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Assessing the restorative potential of different types of urban and periurban green spaces

Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 8, Pages 162-178 (2011)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0673-008
Published: Nov 02, 2011 - Copyright © 2011 SISEF

Research Articles

Abstract

Urban and periurban green spaces play an important role in preserving environmental resources and naturalness, with positive effects on people’s health and well-being. In this context, the study aims to model the relationship between the main ecological and psychological factors (e.g., biodiversity, perceptions, attitudes, evaluations, behaviors, etc.) that are related to urban and periurban green spaces. We focused on the psychological benefits and the general well-being associated with the use of green spaces. We selected five typologies of green spaces in the city of Bari (southern Italy), characterized by different physical features (e.g., presence of natural and built up elements, total extent of the area, distance from urban centre, etc.). A questionnaire focusing on people’s experience in the environment (length and frequency of visits, activities performed, perceived restorativeness, affective qualities of the place, perceived well being during and after the visits) was administered to users of five green space typologies. Results show that the perceived restorative properties are associated to typological characteristics of urban green spaces. Results suggest a mediating role of perceived restorativeness and length of the visits on the perceived well-being. We conclude by discussing the implications of the study on urban policies in the context of sustainability.

Keywords

Restorativeness, Perceived well-being, Naturalness, Typologies of urban green spaces, Sustainability

Introduzione 

Gli spazi verdi svolgono un ruolo chiave nel miglioramento del benessere percepito dai cittadini in ambiente urbano ([41], [16], [64], [21], [53], [10]). I meccanismi attraverso cui questi spazi influiscono sul benessere sono molteplici e riguardano, ad esempio: la riduzione dell’inquinamento atmosferico ([58], [52]); il miglioramento del microclima urbano ([47], [8]); la stimolazione dell’esercizio fisico ([72], [65]); l’aumento della coesione sociale ([4], [45]); la riduzione dello stress ([76], [78], [12], [80]).

Agli spazi verdi sono, inoltre, attribuiti una serie di benefici psicologici e rigenerativi derivanti dall’esperienza diretta con la natura (o dalla sua semplice visione). Tali benefici possono essere spiegati secondo teorie note in campo di psicologia ambientale: Teoria della Riduzione dello Stress - SRT ([75], [76], [78]) e Teoria della Rigenerazione dell’Attenzione - ART ([37], [34]). Sulla base di queste teorie, diversi autori hanno misurato il potenziale rigenerativo o rigeneratività di alcuni ambienti naturali ed artificiali, focalizzando l’attenzione su alcuni attributi fisici di tali ambienti (i.e., Naturalità - es. [2], [13], [40], [48]). In generale, gli ambienti caratterizzati da un’elevata presenza di elementi naturali offrono maggiori opportunità di rigenerazione delle risorse cognitive e delle capacità psicofisiche rispetto ad ambienti artificiali ([2], [18], [24], [35], [48], [54], [64], [67], [73], [75], [77], [78]). Altri autori (ad es., [1], [74], [64]) hanno evidenziato come anche ambienti caratterizzati da una combinazione di elementi naturali e artificiali (ad es. parchi urbani, giardini pubblici, strade alberate ecc.) sono in grado di rigenerare i fruitori. Tali risultati sono supportati, in particolare, dalla teoria “ART” in cui si attesta l’importanza di ambienti naturali facilmente accessibili, quali spazi verdi urbani, nel recupero dell’attenzione diretta ([31], [33]). La teoria ART e i risultati di alcune ricerche ([25], [82]) affermano, infatti, che il processo di rigenerazione può avvenire anche in ambienti non propriamente naturali, es. aree urbane ([70]).

In tale ambito, il presente studio intende illustrare i risultati di un progetto di ricerca biennale denominato ASPEN (Analisi degli Aspetti Percettivi ed Ecologici delle risorse forestali in ambito periurbaNo e territoriale), finanziato nel 2008 dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) nell’ambito dei Programmi di Ricerca scientifica di rilevante Interesse Nazionale (PRIN-2007). In particolare, si riportano i risultati ottenuti dall’Unità di Ricerca facente riferimento all’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” che, nei due anni di progetto, ha approfondito il processo di “rigenerazione psicologica” in relazione alle caratteristiche tipologiche del verde urbano e periurbano. Gli obiettivi che si è cercato di perseguire sono riconducibili ai seguenti punti: (1) valutazione del potenziale rigenerativo di diverse tipologie di verde urbano e periurbano; (2) valutazione del potenziale rigenerativo in relazione all’attività svolta dai fruitori del verde; (3) analisi dei predittori del benessere percepito dai fruitori degli spazi verdi. A tal fine sono state formulate alcune ipotesi di partenza: (1) la capacità rigenerativa degli spazi verdi urbani varia al variare della tipologia di area verde considerata; (2) il benessere percepito varia in relazione al tipo di attività svolta nelle aree verdi; (3) le proprietà ambientali delle aree verdi urbane e periurbane (rigeneratività, qualità affettive rilassante e stimolante) sono predittori significativi del benessere percepito.

I risultati di questo studio rappresentano un contributo importante e multidisciplinare al tema della pianificazione degli spazi verdi, anche al fine di orientare le modalità di progettazione ed uso sostenibile di questi spazi in ambiente urbano.

Potenziale rigenerativo degli spazi verdi 

Il termine “rigenerazione”, in inglese restoration, indica un processo di recupero delle risorse psicologiche e cognitive rispetto a delle condizioni di deficit antecedenti ([62], [20]). La ricerca scientifica in questo ambito si basa sulla Teoria del Recupero dallo Stress psicofisiologico ([76], [78]) o Stress Recovery Theory (SRT) e sulla Teoria della Rigenerazione dell’Attenzione diretta o Attention Restoration Theory (ART - [37], [34]). Queste teorie differiscono nell’enfasi data ai fattori emozionali, fisiologici, e attenzionali che caratterizzano entrambe le condizioni antecedenti e il processo di rigenerazione ([43]).

La SRT è incentrata sulla diversa capacità degli ambienti, naturali e urbani, di influire sugli stati affettivi ([76], [78]). I cambiamenti di umore derivanti dall’esposizione ai diversi ambienti sono direttamente collegati alla loro capacità di ridurre lo stress. Prove empiriche indicano come tali capacità siano maggiori negli ambienti naturali rispetto a quelli urbani ([18], [79], [81]). La percezione di un umore migliore, di uno stato affettivo positivo, l’inibizione di emozioni e pensieri negativi e la riduzione dell’attività in diversi sistemi fisiologici legati allo stress (e.g., battito cardiaco e tensione muscolare), sono solo alcuni tra gli effetti positivi derivanti dal contatto con la natura.

