinanza con altri habitat meno evoluti o artificiali, o, comunque, all’azione delle forze esterne. Per analizzare la vulnerabilità delle tessere è stato scelto di applicare diverse ampiezze di buffer crescenti a passi di 20 metri lineari e verificare la diminuzione della core area. Tale analisi consente di verificare quali aree risultano maggiormente vulnerabili nei confronti delle interferenze esterne, in relazione alla loro forma e dimensione: all’aumentare della fascia di interferenza considerata l’area intonsa (core area) diminuisce fino a scomparire, e ciò da una misura della fragilità della stessa.

L’indice Core Area Index, quantifica l’estensione della core area come percentuale della superficie delle tessere (patches) dell’habitat analizzato ([22]). Esso assume valore 0 quando la core area è nulla, 100 quando la tessera, a causa delle dimensioni, della forma e dei margini costituisce l’intera corearea dell’habitat. Gli indici della core area non sono stati calcolati con una distribuzione spaziale lineare, per gli habitat vegetazione ripariale (3290), vegetazione dei ghiaioni (8130) e delle rupi (8210), in quanto essi rappresentano cenosi complesse e stabili a causa di fattori limitanti di tipo geomorfologico ed edafo-climatico (i.e., environmental resource patch, sensu [10]). Il rapporto tra il perimetro e la superficie (MPAR) è un indice della complessità della forma della tessera dell’habitat d’interesse. Gli habitat poco alterati dall’azione dell’uomo tendono ad avere forme più complesse e irregolari ([12] - Tab. 1).

Gli indici della configurazione MNN (Media delle distanze minime tra le tessere dell’habitat) e IJI (livello di aggregazione/dispersione tra le tessere di ciascun habitat), infine, sono indicatori del grado di isolamento tra gli habitat dello stesso tipo ([11]); tale isolamento può portare ad una riduzione della dispersione nel territorio considerato delle specie animali e vegetali tipiche dell’habitat (Tab. 1).

I dati dell’assetto floristico (inquadramento fitosociologico e analisi floristica) sono stati ricavati sia da dati bibliografici ([2], [3], [20]) sia da rilievi qualitativi effettuati nelle aree di saggio realizzate nel corso della presente indagine.

Per ciascuno tipo pre-forestale o forestale è stato indicato il corrispondente habitat, l’inquadramento sintassonomico a livello di associazione (quando possibile), o di categorie superiori (alleanza o classe), e l’elenco delle specie vegetali che lo caratterizzano. L’inquadramento fitosociologico dei boschi artificiali è stato determinato per evidenziare la vegetazione naturale potenziale delle stazioni in cui essi sono stati impiantati, per seguirne la dinamica e comprenderne l’evoluzione naturale.

L’analisi dell’assetto floristico, per motivi di sintesi è stata limitata alle specie d’elevato valore conservazionistico e a quelle in grado di caratterizzare le peculiarità bioecologiche degli habitat del sito.

Gli indicatori dell’assetto forestale sono stati rilevati per tutti i tipi forestali e pre-forestali caratterizzanti il sito, ad eccezione della lecceta costituita da piccoli gruppi relegati in stazioni semirupestri o sui ghiaioni consolidati ([17], [20]). La consistenza delle formazioni forestali artificiali che caratterizza il sito in esame, e tutti i soprassuoli artificiali della Sicilia centro-occidentale ([15]), presuppone lo studio dei processi evolutivi in atto in queste formazioni ([26], [5], [1]) al fine di verificarne le relazioni con gli habitat Natura 2000.

Gli indicatori rilevati su base campionaria sono stati elaborati sulla base di parametri qualitativi e quantitativi (densità, composizione specifica, area basimetrica, rinnovazione naturale) effettuati in aree di saggio relascopiche, ritenute sufficientemente descrittive in relazione agli obiettivi del lavoro e alla omogeneità strutturale dei popolamenti forestali, prevalentemente artificiali presi in esame. Il numero di aree di saggio, per ciascun tipo, è stato determinato in funzione della loro superficie, della frammentazione e del numero di varianti tipologiche. Per tutte le piante ricadenti all’interno delle aree di saggio virtuali sono stati misurati i diametri e le altezze. Il dato della rinnovazione naturale è stato acquisito valutando sinteticamente, in ciascuna area di saggio, l’entità (assente, scarsa, diffusa, abbondante) e lo stadio evolutivo (affermata o non affermata).

Risultati e discussione 

Tipologia forestale e individuazione degli Habitat Natura 2000

Il paesaggio del sito è caratterizzato prevalentemente da formazioni forestali artificiali (49%) e da formazioni naturali e seminaturali (40%); le superfici agricole coprono poco più dell’11% del territorio (Tab. 2, Fig. 2).

Tab. 2 - Relazione tra tipologie pre-forestali e forestali e habitat Natura 2000 - (*): habitat prioritario.

