The sad story of the new procedures for hiring young researchers in Italian Universities
Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 5, Pages 121-121 (2008)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0522-0005
Published: May 21, 2008 - Copyright © 2008 SISEF
Editorials
Abstract
In Italy, universities are regulated by law. In December 2007 new rules for hiring young researchers in Italian Universities, based on international peer review, were approved by the Italian Parliament. The Court that controls the compatibility of new laws with existing legislation found the new rules in violation of this principle and annulated them. In most countries international peer review is a common evaluation procedure in good Universities. The sad conclusion is the contrast of Italian law with internationally adopted procedures: a condition that cries out for change in Italian Academia.
Keywords
University, research position, appointment, peer review, Italy
Come probabilmente tutti sanno il regolamento sul reclutamento dei ricercatori è stato definitivamente bocciato a causa del mancato superamento delle obiezioni poste dalla Corte dei Conti. Tralasciando i dettagli legali, possiamo dire che le norme contenute nel decreto sono state trovate contrarie alla normativa in vigore stabilita per legge e, quindi, non utilizzabili.
Non sono in grado di valutare il valore delle obiezioni, ma, poiché hanno portato alla mancata entrata in vigore di norme approvate dal nostro parlamento, è facile concludere che devono essere “tecnicamente” valide.
Si potrebbe discutere se sia stato giustificato il giubilo manifestato da molte componenti universitarie per la conclusione che la vicenda ha avuto. Ma queste sarebbero valutazioni personali che mi paiono meno importanti di una fondamentale, ma semplice, considerazione logica che possiamo tutti fare e su cui, a mio parere, noi che operiamo nell’Università dovremmo meditare.
Le norme proposte si ispiravano alle procedure seguite dalla maggior parte delle università dei paesi con una moderna istruzione di terzo livello. Novità caratterizzante era la valutazione di esperti di livello internazionale, anche stranieri, del settore (la cosi detta peer review), tesa a garantire il livello internazionale dei candidati. Penso sia importante sottolineare che essere invitati da università ed istituti di ricerca stranieri a partecipare a questo tipo di attività di valutazione è esperienza corrente di molti universitari italiani.
È evidente che poiché la procedura è in contrasto con le nostre normative al punto da renderla inapplicabile, la conclusione che si può trarre è che le nostre norme sono in contrasto con le procedure del tutto usuali in paesi moderni.
La mancanza di voci di protesta o almeno di manifestazioni di disappunto da parte del mondo accademico italiano, che, al contrario, attraverso molti organi associativi ha espresso compiacimento, penso sia un chiaro indicatore della situazione in cui ci troviamo ad operare.