L’ART ([37], [34]) suggerisce che esistono degli ambienti e/o esperienze in grado di favorire la rigenerazione dell’attenzione diretta o volontaria ([29]). Questo tipo di attenzione può essere definita come la capacità di inibire o bloccare le distrazioni (stimoli concorrenti) durante lo svolgimento di un’attività ([34]) e viene impiegata quando un ambiente o un’attività risulta poco interessante ma deve necessariamente essere presa in considerazione. Ciò avviene, ad esempio, nel luogo di lavoro o in caso di interazioni stressanti persona-luogo. Secondo James ([29]) si tratta di un tipo di attenzione che comporta uno sforzo cognitivo, che tende ad indebolirsi se sottoposta a richieste intense e prolungate; si verifica allora la cosiddetta “fatica attenzionale”, in inglese Directed Attention Fatigue (DAF). Lo stress può influenzare negativamente la prestazione dei soggetti in compiti cognitivi che coinvolgono l’attenzione, la memoria a breve termine e la memoria incidentale ([28]). L’affaticamento dell’attenzione può comportare difficoltà di concentrazione, irritabilità, impulsività e presenza di comportamenti ostili ([34]). L’efficienza dell’attenzione può essere recuperata grazie al processo di rigenerazione che si ottiene in particolari ambienti o mediante attività che consentono l’attivazione dell’attenzione involontaria o indiretta ([29]). Questo tipo di attenzione, detta anche fascination, non richiede alcuno sforzo cognitivo e pertanto consente di rigenerare l’attenzione diretta ([34], [19]). Tali ambienti e/o esperienze vengono definiti rigenerativi o restorative. Secondo l’ART un ambiente rigenerativo deve essere caratterizzato da quattro componenti o proprietà: being-away, extent, fascination, e compatibility ([34]).

Il concetto di being-away (senso di evasione) si riferisce alla possibilità di sperimentare un ambiente fisicamente differente rispetto a quello vissuto nel quotidiano dal soggetto che utilizza l’attenzione diretta. In altre parole, il being-away rappresenta la percezione di trovarsi in un luogo diverso o di fare cose nuove, nonché la capacità di rilassarsi, fisicamente e psicologicamente, lontano da fonti di sforzo mentale o dalla routine.

Il concetto di extent è legato alle caratteristiche di un ambiente che deve essere sufficientemente esteso e coerente in modo da impegnare e catturare l’attenzione mentale per un periodo abbastanza lungo e promuovere l’esplorazione senza alcun sforzo cognitivo. L’ambiente rigenerativo è percepito come un luogo nel quale tutti gli elementi che lo compongono sono collegati tra loro coerentemente.

Fascination si riferisce all’attenzione passiva che non richiede sforzo. Un punto chiave è la distinzione tra soft- e hard- fascination. Nel primo caso si tratta di ambienti caratterizzati da un’attrattività di moderata intensità e da stimoli piacevoli dal punto di vista estetico che favoriscono un’esperienza rigenerativa più profonda. Nel secondo caso ci si riferisce ad un coinvolgimento talmente intenso da lasciare poco spazio alla riflessione e questo, di solito, non consente un’efficace recupero dell’attenzione diretta.

L’ultima caratteristica di un ambiente rigenerativo, compatibility, indica la possibilità di un luogo di supportare le intenzioni e le aspettative del soggetto.

Gli ambienti che presentano un maggior grado di naturalità possiedono, in generale, tutte queste proprietà ed un potenziale rigenerativo superiore agli ambienti artificiali ([37]). Numerosi studi supportano l’ipotesi secondo la quale l’interazione con la natura migliora l’attenzione e la memoria ([9], [59], [3], [18], [2]). In particolare, [17], [19]) hanno evidenziato come il potenziale rigenerativo di un paesaggio possa essere associato al suo grado di naturalità. Secondo vari studi sulla preferenza del paesaggio vi sono altri fattori in grado di promuovere il processo di rigenerazione, quali, ad esempio, alcune proprietà strutturali degli ambienti (e.g., variazione topografica, estensione, apertura, presenza di acqua ecc. - [22], [23], [32], [39], [36], [37], [66]).

A questo riguardo, Nordh et al. ([56]) hanno valutato in che misura alcune componenti delle aree verdi urbane (e.g., quantità, tipo e disposizione della vegetazione) influiscono sul potenziale rigenerativo percepito dai fruitori di tali aree. I risultati evidenziano che la percentuale di superficie coperta da prato, la quantità di alberi e cespugli, e la dimensione apparente dell’area verde costituiscono importanti predittori della rigeneratività ([46], [7]).

Attualmente esiste un solo strumento in grado di misurare e analizzare le qualità rigenerative di un ambiente ed il suo potenziale rigenerativo. Si tratta del Perceived Restorativeness Scale (PRS - [19]). Alcuni autori hanno valutato la validità e l’affidabilità del PRS ([11], [17], [19], [43], [42], [63], [64], [67]). In particolare, Pasini et al. ([63]) dimostrano come la “versione italiana” del PRS (PRS/IT) sia affidabile ed è in grado di discriminare tra le quattro proprietà ambientali. Altre ricerche hanno convalidato la capacità di questo strumento nel discriminare tra tipologie distinte di ambienti ([64], [67]) e all’interno di una stessa tipologia. Ad esempio, i risultati di una recente ricerca di Tenngart Ivarsson & Hagerhall ([74]) hanno evidenziato che una medesima tipologia (giardino) può comprendere ambienti significativamente diversi per potenziale rigenerativo.

Nonostante la “versione italiana” del PRS (PRS/IT) necessiti di ulteriori esami e approfondimenti relativamente alle sue proprietà psicometriche, in questo studio si è ritenuto opportuno adottare questa versione modificata del PRS ([63]).

Materiali e metodi 

Aree di studio

Ai fini della ricerca sono state considerate cinque aree verdi urbane e periurbane presenti nel territorio dell’area metropolitana di Bari. Ogni area può essere riferita ad una tipologia strutturale, secondo una classificazione che tiene conto sia della struttura della vegetazione che delle funzioni svolte da queste aree nel contesto urbano ([49]).