Tipo/Variante Superficie Habitat Natura 2000
(ha) %
Pineta a pino d’Aleppo 398.22 19.05
Pineta a pino domestico 17.72 0.85
Pineta a pino nero 14.68 0.70
Cipresseta 60.04 2.87
Cedreta a cedro dell’Atlante 47.17 2.26
Bosco misto a cedro dell’Atlante, pino d’Aleppo e cipressi 43.18 2.07
Bosco misto a pino d’Aleppo e cipresso comune 146.23 7.00
Bosco misto a cedro dell’Atlante e pino nero 161.94 7.75
Eucalitteto a Eucalyptus camaldulensis 125.50 6.00
Lecceta su pareti rocciose 2.55 0.12 9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia
Querceto caducifoglio a prevalenza di roverella s.l. 88.53 4.24 *91H0 - Boschi pannonici di Quercus pubescens
Bosco di latifoglie igrofile 8.52 0.41
Formazione ripariale a pioppo nero e salici 8.52 0.41 3290 - Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion
Boscaglia a prevalenza di leccio e/o roverella Boscaglia a leccio e orniello con acero campestre e ciavardello 11.24 0.54 9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia
Boscaglia secondaria a roverella s.l. 24.7 1.18 *91H0 - Boschi pannonici di Quercus pubescens
Consorzi di mantello 19.99 0.96 5330 - Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici
Gariga a prevalenza di sparzio villoso 13.76 0.66
Comunità dei brecciai 64.36 3.08 8130 - Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili
Vegetazione casmofitica dei costoni calcarei 34.99 1.67 8210 - Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica
Vegetazione pioniera dei substrati erosi a calcanco 23.15 1.11
Prateria mesofila 172.81 8.27 *6220 - Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
Prateria ad ampelodesma 363.56 17.39 5332 - Gariga ad Ampelodesma mauritanica
Seminativo 210.16 10.05
Frutteti, oliveti e mandorleti 28.79 1.38
Superficie totale 2090.31 100.00

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Fig. 2 - Distribuzione dei tipi pre-forestali e forestali nel sito.

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Tra le formazioni forestali artificiali prevalgono le conifere (42%) rispetto alle latifoglie (6.4%). I tipi che occupano la maggiore superficie sono: “Pineta a pino d’Aleppo” (19%), “Bosco misto a cedro dell’Atlante e pino nero” (7%) e “Bosco misto a pino d’Aleppo e cipresso comune” (circa 8%). Le latifoglie di origine artificiale sono rappresentate esclusivamente dagli eucalitteti che occupano complessivamente una superficie di 125 ha (6%).

Tutte le formazioni naturali e seminaturali dell’area sono inquadrabili all’interno degli habitat Natura 2000, ad eccezione della “Vegetazione pioniera dei substrati erosi a calanco” e della “Gariga a prevalenza di sparzio villoso”, che occupano complessivamente l’1.8% della superficie totale.

Gli habitat individuati sono 8 di cui 2 prioritari (codice NATURA 2000: 6220, 91H0). Essi occupano una superficie complessiva di 828 ha corrispondente al 40% circa della superficie del sito. L’ habitat più diffuso è quello delle praterie con il 25.7% della superficie (cod.: 5332 e 6220), seguono gli habitat forestali con il 6.1% (cod.: 9340 e 91H0), gli habitat di ambienti rocciosi con il 4.75% (cod.: 8130 e 8210) ed in minor misura gli arbusteti termo-mediterranei (5330) con meno dell’1% e l’habitat con vegetazione ripariale (3290) con lo 0.4%.

Le formazioni arboree naturali più importanti sono il “Querceto caducifoglio a prevalenza di roverella s.l.” (4%), mentre altre formazioni arboree quali la “Lecceta su pareti rocciose”, il “Bosco di latifoglie igrofile” e le “Formazioni ripariali” occupano complessivamente superfici modeste (poco più del 2%).

Ampie superfici sono occupate dalla “Prateria ad ampelodesma” (più del 17%) e dalla “Prateria mesofila” (più dell’8%), formazioni prevalentemente di origine secondaria, originatesi dall’abbandono dei pascoli o dalla degradazione del bosco ([17]). Altre formazioni naturali di origine secondaria (Consorzi di mantello e garighe), occupano superfici limitate.

Analisi del grado di frammentazione

L’analisi degli indici di frammentazione (Tab. 3, Fig. 3) ha messo in evidenza la maggiore compattezza degli habitat delle praterie (5332 e 6220) rispetto agli altri. Questi habitat, infatti, sono costituiti da un maggior numero di tessere (NUMP 11 e 6), con estensione media (MPS) pari rispettivamente a 33 e 29 ha, inserite omogeneamente nella matrice territoriale del sito, con bassi valori del rapporto medio perimetro/superficie (MPAR 291 e 223) e della distanza media minima (MNN 126 m). Le praterie si inseriscono nella matrice territoriale a ridosso e/o in compenetrazione delle formazioni forestali artificiali, in funzione della quota e dell’esposizione. Esse, infatti, come i rimboschimenti di conifere occupano, ambiti un tempo costituiti da formazioni dell’Oleo-Ceratonion e del Quercion ilicis ([20]).

Tab. 3 - Valori degli indici di analisi dell’ecotessuto territoriale degli habitat Natura 2000.

Habitat Natura 2000 S T NUMP MPS MPAR MNN IJI
Denominazione Cod. [ha] [ha] [ha] [m] %
Fiumi mediterranei a flusso intermittente
con il Paspalo-Agrostidion
3290 8.52 5 4 2.13 734.02 1327.25 23.57
Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici 5330 19.99 8.92 4 5.00 324.90 873.67 5.42
Gariga ad Ampelodesma mauritanica 5332 363.56 171.07 11 33.05 291.28 126.02 78.55
*Percorsi substeppici di graminacee e
piante annue dei Thero-Brachypodietea
6220 172.80 57.97 6 28.80 223.32 126.75 63.45
Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e
termofili
8130 64.36 26.27 9 7.15 441.10 179.01 55.41
Pareti rocciose calcaree con vegetazione
casmofitica
8210 34.99 29.34 2 17.49 217.85 862.10 34.28
*Boschi pannonici di Quercus pubescens 91H0 113.22 102.50 3 37.74 262.07 59.66 16.50
Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia 9340 13.79 10.92 3 4.59 417.17 198.00 53.38

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Fig. 3 - Numero di poligoni, superficie totale e media per ciascun habitat del sito.

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Le formazioni forestali naturali (habitat 91H0 e 9340) presentano una maggiore eterogeneità rispetto alle praterie (Tab. 3): il querceto caducifoglio, pur avendo, come le praterie, valori alti dell’MPS (38 ha circa) e bassi dell’MPAR (262) e del MNN (59 m), è costituito da un minor numero di tessere (NUMP 3) concentrate in un unica area (Contrada da Bosco), caratterizzata da morfologia poco accidentata e suoli mediamente evoluti ([17]).

L’habitat dei querceti sempreverdi risulta più frammentato rispetto ai querceti caducifogli; infatti, anche se costituito dallo stesso numero di tessere (NUMP 3), queste risultano di piccola estensione (MPS di 5 ha circa) più distanti tra di loro (MNN 198 m). Tali formazioni tendono ad occupare zone impervie (pendii e costoni rocciosi) in cui minore risulta il disturbo antropico (substrati calcarei con roccia affiorante e depositi clastici), anche se sono esposti maggiormente all’azione degli incendi boschivi.

Nel sito, l’intensivo sfruttamento delle formazioni forestali naturali avvenuto nel passato (governo a ceduo e pascolo), come in tutta l’area dei Monti Sicani ([4]), ha prodotto nel tempo una marcata contrazione della loro superficie ([20]), riducendoli, oggi, a pochi lembi sottoposti a tutela, ed inseriti nel sistema di protezione regionale costituito dai Parchi e dalle Riserve Naturali Regionali ([6]). Le aree potenzialmente coerenti allo sviluppo della lecceta (versanti con elevata pendenza e rocciosità) sono state rimboschite con cipresso e/o pino d’Aleppo (versante NW di Monte Gemini), mentre circostanze naturali (condizioni pedologiche favorevoli) e storiche hanno consentito ad alcuni popolamenti di roverella s.l. di mantenere la propria estensione.

Gli arbusteti (5330) e gli ambienti con vegetazione rada (8130 e 8210) presentano indici di frammentazione in genere più elevati, tranne l’habitat delle “Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica” (8210), il quale, collocandosi in contesti inaccessibili, ha mantenuto una elevata integrità strutturale ed un elevato indice di biodiversità. Questo habitat, come pure quello dei ghiaioni (8130), costituisce infatti delle vere e proprie isole di conservazione della biodiversità ([20]).

La vegetazione dei ghiaioni (8130) e gli arbusteti a prevalenza di prugnolo (5330) presentano valori di MPS molto bassi (rispettivamente 7.15 e 5 - Tab. 3); tuttavia mentre i primi occupano superfici modeste per motivi legati alle peculiarità del contesto ecologico in cui si insediano (substrati detritici, mobili o parzialmente stabilizzati), gli arbusteti invece presentano un’€˜elevata frammentazione. Infine, per ragioni ecologiche (corsi d’acqua di portata effimera) e per motivi legati ad azioni di disturbo antropico, le formazioni ripariali (3290) mostrano valori più bassi sia in termini di NUMP che di MPS. I valori più elevati di rapporto perimetro/superficie vengono registrati dalle formazioni riparali, e ciò si spiega facilmente con il tipico sviluppo lineare di questo tipo di vegetazione che la rende molto vulnerabile ai disturbi esterni. Questo indice assume, inoltre, valori elevati anche per i ghiaioni e gli arbusteti (superiori a 400), che si caratterizzano per la loro forma meno compatta e più allungata. I valori più elevati dell’MNN sono stati riscontrati per l’habitat 3290 (1327 m), per le pareti rocciose e gli arbusteti (valori superiori a 800 m).

L’analisi della frammentazione attraverso la lettura dell’indice IJI, che fornisce valori più elevati per tipologie di habitat più frammentati, mostra valori bassi per le formazioni riparie, gli arbusteti e i querceti caducifogli (valori inferiori al 30%) segno di uno scarso grado di contaminazione potenziale di queste aree, mentre valori più elevati, compresi tra 30 e 55% caratterizzano gli altri habitat.