Le aree di studio sono state le seguenti: Piazza Umberto I (piazza urbana), Parco 2 Giugno (parco urbano), Pineta San Francesco (pineta), Giardino Botanico di Bari (orto botanico) e Foresta di Mercadante (area verde “naturale”). Per ciascuna area verde si è proceduto ad una caratterizzazione strutturale e funzionale dei principali elementi sulla base di alcuni aspetti connessi alla naturalità e/o artificialità di queste aree verdi. In particolare, sono stati analizzati elementi quali: presenza/assenza di artefatti e grado di copertura vegetale (erbacea, arbustiva, arborea), estensione dell’area, complessità della componente vegetazionale, distanza dal centro abitato più vicino. Ad esempio, le aree con maggiore presenza di pavimentazione ed elementi di arredo (es. piazza urbana) sono state caratterizzate come meno naturali rispetto a quelle prive di tali elementi e con maggior presenza di copertura vegetale (es. area verde naturale). In Tab. 1 si riporta una descrizione completa di queste aree verdi (tipologia, estensione superficiale, distanza dal centro abitato più vicino) e dei principali elementi (naturali ed artificiali) caratterizzanti queste aree.

Tab. 1 - Principali caratteristiche delle cinque tipologie di spazi verdi urbani e periurbani.

Areaverde Tipologia Sup.(m2) Distanza dal centro abitato (km) Elementi artificiali Elementi naturali
Piazza Umberto I Piazza urbana 18 800 0.3 Elevata presenza di elementi di arredo (panchine, illuminazione, aree giochi, fontana, servizi di vario genere). Gran parte della superficie pedonale asfaltata o pavimentata. Edifici pubblici e privati, e strade trafficate visibili nelle immediate vicinanze. Nessuna recinzione. Elevato livello di manutenzione. Specie arboree, arbustive, palme, struttura monoplana, uguale presenza di piante mediterranee e alloctone, bassa densità di vegetazione, assenza di prato. Presenza di aiuole geometriche all’italiana e siepi squadrate.
Pineta S. Francesco Pineta 70 000 3.5 Buona presenza di elementi di arredo (panchine, illuminazione, aree giochi, punti di ristoro, recinzione ecc.). Discreta presenza di superfici asfaltate e sentieri sferrati per il fitness. Edifici e strade visibili in alcuni punti tranne nel lato vista mare. Discreto livello di manutenzione. Vegetazione costituita essenzialmente da pini, cipressi e poche specie arbustive mediterranee, struttura monoplana, assenza di prato.
Parco 2 giugno Parcourbano 50 000 2.7 Buona presenza di elementi di arredo (panchine, illuminazione, recinzione, punto di ristoro, area giochi ecc.). Ridotta presenza di superfici asfaltate e sentieri sferrati. Edifici e strade visibili in alcuni punti lungo il perimetro. Discreto livello di manutenzione. Discreta presenza di diverse specie arboree e arbustive tipiche della vegetazione mediterranea e piante esotiche (palmizi). Struttura pluristratificata. Ampia zona occupata da prato.
Giardino botanico di Bari Orto 10 000 2.6 Ridotta presenza di elementi di arredo (illuminazione, recinzione, panchine). Presenza di accessorie (serre, magazzino attrezzi). Assenza di superfici asfaltate. Edifici e strade visibili in alcuni punti lungo il perimetro. Discreto livello di manutenzione. Elevata presenza di specie arboree, arbustive ed erbacee autoctone ed esotiche. Struttura pluristratificata. Presenza di prato in alcune zone.
Foresta di Mercadante Area verde naturale 1 080 000 7.0 Presenza di punti di ristoro, aree picnic con parcheggio, sentieri sferrati, cartellonistica. Scarsa visibilità di edifici e strade. Basso livello di manutenzione. -

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Raccolta dei dati 

Lo studio ha previsto la somministrazione di questionari in forma cartacea tramite intervista diretta ad un campione di 125 visitatori delle aree verdi prese in esame (25 interviste per ciascuna area verde). Il numero di interviste per ogni area si è ritenuto sufficiente e quindi adatto allo scopo di valutare il giudizio di preferenza di persone nell’ambito di singoli ambienti (aree verdi). Non rientra tra gli scopi del presente studio l’analisi di differenze individuali o di variabili socio-demografiche ad ampia scala per le quali si richiede una maggiore numerosità del campione intervistato ([51]). Inoltre, il numero di soggetti intervistati per singola area è in linea con quanto riportato in psicologia sperimentale nello studio di fenomeni e processi cosiddetti “di base”, quali ad esempio: percezioni, preferenze, valutazioni affettive, ecc. ([5]).

Il campione complessivo (125) è stato bilanciato per genere (62 uomini e 63 donne) e per età (42: 16-30 anni; 42: 31-60-anni; 41: oltre 60 anni) escludendo soggetti al di sotto dei 16 anni. Tale ripartizione per età e genere è stata realizzata anche all’interno dei campioni di ciascuna area verde (Tab. 2). La raccolta dei dati è stata effettuata nel periodo maggio-giugno del 2009, durante giornate serene o poco nuvolose, nelle seguenti fasce orarie: 10:00-13:00 e 15:00-18:00.

Tab. 2 - Profilo degli intervistati per area verde (prima sezione del questionario).

Variabili Opzioni di risposta Frequenza per area verde (N) Frequenza totale (N) (%)
Piazza urbana Parco urbano Pineta Orto botanico Area verde naturale
Genere Femmina 13 13 12 12 13 63 50.4
maschio 12 12 13 13 12 62 49.6
Età 16-30 anni 9 9 8 8 8 42 33.6
31-60 anni 8 8 9 8 9 42 33.6
Oltre 60 anni 8 8 8 9 8 41 32.8
Istruzione elementare/media 8 10 7 0 5 30 24
diploma 15 13 13 9 15 65 52
laurea 2 2 5 16 5 30 24
Attività lavoro manuale 3 0 5 0 3 11 8.8
lavoro di concetto 2 1 3 9 8 23 18.4
casalinga 1 3 6 1 4 15 12
disoccupato/a 4 0 4 2 7 17 13.6
studente 8 15 2 10 1 36 28.8
pensionato/a 7 6 5 3 2 23 18.4
Tipologia familiare sposato/convivente con figli 4 7 12 2 12 37 29.6
sposato/convivente senza figli 1 2 0 3 1 7 5.6
impegnato non convivente 7 2 8 8 6 31 24.8
single 12 10 5 9 6 42 33.6
altro 1 4 0 3 0 8 6.4

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A ciascun intervistato è stato chiesto di compilare un questionario con la supervisione dell’intervistatore. In alcuni casi (e.g., soggetti anziani) gli intervistatori hanno letto le domande e segnato le risposte. L’intervista, completamente anonima, ha avuto una durata di circa 8 minuti. Il questionario è stato articolato in 17 domande a risposta chiusa e ad alternativa fissa, suddivise in sei sezioni (Appendice 1).