Nel contesto territoriale in esame, gli indici della Core Area (TCA e TCAI) mostrano un aumento della frammentazione degli habitat già con un buffer di 20 metri, come già indicato nella descrizione dei metodi di lavoro (Tab. 4, Fig. 4); per alcuni habitat, infatti, si raggiunge il numero massimo di tessere (NUMP) proprio con il buffer di 20 m (5330, 9340) e ciò indica la loro elevata vulnerabilità.

Tab. 4 - Analisi degli indici della Core Area (TCA e TCAI) e loro rapporto con il Numero di Patches (NUMP) per valori crescenti di buffer (: area iniziale con buffer 0 di ciascun habitat; §: il valore corrispondente al più elevato numero di patches).

Buffer (m) Habitat
5330 5332 6220 * 91H0 9340
TCA (ha) TCAI (%) NUMP TCA (ha) TCAI (%) NUMP TCA (ha) TCAI (%) NUMP TCA (ha) TCAI (%) NUMP TCA (ha) TCAI (%) NUMP
0 19.99 100.00 4 364.08 100.00 12 172.80 100.00 6 113.23 100.00 3 13.78 100.00 3
20 10.67 53.38 5 § 289.70 79.57 19 121.83 70.50 12 92.67 81.34 7 § 7.96 57.76 5 §
40 4.81 24.06 4 227.95 62.61 23 § 80.98 46.86 17 § 76.71 67.75 4 5.14 37.30 2
60 1.93 9.56 2 180.81 49.66 18 52.46 30.36 17 64.27 56.76 3 3.24 23.51 1
80 0.54 2.70 1 146.09 40.13 14 34.96 20.23 13 54.24 47.90 3 1.82 13.21 1
100 0.08 0.40 1 120.04 32.97 12 25.03 14.48 5 46.50 41.07 2 0.79 5.73 1
120 - - - 100.65 27.65 7 18.56 10.74 3 39.59 34.96 1 0.14 1.02 1
140 - - - 84.89 23.32 5 13.74 7.95 2 33.09 29.22 1 - - -
160 - - - 71.55 19.65 4 10.01 5.79 2 26.96 13.81 1 - - -
180 - - - 60.72 16.68 2 7.19 4.16 1 21.17 18.70 1 - - -

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Fig. 4 - Distribuzione della TCA degli habitat considerati per alcuni livelli di buffer: (a) 0; (b) 20; (c) 80; (d) 140.

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L’habitat meno vulnerabile è quello dei Querceti caducifogli (91H0), poiché com’emerge anche dall’analisi degli altri indici (Tab. 2), questo habitat è più compatto, essendo costituito da un minor numero di tessere con un grado di aggregazione maggiore. Gli altri habitat che presentano una bassa vulnerabilità sono le praterie ad ampelodesma (5332) e quella mesofila (6220), anche se risultano meno compatte dei precedenti.

Con un buffer di 140 metri scompaiono del tutto (Fig. 4) gli habitat degli arbusteti (5330) e dei querceti sempreverdi (9340), segno della loro maggiore vulnerabilità. Infatti, per gli habitat degli arbusteti si osserva con un buffer di 20 metri una riduzione della TCAI del 50% circa e del 75% con un buffer di 40 metri (Fig. 5). Stesso discorso vale per l’habitat dei Querceti sempreverdi (9340).

Fig. 5 - Variazione della TCA per gli habitat esaminati per valori di buffer crescenti.

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Assetto floristico e vegetazionale

L’area del sito mostra una ricchezza biologica tra le più elevate dell’intero comprensorio dei Monti Sicani. Analizzando la fitodiversità vascolare su maglie elementari di superficie pari a 1 km2, esse presentano un numero medio di specie superiore a 500, delle quali in media 50 sono endemiche della Sicilia e/o della Sicilia e dell’Italia centro-meridionale. Sulla base delle caratteristiche geopedologiche locali, la vegetazione potenziale delle aree poste a quote superiori a 800 - 900 m s.l.m. va ricondotta il più delle volte ai querceti caducifogli (Sorbo torminalis-Quercetum virgilianae) o ai lecceti mesofili (Aceri campestri-Quercetum ilicis), mentre a quote più basse va riferita ai querceti decidui più termofili (Oleo sylvestris - Quercetum virgilianae - [20]).

Le specie di interesse comunitario (secondo l’Allegato II della Direttiva Habitat) sono tre: Aster sorrentinii, presente nelle aree calanchive, Ophrys lunulata, che predilige le aree aperte di gariga e di prateria annua e perenne e Dianthus rupicola, specie tipica di ambienti rupestri. Le prime due sono considerate prioritarie ai sensi della succitata Direttiva (Tab. 5).

Tab. 5 - Sintesi dei dati dell’assetto floristico - (*): Habitat prioritario; (**): specie prioritarie; (): specie di elevato valore conservazionistico che figurano nell’allegato II della Direttiva Habitat; (§): specie endemiche o di particolare interesse fitogeografico.

Categoria / Tipo forestale
Habitat NATURA 2000
Inquadramento
sintassonomico
Specie
Caratteristiche
Prateria ad ampelodesma (Habitat 5332 - Gariga ad Ampelodesmos mauritanica) Ass. Helictotricho convoluti - Ampelodesmetum mauritanici Minissale 1995 Cistus creticus, Allium subhirsutum, Ampelodesmos mauritanica, Anthyllis vulneraria subsp. maura §, Asphodeline lutea, Asphodelus microcarpus, Brachypodium retusum, Carlina sicula, Ferula communis, Foeniculum vulgare, Hyparrhenia hirta, Hypochoeris achyrophorus, Narcissus serotinus, Orchis brancifortii §, Orchis italica, Orchis collina §, Origanum heracleoticum, Reichardia picroides
Vegetazione pioniera dei substrati erosi a calanco All. Moricandio-Lygeion sparti Brullo De Marco et Signorello 1990 ** Aster sorrentinii, Bromus sterilis, Centaurium pulchellum, Dasypyrum villosum, Gladiolus italicus, Hedysarum coronarium, Lygeum spartum, Phalaris canariensis, Podospermum canum, Salsola verticillata, Sonchus asper
Prateria mesofila (Habitat 6220* - Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea) Cl. TheroBrachypodietea Br-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950 Anemone hortensis, Arrhenatherum elatius, Avena fatua, Brachypodium sp.p., Crocus longiflorus §, Cynosurus cristatus, Dasypyrum villosum, Erysimum bonannianum §, Ferula communis, Iris pseudopumila §, Lolium perenne, Ranunculus pratensis §, Salvia argentea §, Thapsia garganica, Trifolium repens; ** Ophrys lunulata, Bivonea lutea §, Stipa barbata §, Colchicum bivonae §
Vegetazione casmofitica dei costoni calcarei (Habitat 8210 - Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica) Ass. Anthemido cupanianae - Centauretum busambarensis Brullo et Marcenò 1979 Anthemis cupaniana §, Anthyllis vulneraria subsp. maura §, Antirrhinum siculum §, Brassica rupestris §, Centaurea busambarensis §, Dianthus sylvestris subsp. siculus §, Dianthus rupicola , Euphorbia rigida, Scabiosa cretica §, Seseli bocconei, Silene fruticosa
Comunità dei brecciai (Habitat 8130 - Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili) All. Euphorbion rigidae Brullo et Spampinato 1991 Asparagus acutifolius, Clematis vitalba, Hedera helix, Rubus ulmifolius, Smilax aspera, Anthemis cupaniana §, Aristolochia clusii §, Centranthus ruber, Erysimum bonannianum §, Euphorbia rigida §, Euphorbia amygdaloides subsp. a rbuscula, Odontites bocconei §, Scrophularia canina, Sedum sp.p., Umbilicus rupetris, Centaurea parlatoris §
Gariga a prevalenza di sparzio villoso All. Cisto-Ericion multiflorae Horvatič 1958 Pyrus amygdaliformis, Quercus pubescens s.l., Calicotome infesta, Cistus creticus, Crataegus laciniata, Crataegus monogyna, Prunus spinosa, Rhus coriaria, Spartium junceum, Ampelodesmos mauritanica, Euphorbia characias, Euphorbia dendroides, Osyris alba, Micromeria graeca §
Consorzi di mantello degli ambienti mesici a prevalenza di prugnolo, rose selvatiche, rovo comune, perastro, pero mandorlino e biancospini (Habitat 5330 - Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici) All. Pruno-Rubion ulmifolii O. de Bolós 1954 Pyrus amygdaliformis, Quercus ilex, Quercus pubescens s.l., Crataegus laciniata, Crataegus monogyna, Prunus spinosa, Rosa sempervirens, Rubus ulmifolius, Ampelodesmos mauritanica, Euphorbia characias, Euphorbia dendroides, Iris pseudopumila, Narcissus serotinus, Rosa sicula §, Rosa canina
Boscaglia a prevalenza di leccio e/o roverella s.l. (Habitat 91H0 * - Boschi pannonici di Quercus pubescens) (Habitat 9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia) All. Quercion ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em. Brullo Di Martino et Marcenò 1977 Quercus pubescens s.l., Quercus ilex, Fraxinus ornus, Acer campestre, Asparagus acutifolius, Smilax aspera, Lonicera implexa, Lonicera etrusca, Rubus ulmifolius, Hedera helix, Rosa canina, Prunus spinosa, Clematis vitalba, Spartium junceum, Calicotome infesta, Coronilla emerus, Ruscus aculeatus, Rubia peregrina, Galium aparine, Galium lucidum, Euphorbia dendroides, Paeonia mascula subsp. russoi §, Thalictrum calabricum §, Geranium lucidum, Geranium robertianum, Rosa sicula §, Teucrium flavum