La prima sezione ha riguardato informazioni relative a dati personali quali età, genere, professione, ecc. La seconda sezione ha riguardato domande sulle modalità di fruizione delle aree verdi, quali ad esempio “Quanto spesso visiti questo luogo?”; “Quanto tempo trascorri di solito in questo luogo?”; “Cosa preferisci fare in questo luogo?”; ecc. Nella terza sezione è stato richiesto di esprimere il proprio grado di accordo con alcune affermazioni inerenti al verde urbano in generale; e.g., “Il verde urbano è parte essenziale del vero sviluppo della città”; “La gente in città ha bisogno della natura per ritemprarsi”, ecc. Nella quarta sezione erano presenti delle affermazioni relative al Perceived Restorativeness Scale (PRS), allo scopo di valutare il potenziale rigenerativo delle aree verdi e comprendere meglio come i fruitori del verde percepiscono questi spazi. In questa parte del questionario i rispondenti hanno utilizzato una scala di valutazione a 5 punti per indicare in quale misura l’affermazione proposta descriveva la propria esperienza in quel dato luogo (0 = per nulla, 4 = moltissimo). Nella quinta sezione è stato chiesto agli intervistati di scegliere una risposta per diverse coppie di aggettivi riferiti all’area verde in oggetto, e.g., spiacevole/piacevole, stressante/rilassante ecc. Per quest’ultima sezione è stata adottata una scala di valutazione a cinque punti (da 0 a 4), ad esempio 0 = molto spiacevole, 4 = molto piacevole). Nell’ultima parte è stato chiesto di valutare il benessere e i benefici, fisici e psicologici, percepiti durante e dopo la visita nell’area verde in esame. Anche in questa sezione è stata utilizzata una scala di valutazione a cinque punti (0 = per nulla, 4 = moltissimo).

Come già descritto in precedenza, secondo la teoria ART sono quattro le componenti dell’ambiente che contribuiscono alla rigeneratività dell’attenzione diretta: being-away, fascination, extent e compatibility ([34]). Per la valutazione di queste proprietà da parte degli intervistati sono state utilizzate 8 domande (2 domande per ciascuna proprietà ), all’interno del questionario, tratte dalla versione italiana ridotta del Perceived Restorativeness Scale (PRS): e.g., being-away (“Trascorrere il tempo qui mi permette di staccarmi dal mio tran tran quotidiano”); extent (“È come se questo luogo non avesse confini”); fascination (“Questo luogo è affascinante”); compatibility (“In questo luogo è facile fare ciò che voglio”).

Dalle variabili suddette sono state ottenute, mediante media aritmetica, le quattro variabili relative alle proprietà rigenerative dell’ambiente: being-away (BAWAY), extent (EXT), fascination (FASC) e compatibility (COMP).

La variabile restorativeness (REST), relativa al potenziale rigenerativo di un ambiente, è stata calcolata come media delle proprietà rigenerative così come suggeriscono diversi studi in materia (es. [2], [74]). In Tab. 3 si riportano gli elementi principali del questionario, le variabili utilizzate e la scala dei valori attribuiti. In particolare, sono presenti alcune variabili ritenute importanti fattori associati alla rigeneratività e/o al benessere percepito. Ad esempio, “frequenza visita” si riferisce al numero di visite effettuate in una settimana e/o mese presso le aree verdi oggetto d’indagine. “Tempo trascorso” indica la durata media, espressa in ore e/o minuti, di ogni visita effettuata nella medesima area. Queste variabili sono state analizzate anche in altri studi simili (vedi [8], [47], [55], [70]).

Tab. 3 - Variabili e valori attribuiti alle domande principali oggetto dell’indagine. (*): Qualità Affettiva Rilassante, (**): Qualità Affettiva Stimolante ([70]).

Elementi del questionario Variabile Valore
Quanto spesso visiti questo luogo? Frequenza visita Quasi mai = 1; Una volta al mese = 2; Due volte al mese = 3; Una volta a settimana = 4; Più volte a settimana = 5
Quanto spesso visiti le aree verdi? Frequenza visita aree verdi Quasi mai = 1; Una volta al mese =2; Due volte al mese = 3; Una volta a settimana = 4; Più volte a settimana = 5
Quanto tempo (ore e/o minuti) trascorri di solito in questo luogo? Tempo trascorso Risposta libera
Cosa preferisci fare in questo luogo? Attività preferita Osservare/Contemplare= 1; Parlare/ Incontrare= 2; Passeggiare = 3; Attività fisica = 4
Nel complesso, dopo la visita in questo luogo, quanto credi che ti sentirai bene rispetto a come ti senti di solito? BEN_PERC Per nulla = 0; Poco = 1; Abbastanza = 2; Molto = 3; Moltissimo = 4
Trascorrere il tempo qui mi permette di staccarmi dal mio tran tran quotidiano BAWAY_1 Per nulla = 0; Poco = 1; Abbastanza = 2; Molto = 3; Moltissimo = 4
In questo luogo posso scappare dalle cose che di solito richiedono la mia attenzione BAWAY_2 Per nulla = 0; Poco = 1; Abbastanza = 2; Molto = 3; Moltissimo = 4
È come se questo luogo non avesse confini EXT_1 Per nulla = 0; Poco = 1; Abbastanza = 2; Molto = 3; Moltissimo = 4
C’è un ordine chiaro nella disposizione fisica di questo luogo EXT_2 Per nulla = 0; Poco = 1; Abbastanza = 2; Molto = 3; Moltissimo = 4
Questo luogo è affascinante FASC_1 Per nulla = 0; Poco = 1; Abbastanza = 2; Molto = 3; Moltissimo = 4
C’è molto da esplorare e da scoprire in questo luogo FASC_2 Per nulla = 0; Poco = 1; Abbastanza = 2; Molto = 3; Moltissimo = 4
Essere in questo luogo è in accordo con i miei interessi personali COMP_1 Per nulla = 0; Poco = 1; Abbastanza = 2; Molto = 3; Moltissimo = 4
In questo luogo è facile fare ciò che voglio COMP_2 Per nulla = 0; Poco = 1; Abbastanza = 2; Molto = 3; Moltissimo = 4
Prova a descrivere come ti sembra il luogo in cui ti trovi, scegliendo una risposta per ciascuna coppia di aggettivi QUAL_AFF_RIL (*) Molto stressante = 0; Abbastanza stressante = 1; Nessuno dei due = 2; Abbastanza rilassante = 3; Molto rilassante = 4
Prova a descrivere come ti sembra il luogo in cui ti trovi, scegliendo una risposta per ciascuna coppia di aggettivi QUAL_AFF_STIM (**) Molto monotono = 0; Abbastanza monotono = 1; Nessuno dei due = 2; Abbastanza stimolante = 3; Molto stimolante = 4