Lecceta su pareti rocciose (Habitat 9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia) Ass. Aceri campestris - Quercetum ilicis Brullo 1984 Acer campestre, Fraxinus ornus, Quercus ilex, Asparagus acutifolius, Clematis vitalba, Hedera helix, Lonicera etrusca, Lonicera implexa, Prunus spinosa, Rubus ulmifolius, Smilax aspera, Cyclamen hederifolium, Cyclamen repandum, Euphorbia dendroides, Galium aparine, Galium lucidum, Geranium lucidum, Geranium robertianum, Paeonia mascula subsp. russoi §, Rubia peregrina, Ruscus aculeatus, Smirnium olusatrum
Querceto caducifoglio a prevalenza di roverella s.l. (Habitat 91H0 * - Boschi pannonici di Quercus pubescens) Ass. Oleo sylvestris - Quercetum virgilianae Brullo 1984 Ass. Sorbo torminalis - Quercetum virgilianae Brullo Minissale Signorello et Spampinato 1996 Acer campestre, Fraxinus ornus, Pyrus amygdaliformis, Quercus ilex, Quercus pubescens s.l., Sorbus torminalis, Asparagus acutifolius, Hedera helix, Lonicera etrusca, Lonicera implexa, Prunus spinosa, Rosa sempervirens, Rubus ulmifolius, Smilax aspera, Acanthus mollis, Allium subhirsutum, Anthoxanthum odoratum, Euphorbia ceratocarpa §, Euphorbia characias, Geranium lucidum, Geranium robertianum, Geranium sanguineum, Rubia peregrina, Smyrnium rotundifolium, Tamus communis, Thalictrum calabricum §, Galium verticillatum §
Bosco di latifoglie igrofile All. Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Fraxinus angustifolia, Ulmus minor, Prunus spinosa, Rosa sempervirens, Rubus ulmifolius, Arundo plinii, Carex pendula, Equisetum ramosissimum, Galium elongatum, Mentha aquatica
Formazione ripariale a pioppo nero e salici (Habitat 3290 - Fiumi mediterranei a flusso intermittente con aspetti del Paspalo-Agrostidion) All. Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 All. Salicion albae Soó 1936 R. Tx. 1955 Populus nigra, Salix alba subsp. alba, Salix alba. subsp. vitellina, Salix pedicellata, Salix purpurea, Prunus spinosa, Rosa sempervirens, Rubus ulmifolius, Arundo plinii, Carex pendula, Equisetum ramosissimum, Galium elongatum, Mentha aquatica
Boschi artificiali presenti nella fascia supramediterranea (Cedrete pure o miste a pino nero) Cl. Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. et O. de Bolòs 1947 Cl. Rhamno-Prunetea Rivas Goday et Borja Carbonell ex R. Tx. 1962 Cl. Thero-Brachipodietea Br-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950 Anemone hortensis, Galium lucidum, Geranium lucidum, Geranium robertianum, Daphne laureola, Smyrnium olusatrum, Thapsia garganica, Quercus pubescens s.l., Quercus ilex, Galium lucidum, Rosa canina, Prunus spinosa, Rubia peregrina, Acer campestre, Galium verticillatum §
Boschi artificiali presenti nella fascia mesomediterranea (Pinete a pino d’Aleppo, pino domestico, cipressete ed eucalitteti) Cl. Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. et O. de Bolòs 1947 Cl. Rhamno-Prunetea Rivas Goday et Borja Carbonell ex R. Tx. 1962 Cl. Thero-Brachypodietea Br-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950 Quercus pubescens s.l., Quercus ilex, Galium lucidum, Rosa canina §, Prunus spinosa, Rubia peregrina, Pyrus a mygdaliformis, Asparagus acutifolius, Hedera helix, Lonicera etrusca, Lonicera implexa, Prunus spinosa, Rosa sempervirens, Rubus ulmifolius, Smilax aspera, Euphorbia characias, Geranium lucidum, Geranium robertianum, Geranium sanguineum, Rubia peregrina, Smyrnium rotundifolium, Thalictrum calabricum §, Galium verticillatum §