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Mediante l’utilizzo del software SPSS v. 15 (Statistical Package for Social Sciences) sono state effettuate alcune analisi descrittive relative al profilo dei rispondenti e alle loro modalità di fruizione delle aree verdi (rispettivamente, prima e seconda parte del questionario). Si è passati all’analisi statistica delle risposte ottenute mediante analisi della varianza (ANOVA) per tipologia di area verde e attività svolta dai fruitori durante la visita. Infine sono stati costruiti dei modelli di regressione lineare multipla allo scopo di individuare i principali predittori del benessere percepito dagli intervistati.

Risultati 

Profilo degli intervistati e statistiche descrittive

Il profilo dei soggetti intervistati può essere descritto come un campione di età compresa tra 17 e 81 anni (età media 39 anni). Le categorie maggiormente rappresentate sono studenti (29%), liberi professionisti (18%) e pensionati (18%). Il 52% dei rispondenti ha dichiarato di possedere un diploma di scuola superiore, mentre la restante parte ha una laurea (24%) o una licenza di scuola elementare/media (24%). Per quanto riguarda la tipologia di nucleo familiare, il 33% degli intervistati dichiara di essere “single”, e una percentuale di poco inferiore (29%) è sposato o convivente con figli (Tab. 2).

Il profilo degli intervistati delle singole aree verdi risulta alquanto omogeneo per età, genere e istruzione. Tuttavia fa eccezione l’orto botanico dove è presente il maggior numero di laureati (16) vista la sua collocazione all’interno di un campus universitario. Vi sono altre differenze per quanto riguarda ad esempio la professione svolta: prevalenza di studenti nel parco urbano (15), nella piazza urbana (8) e nell’orto botanico (10) poiché tali aree sono situate nelle vicinanze di scuole superiori e università. Nelle aree suburbane quali la pineta e l’area verde naturale prevalgono, rispettivamente, casalinghe (6) e operai (5) nella prima, professionisti (8) e disoccupati (7) nella seconda. Inoltre, gli intervistati del parco urbano, della piazza urbana e dell’orto botanico sono per lo più “single” (rispettivamente 10, 12, 9) mentre quelli della pineta e dell’area verde naturale sono per lo più sposati con figli (rispettivamente 12 e 12 - Tab. 2).

Il 60% del campione totale percorre oltre 2 km per raggiungere l’area verde mentre solo il 9% percorre meno di 300 m. Infatti, il mezzo più utilizzato è l’auto/moto (43%) o il mezzo pubblico (29%). Circa il 49% degli intervistati dichiara di frequentare lo spazio verde in oggetto più volte a settimana, contro il 20% che la frequenta di rado. Per il 31% dei rispondenti la durata della visita (tempo trascorso) varia, di solito, da 1 a 2 ore, in media 47 minuti; solo il 12% trascorre oltre 3 ore nell’area verde, specie quando questa è molto distante dalla propria abitazione. L’attività maggiormente praticata nelle aree oggetto di studio risulta essere passeggiare (41%); le attività di socializzazione (es. incontrare altre persone) occupano il secondo posto con il 29% mentre solo il 17% pratica attività fisica. Infine, il campione intervistato afferma di visitare le aree verdi in generale più volte a settimana (44%) e solo il 15% le visita raramente (Tab. 4).

Tab. 4 - Uso delle aree verdi (seconda sezione del questionario).

Variabili Opzioni di risposta Frequenza (N) Percentuale (%) PercentualeCumulativa (%)
Distanza < 300 metri 12 9.6 9.6
300-600 m 14 11.2 20.8
600-2000 m 23 18.4 39.2
> 2000 m 76 60.8 100.0
Mezzo auto/moto/scooter 54 43.2 43.2
bus/treno/metro 37 29.6 72.8
bicicletta 4 3.2 76.0
a piedi 29 23.2 99.2
altro 1 0.8 100.0
Frequenza visita quasi mai 25 20.0 20.0
circa una volta al mese 14 11.2 31.2
circa due volte al mese 10 8.0 39.2
circa una volta a settimana 15 12.0 51.2
più volte a settimana 61 48.8 100.0
Tempo trascorso 0-30 minuti 24 19.2 19.2
30-60 minuti 26 20.8 40.0
60-120 minuti 39 31.2 71.2
120-180 minuti 21 16.8 88.0
180-300 minuti 9 7.2 95.2
300-600 minuti 6 4.8 100.0
Attività preferita osservare/contemplare 16 12.8 12.8
parlare/incontrare 36 28.8 41.6
passeggiare 51 40.8 82.4
attività fisica 22 17.6 100.0
Frequenza visita aree verdi quasi mai 19 15.2 15.2
circa una volta al mese 16 12.8 28.0
circa due volte al mese 15 12.0 40.0
circa una volta a settimana 20 16.0 56.0
più volte a settimana 55 44.0 100.0

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Valutazione del potenziale rigenerativo delle aree verdi

Una volta accertata l’omogeneità delle varianze mediante il test di Levene si è proceduto all’analisi della varianza (ANOVA), la quale ha permesso di individuare le variabili influenzate in modo significativo dalla tipologia di spazio verde e dall’attività svolta durante la visita (Tab. 5, Tab. 6). I risultati mostrati in Tab. 5 si riferiscono solo alle variabili restorativeness (REST) e benessere percepito (BEN_PERC), mentre in Tab. 6 sono riportati i valori medi delle quattro proprietà ambientali (BAWAY, FASC, EXT, COMP), della rigeneratività (REST) e del benessere percepito (BEN_PERC), calcolati per ciascuna area verde.

Tab. 5 - Analisi della varianza (Anova) delle variabili: rigeratività (Rest) e Benessere percepito (Ben_perc) per tipologia di area verde e per attività prevalentemente svolta nelle aree verdi (p = 0.05).

Gruppo Variabile Componente Sum of Squares df Mean Square F Sig.
Tipologia Rest Between Groups 9.16 4 2.29 6.57 0.00
Within Groups 41.85 120 0.35 - -
Total 51.01 124 - - -
Ben_perc Between Groups 13.87 4 3.47 3.83 0.07
Within Groups 108.72 120 0.90 - -
Total 122.59 124 - - -
Attività Rest Between Groups 0.67 3 0.22 0.53 0.66
Within Groups 50.35 121 0.42 - -
Total 51.02 124 - - -
Ben_perc Between Groups 6.66 3 2.22 2.32 0.08
Within Groups 115.93 121 0.96 - -
Total 122.59 124 - - -

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Tab. 6 - Valori medi delle proprietà rigenerative e del benessere percepito relativi alle diverse tipologie di aree verdi urbane.

Tipologie Baway Ext Fasc Comp Rest Ben_Perc
Parco urbano 2.54 2.04 1.78 2.06 2.11 2.12
Piazza urbana 2.00 0.92 1.24 1.68 1.46 1.64
Pineta 2.86 1.94 1.60 2.22 2.16 2.64
Area verde naturale 2.60 1.86 1.96 2.00 2.11 2.40
Orto botanico 2.78 1.44 2.22 2.24 2.17 2.24

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Dall’analisi emergono differenze significative tra i valori medi delle variabili BAWAY, EXT, FASC, COMP, REST e BEN_PERC, relativi alle cinque tipologie di aree verdi (p<0.05). Di contro, il potenziale rigenerativo delle diverse tipologie di verde e il benessere percepito dai fruitori sembrano non dipendere dal tipo di attività prevalentemente svolta all’interno dell’area stessa (p>0.05). È stato quindi effettuato il test post hoc a confronti multipli di Duncan. Per ciascuna variabile presa in considerazione, il test di Duncan ha permesso di individuare gruppi omogenei (subset) di tipologie di verde (p< 0.05 - Fig. 1).

Fig. 1 - Test a confronti multipli di Duncan per tipologia di area verde. Le differenze di colore degli istogrammi indicano la presenza di differenze significative tra i valori medi di B-A, Ext, Fasc, Comp, Rest e Ben_perc delle varie tipologie di aree verdi (p<0.05). Ogni colore rappresenta un subset il quale raggruppa le medie che non presentano differenze significative tra loro (p>0.05). Gli istogrammi in verde rappresentano i valori medi più elevati, quelli in rosso i valori più bassi e quelli in giallo i valori intermedi.

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Dall’analisi è emersa una differenza significativa (p< 0.05) tra i valori medi di rigeneratività (REST) relativi alla piazza urbana (1.46) e quelli delle altre tipologie oggetto di studio (1.11-1.17). Queste ultime possiedono, in ugual misura, un potenziale rigenerativo significativamente superiore a quello della piazza urbana. Per comprendere meglio questo risultato occorre analizzare nello specifico le quattro variabili relative alla rigeneratività (BAWAY, EXT, FASC, COMP).

La piazza urbana presenta un valore medio di BAWAY (2.0) significativamente inferiore alle altre tipologie i cui valori medi variano da 2.54 a 2.86 (Fig. 1a). Questa area, quindi, viene percepita come uno spazio che non consente un cambiamento di scenario, una “fuga” dalla routine e dalla quotidianità. Le ragioni di questo dato possono essere attribuite a diverse caratteristiche dell’area stessa, riassunte in Tab. 1.

La piazza urbana, giardino storico all’italiana, presenta un elevato grado di artificialità (panchine, superfici asfaltate e pavimentate, area giochi ecc.) rispetto agli elementi naturali in essa presenti (alberi e siepi). Si tratta di una tipologia che richiede un maggior livello di manutenzione, ad esempio nella potatura delle siepi. La disposizione regolare della componente vegetazionale e la presenza di aiuole geometriche rendono la piazza “poco naturale”. Inoltre, la presenza nelle vicinanze di strade trafficate, edifici, negozi, ecc. e la collocazione nella zona più centrale e caotica della città di Bari riconducono, probabilmente, i fruitori di questa area alla realtà di tutti i giorni.

Anche nel caso della variabile EXT (Fig. 1b) la piazza urbana presenta un valore medio significativamente più basso (0.92) rispetto alle altre tipologie (1.44 - 2.04). Questo dato è attribuibile in parte alle dimensioni ridotte della piazza (circa 2 ettari) e in parte all’assenza di viali e/o sentieri curvilinei e di vegetazione alta lungo i confini. In questa area risulta difficile avere l’impressione che ci sia molto da scoprire e da esplorare. I viali curvilinei e la presenza di vegetazione lungo i confini, presenti nelle altre tipologie, costituiscono elementi particolarmente importanti affinché anche un’area più piccola (ad es. orto botanico) possa sembrare più estesa ([33]). Infatti, l’orto botanico assume una posizione intermedia (1.44): il suo valore medio si differenzia sia da quello della piazza sia da quelli, più elevati, dell’area verde naturale (1.86), della pineta (1.94) e del parco urbano (2.04). L’impressione fornita dall’orto botanico ai suoi visitatori è quella di un giardino “segreto” in cui i vari elementi che lo compongono sembrano essere coerentemente collegati fra loro.

Nelle restanti tre aree verdi (area verde naturale, pineta e parco urbano), tale percezione è ancor più amplificata: tali spazi sembrano abbastanza grandi e ricchi di contenuti da poter tenere occupata la mente per un periodo di tempo relativamente lungo, senza alcuno sforzo cognitivo.

I risultati ottenuti nel caso della variabile FASC dimostrano la scarsa capacità della piazza urbana e della pineta di attrarre o affascinare i loro visitatori (Fig. 1c). I valori medi (rispettivamente, 1.24 e 1.60) risultano, in ugual misura, significativamente inferiori a quelli del parco urbano (1.78) e dell’area verde naturale (1.96) i quali vengono considerati, perciò, moderatamente affascinanti. L’orto botanico presenta il valore medio di FASC significativamente più elevato (2.22) rispetto a tutte le altre tipologie analizzate.