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Numerose altre specie vegetali di grande interesse scientifico e/o conservazionistico appaiono seriamente minacciate per via della riduzione del loro habitat elettivo o per le modeste dimensioni dei popolamenti; fra queste: Salvia argentea, Anthemis cupaniana, Centaurea parlatoris, Orchis brancifortii, Erysimum bonannianum, Bivonea lutea, Brassica rupestris, Centaurea busambarensis, Micromeria graeca e altre (Tab. 5).

L’analisi della componente arborea all’interno degli habitat ha evidenziato la scarsa presenza e la ridotta tendenza invasiva da parte delle specie alloctone, che al momento non costituiscono quindi fattore di criticità, ad eccezione di piccole aree, marginali al bosco, con pochi individui di ailanto (Ailanthus altissima) o robinia (Robinia pseudoacacia). L’eucalitto (Eucaliptus sp.p.), invece, sembra non diffondersi spontaneamente.

Assetto forestale

I dati dell’assetto forestale riportati in Tab. 6 riassumono i valori medi dei parametri dendrometrici e della rinnovazione naturale rilevati per ciascun tipo forestale.

Tab. 6 - Parametri dendrometrici e selvicolturali più importanti per le tipologie forestali del SIC. dg = diametro medio di area basimetrica; Hm = altezza media; G = area basimetrica.

Tipo Specie Parametri dendrometrici Rinnovazione
Piante (N/ha) dg (cm) Hm (m) G (m2/ha) Consistenza Sviluppo
Pineta a pino d’Aleppo pino d’Aleppo 444 32 12.2 37 scarsa non affermata
altre 139 - - 5
Pineta a pino domestico pino domestico 249 29 8.7 18 diffusa affermata
altre 420 8 - -
Pineta a pino nero pino nero 328 29 14.4 22 scarsa affermata
altre 118 - - 6
Cipresseta cipresso comune 434 26 12.0 13 scarsa affermata
cipresso dell’Arizona 445 21 9.5 17
altre 139 - - 15
Cedreta a cedro dell’Atlante cedro dell’Atlante 545 24 12.3 23 scarsa non affermata
altre 153 - - 7
Bosco misto a cedro dell’Atlante, pino d’Aleppo e cipressi cedro dell’Atlante 443 16 8.1 9 scarsa affermata
pino d’Aleppo 176 30 9.75 10
altre 482 - - 13
Bosco misto a pino d’Aleppo e cipresso comune pino d’Aleppo 132 40 12.9 17 diffusa non affermata
cipresso comune 293 20 13.3 10
altre 225 - - 5
Bosco misto a cedro dell’Atlante e pino nero cedro dell’Atlante 401 25 12.9 18 scarsa affermata
pino nero 288 24 12.1 12
altre 77 - - 2
Eucalitteto eucalipto 420 17 12.1 14 scarsa non affermata
Querceto caducifoglio a prevalenza di roverella s.l. roverella s.l. 791 16 6.0 15 scarsa non affermata
altre 163 3 - -

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La densitàè elevata per numerosi tipi, ed in particolare per la Cipresseta, il Bosco misto a pino d’Aleppo, cedro dell’Atlante e cipresso comune (valori superiori a 1000 piante/ha). Il Querceto caducifoglio a prevalenza di roverella s.l. presenta una densità di 950 polloni/ha, mentre molti tipi presentano una densità compresa tra 500 e 700 piante/ha. Infine, la Pineta a pino nero e l’Eucalitteto hanno valori inferiori a 500 piante/ha. Dalla distribuzione di frequenza delle piante per classi diametriche per le diverse specie emerge anche una scarsa diversificazione dimensionale della componente arborea e una scarsa presenza di individui adulti. Tale fenomeno è anche indicativo dello scarso sviluppo delle latifoglie autoctone introdotte successivamente alle conifere a causa principalmente dell’eccessiva densità presente in molte tipologie.

Il diametro di area basimetrica media (dg) evidenzia che è il pino d’Aleppo la specie che ha i maggiori accrescimenti diametrali (dg sempre superiore a 30 cm), mentre le altre conifere manifestano accrescimenti inferiori in tutti i tipi forestali dove sono presenti.

Le altezze medie delle specie principali presentano invece una maggiore uniformità di valori, poiché quasi tutte sono compresa tra 10 e 13 m, tranne per il cedro dell’Atlante nel tipo in cui si presenta misto con il pino d’Aleppo ed il cipresso comune (8.1 m) e per il pino domestico (8.7 m) nell’omonimo tipo. Il Querceto caducifoglio, invece, governato a ceduo, mostra valori d’altezza e di diametro nettamente inferiori (rispettivamente 6 m e 16 cm).

I valori di area basimetrica più elevati sono stati riscontrati nelle pinete pure di pino d’Aleppo e nelle cipressete (rispettivamente 42 e 45 m2/ha), quelli più bassi nelle formazioni di latifoglie (Querceto caducifoglio e Eucalitteto), mentre gli altri tipi presentano valori intorno a 30 m2/ha.

L’età prevalente dei popolamenti è di circa 50 anni poiché i rimboschimenti sono stati realizzati principalmente nei primi anni cinquanta del secolo scorso. Si tratta, quindi di boschi adulti con problemi di instabilità strutturale dovuta all’assenza di interventi colturali nella fase giovanile e specialmente di tagli di diradamento; ciò è evidenziato dalla densità eccessiva della maggior parte dei popolamenti.

La rinnovazione naturale delle specie del soprassuolo e delle specie autoctone (leccio e roverella) in molte formazioni è di conseguenza generalmente scarsa, mentre è diffusa nella Pineta a pino domestico e nel Bosco misto a pino d’Aleppo e cipresso comune poiché le condizioni pedologiche e climatiche sono più favorevoli.

Dall’analisi complessiva del quadro riportato emerge il diverso grado di adattamento delle specie impiegate nell’ambito di ciascuna tipologia (accrescimento, rinnovazione naturale) e come esse interagiscono con i processi di rinaturalizzazione delle specie autoctone.