La caratteristica fascination, detta anche “attenzione involontaria” è considerata la componente principale dell’esperienza rigenerativa ([63]). La bellezza estetica e gli stimoli attrattivi dell’orto botanico (ad es. presenza di piante acquatiche, piante officinali ed esotiche ecc.), catturando l’attenzione del visitatore in maniera moderata e senza sforzo (soft fascination), offrono maggiori opportunità di rigenerare l’attenzione diretta. Questi stimoli piacevoli, inoltre, lasciano spazio anche per la riflessione (reflection) su aspetti e questioni della propria vita che, in altre circostanze, comporterebbero confusione e dolore ([33]). L’orto botanico è, dunque, percepito dagli intervistati come la tipologia di verde che favorisce maggiormente il processo di esplorazione costante e prolungato nel tempo.

In ultimo, la Fig. 1d evidenzia la presenza di una differenza significativa tra i valori medi di COMP relativi alla piazza urbana (1.68), all’area verde naturale (2.0) e al parco urbano (2.06), e quelli, più elevati, della pineta (2.22) e dell’orto botanico (2.24). Questi ultimi due spazi verdi risultano essere maggiormente compatibili con gli interessi personali e le aspettative degli intervistati rispetto alle altre tipologie. L’impressione percepita in queste due aree è che si possa fare ciò che si desidera: ad es. nell’orto botanico gli studenti hanno modo sia di approfondire le loro conoscenze su diverse specie vegetali sia di fare una pausa dai loro studi in un posto tranquillo e silenzioso.

Oltre alla capacità di un ambiente di rigenerare l’attenzione diretta, si è voluto stimare anche la percezione di benessere da parte dei fruitori delle cinque tipologie di area verde, dopo la visita e rispetto alla loro condizione abituale (Fig. 1f). Dal test di Duncan è emerso che i cittadini intervistati presso la piazza e il parco urbano dichiarano di percepire un livello di benessere significativamente inferiore (rispettivamente, 1.64 e 2.12) a quello dei fruitori degli altri spazi verdi, ovvero orto botanico (2.24), area verde naturale (2.40) e pineta (2.64).

Analisi dei predittori del benessere

Al fine di individuare i predittori del benessere percepito dagli intervistati (variabile indipendente) sono stati utilizzati due modelli di regressione lineare multipla:

  • Modello 1: comprendente le variabili indipendenti legate all’esperienza della visita (“frequenza visita” e “tempo trascorso”)
  • Modello 2: comprendente le variabili indipendenti legate all’esperienza della visita (“frequenza visita” e “tempo trascorso”) e quelle relative alle proprietà ambientali (“restorativeness”, “qualità affettiva rilassante” e “qualità affettiva stimolante”).

In Tab. 7 sono riportati i valori dei coefficienti di regressione relativi al Modello 1 (indicato come “esperienza”) e Modello 2 (proprietà ambientali) e i livelli di significatività. Nel modello 1 (R2=0.07; p<0.01) entrambi i predittori, “frequenza visita” (β=0.256; p< 0.01), e tempo trascorso (β=0.172; p=0.05) sono legati in modo positivo al criterio (benessere percepito), e ne spiegano porzioni indipendenti di varianza. Tuttavia, aggiungendo altri predittori nel modello 2 (R2=0.35; p<0.01), la variabile “tempo trascorso” (β=0.197; p<0.05) rimane significativa (si passa addirittura da una forte tendenza ad una significatività piena per p<0.05), così come la restorativeness (β=0.455; p<0.01), mentre “frequenza visita” diventa non significativa.

Ciò potrebbe suggerire un possibile effetto di mediazione della restorativeness e delle qualità affettive sulla relazione tra frequenza delle visite e benessere (ma non sulla relazione tra tempo trascorso e benessere). Appare peraltro plausibile che tempo trascorso e frequenza delle visite si comportino in maniera differente, visto che la correlazione tra queste due variabile risulta, sebbene significativa, piuttosto bassa (r = 0.19; p < 0.05).

Questi risultati suggeriscono, quindi, come i predittori del benessere percepito non sono solo quelli legati all’esperienza della visita (tempo trascorso), ma anche quelli legati ad alcune proprietà degli ambienti visitati (restorativeness): la rigeneratività degli spazi verdi urbani è un importante mediatore del benessere percepito dai cittadini. Inoltre, all’aumentare del tempo trascorso all’interno di un’area verde e dei valori di rigeneratività percepita, aumenta in maniera lineare il livello di benessere percepito dai fruitori delle aree verdi.

Discussione e conclusioni 

Il primo obiettivo di questo studio è stato quello di valutare il potenziale rigenerativo di cinque tipologie di verde urbano e periurbano presenti nell’area metropolitana di Bari. I valori medi di restorativeness (REST) osservati per le diverse tipologie di spazi verdi urbani sono compresi tra 1.46 (piazza urbana) e 2.17 (area verde naturale). Considerando che la scala adottata per la valutazione delle quattro proprietà rigenerative si basa su cinque livelli di punteggio (0 = per nulla; 4 = moltissimo) possiamo affermare che le tipologie di verde in esame sono, nel complesso, moderatamente rigenerative.

I risultati ottenuti in questo studio risultano essere coerenti con quelli di altri lavori nei quali vengono confrontate: aree naturali, artificiali e “miste” (ad esempio, [48], [64]). In generale, le aree verdi miste, cioè quelle contenenti elementi sia naturali sia artificiali, ottengono punteggi di rigeneratività intermedi rispetto alle altre due tipologie (artificiali e naturali). I singoli valori non sono però immediatamente confrontabili con quelli del presente studio, in quanto le ricerche utilizzano scale di valutazione su otto livelli di punteggio (0 = per nulla; 7 = moltissimo).

L’ipotesi secondo cui tipologie di verde urbano diverse presentano rigeneratività differenti è stata soddisfatta solo in parte. I risultati ottenuti hanno evidenziato la presenza di una sola differenza significativa, cioè tra la piazza urbana e le restanti quattro tipologie (pineta, orto botanico, parco urbano, area verde naturale). La piazza urbana (Piazza Umberto I) risulta essere l’area verde urbana meno rigenerativa. Rispetto alle altre tipologie esaminate, essa viene percepita dagli intervistati come un’area di dimensioni limitate, in cui non vi sono particolari stimoli “affascinanti” in grado di tenere impegnata la mente e attivare l’attenzione involontaria. L’elevato grado di artificialità della piazza urbana, nettamente superiore a quello della altre tipologie, nonché la sua collocazione in prossimità di strutture antropiche non consentono ai suoi fruitori di sentirsi in un ambiente diverso e distante, fisicamente e psicologicamente, dai luoghi abituali (casa, lavoro, scuola ecc.). Inoltre, quest’area verde non soddisfa appieno le aspettative e gli interessi dei cittadini che la visitano. Tale risultato è in linea con diversi studi dai quali si evince che le aree meno naturali hanno una rigeneratività inferiore rispetto ad altre tipologie di ambienti più naturali ([15], [19], [27], [34], [48], [61], [78]).

Inoltre, occorre sottolineare che, nello specifico, Piazza Umberto I è caratterizzata da piccoli fenomeni di degrado sociale che potrebbero generare una sensazione di pericolo o insicurezza, amplificata dall’assenza di recinzioni e/o di addetti alla sicurezza. Secondo Herzog & Rector ([26]) la percezione del pericolo può ridurre i benefici rigenerativi anche nelle aree considerate più naturali.

Gli intervistati delle altre quattro aree verdi risultano, invece, ugualmente rigenerati indipendentemente dalle caratteristiche fisiche che contraddistinguono le tipologie: è sufficiente visitare il parco urbano, la pineta o l’orto botanico per ottenere un effetto rigenerativo simile a quello di area verde “naturale” (foresta di Mercadante).

Alcuni studi sono andati oltre il concetto di “ambiente rigenerativo” (restorative environment), non soffermandosi solo sulle caratteristiche fisiche degli ambienti. Questi studi ([42], [44], [70]) hanno focalizzato l’attenzione sull’esperienza rigenerativa (restorative experience). Secondo Scopelliti & Giuliani ([70]), infatti, la capacità di rigenerazione di un ambiente è il risultato di una complessa esperienza del luogo nella quale le componenti cognitive, affettive, sociali e comportamentali vengono considerate unitamente agli aspetti fisici dell’ambiente. A questo proposito, la seconda parte del progetto ASPEN avrà l’obiettivo di approfondire il processo di rigenerazione psicologica mediante la visione di immagini delle medesime tipologie. In questa fase si cercherà di verificare la presenza di una relazione tra grado di naturalità e potenziale rigenerativo delle cinque tipologie esaminate in questo studio.

Data l’importanza dell’esperienza rigenerativa è stato analizzato il ruolo dell’attività svolta nelle aree verdi sul processo di rigenerazione (secondo obiettivo). I risultati ottenuti non soddisfano l’ipotesi di partenza (i benefici sono superiori all’aumentare del contatto e per attività che implicano relazione con l’ambiente). È emerso, infatti, che il potenziale rigenerativo di un ambiente e il benessere percepito dai suoi fruitori non dipendono dal tipo di attività svolta. Questo risultato è in disaccordo con quelli ottenuti in studi analoghi presenti in letteratura nei quali l’effetto del tipo di attività sulla rigeneratività e sul benessere percepiti si è dimostrato invece significativo. Ad esempio, Hansmann et al. ([14]) dimostrano come il praticare sport produca maggiori effetti rigenerativi rispetto ad altre attività quali passeggiare, rilassarsi od osservare la natura. Tale affermazione è coerente con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ([83]) e diversi studi in materia ([30], [50], [57]) nei quali si afferma che l’attività fisica è associata ad un miglior benessere a lungo termine. I risultati ottenuti da Staats & Hartig ([71]) mostrano che le attività svolte negli ambienti naturali che implicano la socializzazione (e.g., incontrare altre persone) promuovono il processo rigenerativo quando l’ambiente visitato non offre un senso di sicurezza. Quando, invece, l’area verde è percepita come sicura, la rigenerazione è favorita dall’assenza di persone con le quali interagire. Per Scopelliti & Giuliani ([70]) la socialitàè invece un aspetto fondamentale dell’esperienza rigenerativa e la sua importanza aumenta quanto più tempo è disponibile per la rigenerazione (e.g., fine settimana, vacanze).

Il terzo ed ultimo obiettivo dello studio ha riguardato la valutazione dei predittori del benessere percepito dagli intervistati. Anche in questo caso l’ipotesi di partenza (i.e., il benessere percepito dipende essenzialmente dalle proprietà ambientali delle aree verdi: restorativeness, qualità affettive rilassante e stimolante) è stata soddisfatta solo in parte. Dall’elaborazione dei dati è emerso che la restorativeness e, in misura minore, il tempo trascorso nelle aree verdi (esperienza) sono importanti predittori del benessere percepito. Quanto più tempo si trascorre a contatto con il verde urbano e periurbano tanto maggiori sono i benefici percepiti dai cittadini. Questo risultato è in accordo con altri studi effettuati nella medesima area di studio ([8], [68], [69], [47]) così come in altre aree ([12]). In particolar modo, l’esperienza rigenerativa provata negli spazi verdi, riducendo lo stress e consentendo il recupero dell’attenzione diretta, assume un ruolo fondamentale nel migliorare la salute e il benessere dei cittadini ([38]).

Per questi motivi la comprensione dei processi che regolano la percezione di vari tipi di spazi verdi e la definizione degli attributi fisici coinvolti sono fondamentali, anche al fine di sviluppare linee guida per la pianificazione e gestione di questi spazi a livello urbano e periurbano ([74], [46], [60], [69]).

In particolare, il presente studio, frutto dell’interazione tra selvicoltori urbani e psicologi ambientali, ha fornito utili informazioni in questo ambito di ricerca, sia nello sviluppo di metodi di studio, sia nel fornire risultati applicabili nella pianificazione urbana con particolare riferimento alla progettazione di nuovi spazi verdi. La consapevolezza da parte dei progettisti delle proprietà rigenerative degli spazi verdi potrebbe rappresentare un importante passo avanti in direzione della sostenibilità urbana ([6], [7]). Tuttavia, il quadro conoscitivo risulta ancora incompleto poiché la stessa letteratura di settore riporta risultati non generalizzabili e per certi versi ancora contrastanti. Ulteriori ricerche sono ancora necessarie per validare tali risultati in altri contesti urbani e periurbani.

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