Le formazioni che ostacolano maggiormente lo sviluppo dei processi di rinaturalizzazione sono le cipressete, per effetto dell’elevata densità e per le caratteristiche allelopatiche della lettiera. Le condizioni più favorevoli per la diffusione e lo sviluppo dei processi di rinaturalizzazione si riscontrano nelle formazioni pure a pino d’Aleppo e miste a cipresso comune o dell’Arizona. Analogamente, anche le cedrete ed i boschi misti a cedro dell’Atlante e pino nero mostrano una densità elevata.

I querceti caducifogli presentano una buona densità ed un adeguato grado di copertura, ma non rispettano alcuni standard di buono stato di conservazione previsti per questo habitat dal Manuale delle linee guida per la redazione dei piani di gestione dei siti Natura 2000 ([25]), quali la presenza di rinnovazione naturale superiore all’1% della copertura, di alberi adulti o vetusti con diametro superiore a 40 cm e diversificazione delle classi diametriche (almeno due classi).

Conclusioni 

La stratificazione tramite tipologie forestali costituisce la base di partenza per l’individuazione e la delimitazione degli habitat a scala di sito e per l’applicazione degli indicatori delle linee guida di gestione proposte dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ([25]). Tali indicatori hanno permesso di valutare le criticità del sito in esame mostrando soprattutto un’elevata frammentazione ed un basso rapporto area interna/bordo delle patches degli habitat. Tale criticità caratterizza tutti i siti Rete Natura 2000 dei Monti Sicani e della Sicilia centro-occidentale.

La matrice territoriale che qualifica il sito in esame è costituita dalla predominanza dei soprassuoli forestali artificiali (49% circa) e dalla presenza di formazioni naturali e seminaturali che costituiscono gli habitat per cui il sito è stato identificato (8 habitat di cui 2 prioritari).

Obiettivo della gestione deve essere quindi quello di incrementare la complessità degli ecosistemi presenti, attraverso la conservazione ed il monitoraggio degli habitat individuati e la rinaturalizzazione dei rimboschimenti. Sarà indispensabile, inoltre, favorire l’incremento delle superfici degli habitat naturali e seminaturali, in particolare aumentandone l’interior/edge ratio (rapporto area interna/bordo delle tessere), favorendo i processi di rinaturalizzazione in atto delle formazioni artificiali forestali.

I boschi artificiali di conifere caratterizzano gran parte del mosaico territoriale del sito, con popolamenti costituiti da giovani fustaie o perticaie con densità eccessiva e grado di copertura tra l’80 ed il 90%. L’eccessiva densità di questi soprassuoli in molti casi non permette l’affermazione dei processi di rinaturalizzazione spontanei che potenzialmente sono possibili. La relazione densità-grado di affermazione risulta molto variegata anche in relazione alle caratteristiche stazionali: quasi del tutto assente in popolamenti con densità eccessiva (cipressete), più frequente in quelli con composizione mista e con densità più rada (pinete, cedrete), ma in entrambi i casi il grado di copertura delle conifere è tale da ostacolare sia i processi di insediamento che quelli di affermazione della rinnovazione; frequenti sono i casi di piante di roverella o leccio di 10-15 anni insediatisi spontaneamente che presentano un portamento filato, con chioma poco sviluppata e completamente subordinata allo sviluppo delle conifere.

Le specie che più frequentemente si rinvengono in rinnovazione, con una frequenza variabile per ciascuna specie a seconda delle condizioni ecologiche (legate principalmente alle quote), sono il leccio e la roverella, l’orniello, l’acero campestre, il ciavardello e il carpino nero.

Particolare attenzione si dovrà prestare agli habitat prioritari delle praterie terofitiche (6220) e dei querceti caducifogli (91H0). Le praterie, infatti, rientranti nella classe dei Thero-Brachypodietea (6220), assieme alla vegetazione delle rupi (8210) e dei ghiaioni (8130) hanno un elevato indice di biodiversità. L’habitat dei querceti caducifogli (91H0) costituito da cedui oltre il turno, con copertura colma, dovrà essere preservato dall’azione del pascolo e soprattutto dagli incendi, e si dovrà verificare meglio, attraverso studi più mirati, la possibilità di conversione a fustaia. I querceti sempreverdi (9340), che in genere si collocano in contesti pedologici e morfologici molto più difficili rispetto ai querceti caducifogli (lecceta su pareti rocciose), dovranno essere costantemente controllati e preservati dall’azione del pascolo e dagli incendi.

Gli indici spaziali adottati in questo lavoro si sono rivelati un utile strumento di analisi del territorio in esame, sia sotto il profilo della distribuzione dei diversi tipi di vegetazione a scala di paesaggio (indici S, T, NUMP, MPS, MPAR), sia sotto il profilo ecologico - funzionale ed evolutivo (indici TCA, TCAI, MNN, IJI).

Ringraziamenti 

Lavoro svolto in parti uguali dagli autori nell’ambito del progetto di ricerca ex 60% 2004, Università di Palermo, responsabile Prof. F. Maetzke, dal titolo: “Analisi delle tipologie forestali della Sicilia e loro caratterizzazione tramite indicatori di gestione forestale sostenibile”. Gli autori ringraziano il Dr. Salvatore Pasta per i consigli sugli aspetti floristici e vegetazionali.

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